Designer e architetto danese, Finn Juhl, è stato uno dei protagonisti del design internazionale noto sopratutto negli Stati Uniti. Orfano di madre e figlio di un grossista tessile, cresce con il sogno di diventare uno storico dell’arte ma fu suo padre a spingerlo a perseguire una carriera in architettura. Venne quindi ammesso alla Scuola di Architettura presso la Accademia Reale Danese di Belle Art,i dove dal 1930 al 1934 fu allievo di Kay Fisker, un architetto di primo piano del suo tempo. Dopo la laurea, Juhl inizia a lavorare presso lo studio di architettura di Vilhelm Lauritzen, dove era responsabile di gran parte del design degli interni della emittente nazionale danese la Danmarks Radio. Gia nel 1943 ricevette il CF Hansen, premio per giovani architetti.
Nel 1937 Juhl fà il suo debutto da autodidatta come designer di mobili, iniziando una collaborazione che continuerà fino al 1959 con Niels Vodder ebanista. Da qui le sue prime sedie, originariamente realizzate solo in un numero ridotto di pezzi circa 80 ma tuttavia quasi tutti riprodotti in seguito .
Si tratta per lo più pezzi destinati per se stesso, ma dopo aver configurato il proprio studio nel 1945, ben presto divenne noto per le sue opere insolite, espressive e scultoree Nel 1945 lascia la società Vilhelm Lauritzen e il suo studio di design, in Nyhavn a Copenaghen, specializzato in interni e progettazione di mobili.
Il primo progetto di Juhl risale al 1939 è la sedia Pelican la quale incontrò molte critiche descritta come un “tricheco stanco” . Ma nonostante le critiche, nel corso degli anni ’40 il lavoro Juhl cominciò ad avere un impatto positivo soprattutto sullo stile delle case all’estero. In Danimarca, infatti la sua popolarità non ha raggiunse quella dei suoi coetanei, Børge Mogensen e Hans Wegner meno radicali nei loro progetti .
La svolta nel 1948, quando Edgar Kaufmann, Jr., capo del Dipartimento di Design Industriale presso Merchandise Mart di New York, fece un tour in Scandinavi dove rimase impressionato dal lavoro di Juhl.
Fu da questo incontro che per Juhl si aprirono opportunità in Usa: ebbe un ampio articolo sulla rivista Interior Magazine e nel 1951 partecipò alla mostra Good Design a Chicago, creando 24 pezzi tra cui sedie, tavoli, contenitori, credenze e scrivanie il suo primo successo nell’ambito della produzione di massa moderna rispetto ai suoi standard artigianali tradizionalmente elevati.
Lo stile di Juhl propone linee morbide come si vede nelle sedie di legno, dalle forme quasi organiche. Generalmente utilizzava il teak, legno scuro, a differenza di molti altri sostenitori del movimento moderno danese che spesso usavano legno di quercia . Tra le principali influenze del suo design le opere dello scultore astratto Jean Arp, ( si vede già nella sua sedia Pelican), che ma rimase un motivo in tutta la sua carriera e l’arte tribale, evidente nella sedia Chieftain.
Una delle sue caratteristiche ricorrenti nella maggior parte dei suoi disegni di sedie è lo schienale distaccato dalle seduta “flottante” e solitamente rivestiti, in contrasto con il legno duro degli elementi portanti. Schienale e seduta che sembrano librarsi dal loro supporto, sono caratteristici nelle sedie realizzate tra il 1945 e il 1948.