Spesso lo sappiamo, è la prima impressione quella che conta ed in questo senso nell’ interior è l’ingresso a fare da biglietto da visita. In genere lo spazio destinato all’ingresso è limitato e ristretto, perciò è consigliabile la massima praticità e l’ordine.
Spesso nell’ingresso non ci sono limiti spaziali, ma è una zona che ha una sua continuità con il soggiorno. Questo può essere un ottimo aiuto per aiutare a scegliere lo stile o il colore, che appunto potrà richiamarsi agli spazi attigui. Ma talvolta, può anche essere necessario separare e definire lo spazio con le funzioni dell’ingresso.
Se si dispone di una parete libera, si può optare per le librerie componibili a muro, come lo scaffale Alma di Casamania o Vasu di Covo composta da un foglio di lamiera che con semplici pieghe, diventa un contenitore, una mensola o si incastrano tra loro così da impilarli, l’uno sugli altri fino a comporre una libreria.
Classico accessorio dell’ingresso però e sicuramente l’appendiabiti, accessorio per cui le proposte spaziano dai modelli a parete, alle strutture a terra fino a delle vere e proprie sculture. Un esempio ne è l’ormai storico Sciangai di Zanotta, del 1974 conservato nelle più importanti collezioni museali, tra cui il MoMA di New York e il Triennale Design Museum, fino alle più moderne interpretazioni minimali come Rokumaru, disegnato da Nendo per DePadova.
Per chi ama le serie coordinate immancabile è Bincan Sistem di Naoto Fukusawa per Danese, composto da appendiabito e porta ombrello mentre per i più originali, segnaliamo Passe Passe di Ligne Roset disegnato da Philippe Nigro.