Uno dei più grandi designer francesi del 20 ° secolo, Jean Prouvè è nel panorama del design un personaggio singolare: inizia come operaio metallurgico e diventa architetto e designer in modo autodidatta. Artigiano, progettista, costruttore, architetto, insegnante e tecnico, la sua carriera lunga più di sessanta anni, spazia dalla progettazione architettonica, all’industrial design, alla progettazione strutturale e di mobili design.
Nacque a Nancy dove cresce circondato dall’energia della collettiva d’arte del padre Victor Prouvé, “l’École de Nancy” scuola nata con l’intento di rendere l’arte facilmente accessibile, forgiare il rapporto tra arte e industria, e di articolare un legame tra arte e coscienza sociale. Inizia formandosi come apprendista fabbro da Émile Robert, e poi alla bottega di metallo di Szabo, solo nel 1923 aprì il suo primo studio-officina. In questa prima fase inizia produrre le prime lampade, i corrimano e disegna i suoi primi mobili.
Nel 1923, dopo il servizio militare, Prouvé aprì il suo laboratorio a Nancy e cominciò a produrre i suoi primi arredi in lamiera d’acciaio. Consapevole dei limiti di questi materiali e desideroso di abbracciare il movimento moderno, Prouvé iniziò a lavorare con nuovi materiali e processi: acciaio, alluminio e saldatura ad arco. Nel 1926, Prouvé installò la prima macchina per saldatura elettrica e nel 1930, utilizzò una uova macchina per realizzare i suoi disegni.
Nel 1930, Prouvè è tra i fondatori dell’Unione des Artistes Modernes (UAM) e nel 1931 fondò Atelier Jean Prouvé iniziando a collaborare con architetti francesi e a fare mobili di metallo. L’azienda produsse numerosi mobili e alcuni dei primi elementi prefabbricati architettonici, compresi i componenti per la Maison du Peuple a Clichy con struttura in acciaio e vetro (in collaborazione con architetti Beaudoin e Lods).
Importante ricordare la collaborazione con Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret su una varietà di progetti di mobili.
Prouvé progettò mobili robusti ma leggeri nati dai suoi primi esperimenti sul acciaio piegato già alla fine del 1920 e questo diventò una parte fondamentale della sua attività.
Nel 1934 gli furono commissionati e800 pezzi di mobili per ufficio per la sede della società elettrica CPDE Parigi, oppure una scuola secondaria di Metz ordinò 1000 articoli, tra cui letti, sedie e scrivani. Questi lavori resero Prouvé un serio contendente nel mercato dei mobili prodotti in serie. A favore del settore pubblico – enti locali ed enti governativi – la sanità, l’istruzione e l’amministrazione in questo si rifletteva un ideale sociale. In quegli anni realizza la Standard Chair (1934) e la Citè Armchair(1934) .
Questi successi hanno portato l’azienda, nel 1936 a per produrre un catalogo di modelli standard per ospedali, scuole e uffici. Ricordiamo dell’ “Ateliers” biciclette di produzione aziendali e una stufa chiamata “Pyrobal” .
Durante la guerra, Prouvé fu anche politicamente attivo come membro della Resistenza tanto che venne nominato sindaco di Nancy dopo che la città fu liberata e membro dell’Assemblea consultiva dopo la Liberazione . A causa della scarsità di acciaio durante la Seconda Guerra Mondiale, Prouvé inizio a interessarsi a mobili realizzati in legno e a sviluppare semplici case fatte di elementi prefabbricati.
Nel 1947 fondò la fabbrica Maxéville, di 200 dipendenti, una struttura di 25.000 metri quadrati in cui sono vennero prodotti mobili e case prefabbricate. Al fine di soddisfare la crescente domanda di mobili, questa divisione finì sotto la direzione di Steph Simon come una divisione separata con diritti esclusivi di marketing nel 1949.
Nel 1952, tra gli incarichi importanti vi fu di progettare i mobili per le camere degli studenti presso la Maison de la Tunisie e la Maison du Mexique presso la Cité Universitaire. A causa di disaccordi con gli azionisti di maggioranza, Jean Prouvé lasciato la Maxèville nel 1953. In quegli anni crea una delle sue opere più note: la Bibliotheque con Charlotte Perriand e Sonia Delaunay.