Salone del Mobile edizione 2014, anche quest’anno l’evento principale in Italia per parlare di arredo e design. In questa sezione l’intervista a Fabio Novembre che lo scorso Aprile abbiamo incontrato nello stand Gufram .
Se tu dovessi scegliere un pezzo della storia del design che avresti voluto disegnare, un oggetto che avresti voluto fare te?
Devo dire che la domanda non è originalissima, perché me la fanno sempre. Io non ho dei pezzi che avrei voluto fare io, perché comunque è come se fossero parole da un vocabolario, mi piace usarle, mi piace citarle, non c’è una parola di cui mi innamoro. Ma neanche dei miei pezzi mi innamoro è come se fossero un pulviscolo. E un pulviscolo semiotico, non ti puoi innamorare di una particella è il tutto che mi affascina.
Come abbiamo visto Paolo Sorrentino alla premiazione degli Oscar 2014 ha ringraziato le sue ispirazioni. Se tu dovessi fare un ringraziamento “alla Sorrentino” a chi ti rivolgeresti?
Guarda io sono amico di Paolo e lo invidio per aver fatto un asserzione cosi forte e marmorea… scegliere 4 riferimenti, nord, sud, est, ovest…io sono senza coordinate. Ti darei 360 gradi di riferimenti, cioè io sono “macchiatissimo”, mi lascio influenzare da migliaia di cose e contemporaneamente ne prendo le distanze. Guarda prima ho fatto l’intervista seduto li (indicando Poltrona la seduta realizzata da Mendini per Gufram in edizione limitata) io amo molto Mendini, Sottsass, per me il design italiano dagli anni 50 in poi l’hanno raccontato per certi aspetti loro.
Ma anche personaggi non necessariamente del mondo del design…
Allora diciamoci la verità un grandissimo riferimento che ho sempre avuto è stato Federico Fellini. Un po’ per lo stile di vita, un po’ per approccio alla vita, Federico Fellini ha rivoluzionato il mondo del cinema, quanto a me piacerebbe rivoluzionare il mio. Lui ha veramente cambiato gli schemi. Ecco per certi aspetti gli innovatori evidentemente mi affascinano da morire. Federico Fellini è sempre stato un riferimento. Fai conto i primi soldi che ho guadagnato, il primo lavoro che ho fatto li ho spesi, tipo 1/5 della parcella, per comprare una foto originale di Tazio Secchiaroli di Fellini sul set di 8 e mezzo, una specie di santino. Quindi si dovessi dirne proprio uno, si direi Federico Fellini.
Cinema, musica, lettura… c’è una arte che ti ispira di più o prendi un po’ da tutto
Un po’ da tutto, anzi io dico sempre che per essere dei buoni progettisti non dovresti mai avere amici che fanno il tuo stesso mestiere. Più hai amici differenti con diverse culture afferenti, più si macchia il tuo percorso, più si arricchisce, accoglie gemme nuove che fioriscono su un tronco originale. Quindi guarda a me piace molto intersecare le discipline.
Quando proponi un progetto ad un azienda, ti viene critica corretto, aumentato migliorato …
Accetto le critiche, le osservazioni, le correzioni nessuno si può permettere di farmele, nel senso che se non la vuoi non la prendi. Poi a me piace il confronto, il dialogo però poi se non ci si trova d’accordo sono il primo a fare un passo indietro. Guarda mia moglie è argentina, c’è un detto meraviglioso: bisogna essere in due per ballare il tango…
Se tu dovessi dare un consiglio a un giovane designer che adesso entra in questo mondo…
Non ragionate con schemi vecchi, non prendete ad esempio i Mendini, i Novembre. Noi siamo già dei dinosauri per certi aspetti, il nostro percorso non è indicativo di nulla, è un tempo con parametri nuovi con coordinate nuove e bisogna innovare. Quindi ragazzi fate la vostra strada, siete nativi digitali sapete voi cosa dovete fare.