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MUSE – La Mano. Arto, Arte, Artefatti.

Al MUSE di Trento, un percorso per esplorare e conoscere, in maniera dinamica e interattiva la mano, la sua evoluzione e i suoi molteplici utilizzi.

 

Mercoledì 23 ottobre 2013 è stato presentato al MUSE di Trento il catalogo della mostra temporanea curata da Ugo Morelli “La mano – arto, arte, artefatti”. L’evento è ospitato all’interno della prima apertura serale del MUSE, dalle 19.00 alle 23.00, e permetterà la visita del nuovo museo delle scienze nella cornice particolare di un’apertura notturna.

 

La mostra “La mano – arto, arte, artefatti” insieme a “Digital way of living” di Telecom Italia – è la prima mostra temporanea del MUSE. Ideata e curata da Ugo Morelli, la mostra interpreta e offre un suggestivo dialogo fra scienza e arte, antropologia, fisiologia e psicologia, estetica e neuroscienze. Un vera scoperta dei “mille volti della mano” e di ciò che con essi, in un tacito rapporto tra mente e mano, facciamo tutti giorni fin dall’inizio della Storia.

 

MUSE – La Mano. Arto, Arte, Artefatti.

 

Il percorso espositivo è un progetto di dotdotdot per esplorare e conoscere, in maniera dinamica e interattiva, la mano, la sua evoluzione e i suoi molteplici utilizzi.

 

L’esposizione della mostra ospitata nell’area del ‘piccolo vuoto’ del MUSE è concepita su dispositivo a pianta centrale e articolata in cinque sezioni. Il dispositivo, a supporto dei contenuti della mostra, si ispira alla struttura della mano, alle sue componenti e articolazioni, riproponendo, in modo scomposto, la sua anatomia e fisiologia. Data la sua conformazione, il percorso della mostra segue una logica puntuale: i singoli blocchi espositivi diventano il supporto di tutti gli elementi costituenti le cinque sezioni tematiche della mostra. I blocchi espositivi, realizzati in masonite, sono sostenuti da una struttura di cantinelle in legno naturale che, oltre ad essere portante, diventa rappresentazione del sistema nervoso. Tale struttura si articola simulando il movimento delle dita, i piani di appoggio raggiungono così diverse altezze a seconda delle esigenze espositive, fino a diventare una seduta nella parte terminale del percorso, per permette ai visitatori di consultare la mostra nel suo insieme.

 

L’impianto planimetrico è visibile, nella sua totalità, dalle balconate dei piani superiori che si affacciano sul ‘piccolo vuoto’.

Allestimento ed exhibit interattivi a cura di dotdotdot