From Design to Kitchen incontra: Camilla Fucili

Pubblicato il Di in Approfondimenti, Interviste

1. Parlami un po’ di te… chi sei, dove vivi, quanti anni hai e gli studi che hai fatto…

1. Tell me something about yourself… Who are you, where do you live, how old are you, what did you study (at university)?

Camilla, classe ‘84, nata ad Urbino, laureata a Firenze, specializzata a Milano, assunta a New York, masterizzata in Rhode Island. Da qualche anno ho ritrovato le mie origini marchigiane per scommettere sul Made in Italy e su quello che il nostro paese ha ancora da offrire.

Camilla, Class ’84, born in Urbino, graduated in Florence, specialized in Milan, hired in New York, mastered in Rhode Island. I found back my roots in the Marche region to bet on the Made in Italy and on what our country has still to offer.

2. Cos’è per te il design?

2. What does design mean to you?

Il design è la nostra seconda pelle, deve comunicare con noi, essere empatico. Per me essere designer significa sbirciare nella quotidianità di ognuno di noi e saperla raccontare tramite gli oggetti.

Design is our second skin, it must communicate with us and be empathetic. For me being a designer it means to peek into the everyday of each of us and to be able to translate it into objects.

3. Qual è la tua filosofia per la progettazione degli oggetti?

3. Do you have a personal design philosophy? How would you describe it?

I believe in beauty, simplicity, and in the power of a well-told story. Combining these characteristics I create objects that are formally simple, but enriched by a strong symbolic component.

4. Quali sono i materiali che preferisci?

4. Which materials do you use the most in your projects?

Adoro il legno. Mi piace il suo carattere, il suo animo caldo e deciso allo stesso tempo; il metallo, per la sua capacità di essere elegante senza sforzi; la ceramica, meravigliosa nella sua poetica fragilità. Ci si può innamorare di tutti i materiali, basta ascoltarli e capire come arrivare insieme dove loro possono andare.

I love wood. I like its character, it’s warm but with a strong heart; I like metal, for its ability to be elegant without efforts; and ceramic, wonderful in its poetic fragility. You can fall in love with all the materials, just listen to them and understand how to get where they can go.

5. Raccontami brevemente gli oggetti che mi hai inviato…

5. Tell me something about the objects you have sent me…

Speech è un runner da tavola tagliato al laser nella forma di parole intrecciate tra loro. Racchiude nella sua trama le storie che ci raccontiamo a tavola, le risate condivise, i racconti sussurrati.

Stretch è una rivisitazione della forchetta, un utensile nato per rubare il cibo dai piatti degli altri e per portare una risata a tavola.

Con Glitter ho voluto giocare con la forma tipica del flut trasformadola in uno stelo senza base. Questa modifica formale rende l’oggetto apparentemente inutilizzabile ma perfetto per i contesti per cui è pensato: un brindisi in spiaggia o tra la neve.

Speech is a table runner laser cut in the shape of words. In its weaves it contains the stories we tell at the table, the laughs we share, and the words we whisper. Stretch is a reinterpretation of the fork, a tool created to steal food from others’ plates and to bring a laugh at the table. With Glitter I wanted to play with the typical form of flutes transforming it in a stem without a base. This formal change makes the object apparently useless but perfect for the context for which it is thought: a toast at the beach or in the snow.

 

 

6. Quali sono i tuoi progetti futuri?

6. Do you already have any project for the future?

Vorrei progettare con la luce, mi intriga molto la sua natura intangibile eppure così presente. Continuerò anche ed esplorare nuovi scenari grazie alle collaborazioni interdisciplinari già avviate e a quelle che si stanno delineando. Credo fermamente che il tutto sia più della somma delle parti: nel momento in cui si crea una sinergia, una visione condivisa, un obiettivo comune, il saper guardare insieme da angolazioni differenti verso lo stesso punto crea un valore aggiunto ben più grande della somma dei singoli sguardi.

I would like to design with light. Its intangible and yet so present nature intrigues me a lot. I will also continue to explore new scenarios thanks to the interdisciplinary collaborations that are already underway and those that are emerging. I firmly believe that the whole is more than the sum of the parts: when you create a synergy, a shared vision, a common goal, along with the ability to look from different angles to the same point, you create an added value far greater than the sum of the individual approaches.

7. Quale oggetto del passato ti piacerebbe aver progettato?

7. Is there an object of the past that you wish you had designed?

Il posacenere Spirale disegnato da Achille Castiglioni per Alessi. Forma e funzione vanno a braccetto nella loro elegante semplicità. Non fumo ma sfoggio orgogliosa un posacenere sulla mia scrivania… qualcosa vorrà pur dire.

The Spirale ashtray designed by Achille Castiglioni for Alessi. Form and function go hand in hand with their elegant simplicity. I do not smoke but proudly display an ashtray on my desk… it’s surely significant.

8. Alla premiazione degli Oscar Paolo Sorrentino ha citato il suo Pantheon di personaggi che hanno ispirato la sua vita, fra i quali Fellini e Maradona. Tu chi inseriresti nel tuo Pantheon?

8. Paolo Sorrentino during his ‘Great Beauty’ Oscar Acceptance speech appointed Fellini, Madonna and Scorsese as their inspirers. Do you have any? Who are they?

Da sempre ammiro e studio Leonardo Da Vinci, genio poliedrico con una sensibilità estetica mai scissa dalla funzione. Bruno Munari, figura leonardesca del 900 italiano per poliedricità, inventiva e fantasia: il suo approccio ad arte e design con seria leggerezza, la sua inventiva e la sua ironia mi sono da sempre di grande ispirazione.
I fratelli Castiglioni, creatori di oggetti carichi di funzionalità espressiva, padri di uno stile senza tempo.
John Maeda, preside della Rhode Island School of Design nel periodo in cui vi ho frequentato il Master in Industrial Design: le sue Leggi della semplicità mi sono state da guida durante gli anni di esplorazione alla ricerca della mia “voce” come designer. George Perec, scrittore dal tocco leggero e dallo sguardo mai banale.
Pensando invece al mio periodo più prolifero a livello di progetti ed invenzioni, che va dai 3 ai 10 anni circa, non posso non citare il Play-Doh e gli alberi del mio giardino: grazie a loro nascevano sempre meravigliose storie animate da pentole autoriscaldanti, casette sospese e mostri di Play-doh. E la mia prima baby-sitter, che mi ha convinta ad accantonare i Lego per le Barbie insegnandomi a cucire maglie e vestiti su misura.

I have always admired and studied Leonardo Da Vinci, a multifaceted genius with an aesthetic sensibility that is never separated from function. Bruno Munari, a Leonardesque figure of the Italian ‘900 for versatility, inventiveness and imagination. His approach to art and design with serious lightness, his inventiveness, and his irony has always been a great inspiration. The Castiglioni brothers, creators of objects full of emotional functionality, fathers of a timeless style. John Maeda, president of the Rhode Island School of Design during the time when I attended the Master in Industrial Design at RISD. His Laws of simplicity have been a guide during the years of exploration in search of my “voice” as a designer. George Perec, a writer with a light touch and a never boring gaze. Thinking instead of my most prolific period in terms of projects and inventions, ranging from 3 to 10 years or so, I have to mention the Play-Doh and trees in my garden: thanks to them a lot of wonderful stories where born, animated by self-heating pots, suspended houses, and monsters of Play-doh. Last but not least I would like to mention my first baby-sitter, who convinced me to set aside Legos for Barbies by teaching me to sew shirts and custom clothing.

9. Ritieni che l’autoproduzione dei propri pezzi sia la nuova via per i designers?

9. Do you think that self-production is a new possible way for designers to make their design?

Un tempo si parlava molto più di mestiere, di saper fare, di saper passare dall’idea alla cosa reale. Concetto che si è perso con la figura del designer-progettista e non esecutore materiale. Oggi abbiamo strumenti e tecnologie a nostra disposizione che hanno accellerato e facilitato il passaggio dalle idee alle cose. Ci si riscopre artigiani 2.0, creatori e non solo ideatori. Credo che questo sia stato di grande spinta verso la scelta sempre più diffusa dell’autoproduzione, che implica una progettazione definita non solo nella dimensione del “che cosa” si fa, quanto in quella del “come” si affronta il progetto. Il progetto va seguito da quando è ancora un’intuizione a quando passa nelle mani di chi lo compra.
Con l’autoproduzione si parla quindi di una vera e propria strategia del progetto, e ritengo che per il designer sia non solo una strada interessante ma spesso indispensabile per comprendere davvero la complessità che la progettazione porta con sè.

There was a time when there was a lot of talking about craft, about the art of making, about the ability to be able to go from an idea to the real thing. This idea of craftmanship has been lost with the modern figure of the designer. But today we have tools and technologies at our disposal that have accelerated and facilitated the transition from ideas to things. We rediscover ourselves “2.0 craftsmen”, creators and not just designers on paper. I think this has been a great boost to the increasingly popular option of self-production, which implies a design is defined not only by “what” you do, but also by “how” you face the project. The project needs to be monitored from when it is still an intuition to when it passes into the hands of those who buy it. “Self-production” implies a true strategy of the project, and I think that for designers this is not only an interesting street to follow, but it is often indispensable to really understand the complexity of designing.

10. Qual è il tuo rapporto con la cucina? (Hai mai progettato oggetti per la cucina?)

10. Which kind of relationship do you have with the kitchen and cooking? (Have you ever designed kitchen tools?)

Adoro cucinare, mangiare, sperimentare. Mi piace scoprire sapori mai provati prima, specchio di culture lontane dalla nostra. Ho vissuto in America per anni, prima a New York e poi a Providence. Il melting-pot di culture si riversa sia nei piatti che nel modo di affrontare il momento del pasto.
Sono state le riflessioni su questi aspetti che hanno generato molti miei progetti. Allure ne è un esempio: piccole ciotole che si legano tra loro tramite bordi magnetici e rimandano all’usanza tipicamente asiatica di condividere il cibo con gli altri commensali. Altro esempio è il runner Speech, che celebra l’importanza dello stare insieme a tavola, molto radicata nella nostra cultura e in antitesi con l’abitudine ai pasti to go tipicamente americana.

I love to cook, eat, and experiment. I like to discover new flavors that are the mirror of different cultures. I lived in America for years, first in New York and then in Providence. The melting pot of cultures pours into the dishes and into the approach to mealtime. I found inspiration in these issues for a lot of projects. Allure is an example: small bowls that are bound together by magnetic edges. They refer to the ritual of sharing that is proper of Asian countries. Another example is the runner Speech: it celebrates the importance of being together at the table, which is deeply rooted in our culture and in contrast with the to-go meal that is typically American.

11. Dimmi qual è la tua ricetta culinaria preferita.

11. Which recipe do you love the most?

Premessa: sono vegetariana, amante del cibo sano, fanatica dei contrasti, appassionata di sapori inaspettati. Come nel design così in cucina, gli ingredienti per la buona riuscita di un progetto sono: la semplicità, la bellezza e la bontà. Eccovi quindi uno dei miei piatti preferiti del momento: spaghetti di Konjac al pesto di avocado con frutta e semi.

Background: I’m a vegetarian, healthy food lover, fanatic of contrasts, fond of unexpected flavors. As much in the design as in the kitchen, the ingredients for the success of a project are: simplicity, beauty, and goodness. So here’s one of my favorite dishes of the moment: Konjac noodles with avocado-pesto sauce, fruit and seeds.

 

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