Quest’oggi pubblichiamo una bella intervista fatta a Federico Grazzini, Architetto e Designer con cui abbiamo parlato un po’ di Arredamento Creativo chiedendo a lui, che è il Docente al Corso di Arredamento Creativo allo IED di Firenze, di avvicinarci un po’ a questo interessante mondo.
Come nasce l’esigenza di un Arredamento Creativo ?
Il workshop di A.C. nasce dall’esigenza di fornire a designers, o anche a semplici curiosi, uno strumento per affrontare la disciplina in modo agile e contemporaneo e personale in un formato breve ed intenso articolato in una parte teorica, una parte tecnica ed una pratica/progettuale.
Qual’è la distinzione fra Arredamento e Arredamento Creativo ?
Beh nell’arredamento probabilmente il designer si limita a scegliere mobili e finiture da cataloghi e campionari e distribuirli in uno spazio per soddisfare i requisiti funzionali, seguendo un “gusto” o uno “stile” di qualche tipo.
Mi auguro che invece nell’arredamento creativo si possa partire anche da elementi molto personali e idiosincratici come un oggetto preferito, un colore, un profumo, le proprietà di un determinato materiale, seguendo un atteggiamento quasi più da scultore (di modellazione di un concept spaziale) o da regista (definizione di una narrazione articolata nello spazio) piuttosto che da arredatore in senso tradizionale.
L’ arredamento creativo prevede che siano realizzati pezzi in autoproduzione o può prendere parte al processo di creazione anche una azienda ?
Nella parte pratica del corso gli studenti verranno invitati a costruire con le proprie mani oggetti d’arredo usando materiali di scarto che vengono messi a disposizione da alcune importanti ditte manufatturiere. Questo è un passaggio indispensabile per acquisire una coscienza diretta della produzione di qualunque manufatto. L’atteggiamento di base che si intende promuovere nello studente si intende comunque applicabile anche agli oggetti di produzione industriale. Se la mano non si muove il cervello non gira bene…
Quali sono gli utenti principali a cui si rivolge l’ Arredamento Creativo ? Negozi, Abitazioni o altro ?
I tipi di progetto per un arredatore creativo possono essere questi ed altri. Direi che è meglio non limitarsi.
3 Principi di riferimento per un Arredamento che possiamo definire Creativo.
1) Rifiutarsi di copiare dalle riviste specializzate
2) Sporcarsi le mani, appunto maneggiare direttamente i materiali e costruire oggetti e/o modelli dei propri progetti
3) Avere una conoscenza della storia dell’arte, del design e dell’architettura non libresca e accademica ma viva ed entusiastica.
Come nasce questo Progetto con lo IED ?
Sono stato coinvolto in questo progetto dalla coordinatrice per l’Interior Design di IED Firenze, Cecilia Chiarantini.
Alla fine dello scorso anno avevo gestito il corso di avviamento alla Progettazione di interni chiamato Metodologia Progettuale.
Mi è stato chiesto di svolgere un ciclo di lezioni teoriche all’interno di questo workshop e ho accettato con piacere.
Può l’arredamento Creativo essere un Motore di sviluppo per la produzione dei giovani designer ? E se si, come ?
Certo, ovviamente. Nelle nostre intenzioni un workshop di A.C. stimola nei giovani designers un atteggiamento elastico e onnivoro dal punto di vista culturale, oltre che favorire la definizione di un proprio linguaggio e di un atteggiamento personale nella disciplina.
Come ti sei avvicinato all’ Arredamento Creativo ?
Anche se ho studiato da architetto, ho avuto la fortuna di lavorare in campi del design molto diversi tra loro, dalla grafica pubblicitaria al design all’architettura all’urbanistica. Questa è una cosa a mio avviso molto importante per la formazione di un designer, questa prospettiva che ti permette di uscire dagli ambiti ristretti del singolo campo d’azione e vedere ogni cosa che fai in un ambito più vasto. In qualche modo anche il disegno di un flyer partecipa al panorama della città…
Quali sono le esigenze di una azienda a cui si può rispondere con l’arredamento Creativo ?
Un esigenza che hanno quasi tutte le aziende è quella di differenziarsi, data la natura molto competitiva e specializzata del mercato. Formare dei designers che sanno esprimersi in modo personale ed unico è senz’altro una cosa interessante per aziende che vogliono innovarsi e non stagnare.