Sedute d’arte: quando le sedie diventano icone

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Studiata, celebrata e declinata in varie versioni, la sedia o più in generale il tema della seduta è stato da sempre un grande spunto creativo. Nel corso dei secoli e soprattutto negli ultimi 150 anni lo sviluppo tecnologico è stato fondamentale nel design, in particolare nel mondo della sedia, la quale è stata oggetto di studi, ricerca, grazie anche alle infinite possibilità offerte dai materiali e tecnologie innovative. Il mondo della sedia affascina i designer, ci sono personaggi della storia del design come Hans Wegner Jørgensen, Arne Jacobsen, Jean Prouvè che hanno dedicato anni della loro carriera a creare sedie privilegiando questo genere di mobili rispetto ad altri .  Il successo di una sedia è legato ai materiali e alla ricerca ma significativamente anche alla forma.

Questione non da poco considerando se si pensa alla sua più domestica funzione di oggetto d’arredo che vede collocata la sedia in un specifico contesto stilistico e la mette in rapporto con altri arredi. Da questo punto di vista ci sono sedute che hanno fatto della loro forma il loro biglietto da visita fino a diventare in alcuni casi delle icone. E il caso di Joe di Poltronova disegnato da De Pas, D’Urbino e Lomazzi omaggio al campione di baseball Joe Di Maggio, la poltrona venne presentata al 10 ° Salone del Mobile di Milano nel 1970.

Tra le sedute cult della storia del design non possiamo non ricorda la Serie Up una collezione di 7 modelli di sedute di diverse dimensioni dall’impatto visivo eccezionale, disegnata nel 1969  da Gaetano Pesce prodotte da B & B Italia .

In tempi più recenti la riedizione di un altro classico della storia delle sedute: la poltrona Proust disegnata da Alessandro Mendini con lo Studio Alchymia per per il Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1978

Già nata come rivisitazione in chiave postmoderna di un celebre modello di poltrona, Cappellini nel 2009, introduce la versione della Poltrona Proust geometrica.

Negli ultimi anni una delle sedute che in poco tempo è divenuta icona grazie alle sue forme intriganti è Nemo e porta la firma di Fabio Novembre per Driade. La figura umana è al centro della scena con Nemo,  un volto dalle sembianze classiche che scavato al suo interno crea uno spazio vivibile. Una testa-poltrona quindi, vissuta dall’interno, un monoblocco fisso o con meccanismo girevole in polietilene proposto in vari colori dal valore scenografico sorprendente.

Tra i designer contemporanei che hanno fatto della seduta il loro tema di ricerca figurano i fratelli Fernando e Humberto Campana. Anche in questo caso si tratta di opere d’arte, visioni che riportano alla realtà del loro Paese, il Brasile dove convivono i grandi contrasti: dell’estrema povertà e del progresso economico, delle grandi metropoli e delle foreste selvagge. In alcuni loro lavori, sono stati artisti del riciclo usando materiali poveri o di uso comune come plastica, cartone, vetro, legno ma anche peluche e cordame. Un esempio la collezione Banquete Chair, le poltrone fatte di animali di peluche,  oggetti divertenti che comunicano però un messaggio serio legato alla fauna brasiliana.

Altro significato, ma ugualmente affascinate e d’impatto visivo la Corallo Chair firmata dai Fratelli Campana per Edra. Una seduta autoportante  formata all’intreccio irregolare di filo d’acciaio inox curvato a mano, unito da saldature con finitura in vernici epossidiche colore corallo, bianco e nero.

 

Anche la collezione Madam Rubens  di Frank Willems  per Soon Salon per rientra in questo concept d’arredo. Queste sedute nascono dai suoi studi sui materiali di scarto applicati all’industrial design. Resosi conto che gli unici elementi a non essere ancora stati riciclati erano i vecchi materassi. ha iniziato a studiare un modo per riutilizzare.Così nasce la colorata collezione Madam Rubens: i vecchi materassi vengono ripiegati, legati e applicati alle basi di mobili antichi. Alla fine tutta la composizione viene sigillata con una schiuma che rende ogni complemento resistente all’acqua, perfettamente igienizzato e comodo da usare. Icone per amanti del design, queste poltrone dall’alto valore scenografico, richiedono la giusta collocazione in spazi che contribuiscano a valorizzarle nelle forme e nei colori essendo asseverabili più che a sedute a vere opere d’arte .