Interazione tecnologica negli spazi d’archittettura

Pubblicato il Di in Approfondimenti, Hi Tech

Il nostro approfondimento su design e tecnologia, ci ha dato la possibilità di comprendere quanto quest’ultima, sia sempre più presente nelle nostre vite. Non solo, ci ha portato a scoprire progetti che ci mostrano quanto, anche il design sia sempre più connesso e aperto alle possibili interazioni tecnologiche. Vi abbiamo presentato progetti innovativi, raccontato di domotica  e scoperto come aprirsi alle nuove tecnologie possa avere diversi significati, rivolgendo l’attenzione sia al product design che all’ Interior Design.

Proprio in questo ambito, tra scenari futuri e futuribili, vogliamo parlarvi dei  progetti dello studio dotdotdot. Si tratta di uno studio di progettazione multidisciplinare, fondato nel 2004 a Milano da Laura della Motta, Giovanna Gardi, Alessandro Masserdotti e Fabrizio Pignoloni. I loro progetti spaziano, dall’architettura, al design all’ exhibit design e si fondono con proposte e soluzione che guardano con interesse all’innovazione tecnologica e all’ interaction design . Sono progetti che portano una nuova visione al fare architettura d’interni, frutto della collaborazione tra specialisti in varie discipline, con competenze diverse.

 

 

In questi dieci anni lo Studio dotdotdot, ha collaborato con brand e istituzioni importanti ( Condé Nast, Samsung, NTV, Nespresso, Ferrari, RAI, Pitti Immagine, La Biennale di Venezia, La Triennale di Milano ecc… ). Il carattere distintivo dei loro progetti, sta nella congiunzione tra progetto architettonico tradizionale e nuovi media.

I loro lavori ci mostrano come la tecnologia, nell’ Interior Design  possa essere usata in modo diverso e per raggiungere obiettivi diversi: emozionare, raccontare, fare didattica o più semplicemente informareLa massiccia presenza di dispositivi tecnologici nelle nostre vite, porta con se anche il rischio di alienazione dalla realtà circostante , ma nei progetti dello studio dotdotdot  l’interazione tecnologica,  porta l’uomo a  diventa  parte integrante del progetto.

 

Esso è  il fruitore dello spazio non solo in modo passivo, anzi  la tecnologia coinvolge ancora di più il visitatore che si tratti di exhibit design o un altro ambito.

Abbiamo scelto per voi quattro tra i più interessanti progetti dello studio, fino a qui realizzati, come CASA .ITALO, il Centro servizi NTV ,  progetto elaborato in collaborazione con Stefano Boeri architetti . Si tratta di un concept che propone un nuovo tipo di centro servizi a supporto del viaggiatore che varia, a seconda delle esigenze dei viaggiatori e dei loro tempi di permanenza.

L’architettura del perimetro di Casa .italo è  integrata con gli apparati tecnologici dei diversi dispositivi di servizio offerti. Sul fronte esterno i servizi e informazioni rivolti al viaggiatore che ha tempi di permanenza minima, mentre all’interno i servizi sono pensati per il viaggiatore che ha tempi di permanenza più lunghi (interfacce per visualizzare contenuti e un grande tavolo interattivo WIFI ).

Si tratta invece uno spazio museale il progetto per PICCOLO MUSEO DEL DIARIO. Un percorso interattivo, voluto dalla Fondazione Archivio Diaristico Nazionale e dal Comune di Pieve Santo Stefano (Arezzo), per raccontare in un modo diverso, ma molto poetico, i diari, gli epistolari, le memorie autobiografiche di persone sconosciute che hanno lasciato traccia delle loro vite. Una  mostra che è un un omaggio alle anime dell’Archivio,  un vivaio di memorie, di confessioni, e segreti, nascosti in scaffali e cassetti, pronti per essere svelati e che diventano il concept dell’allestimento.

Il terzo progetto è  lo showroom per il Data Center Technology & Operations di Engineering (Pont Saint Martin, Valle d’Aosta), di cui lo studio milanese, ha curato la suddivisione degli spazi, le soluzioni d’arredo, con l’aggiunta di  esperienze interattive. Lo showroom è studiato come un ambiente visivamente unitario, separato da vetrata elettropacizzante che divide i due ambienti principali: l’area demo e l’area meeting. Questa “lama tecnologica” gestisce il controllo della luce a seconda delle diverse esigenze.

Le funzioni e le caratteristiche dell’ambiente sono gestite integralmente tramite un iPad: la configurazione della sala, le luci, le musiche. Il cuore del progetto è l’area ‘demo’.  Qui un grande tavolo funge da piattaforma di navigazione dei contenuti multimediali ed ha un feedback diretto con la grande parete curva videoproiettata dal forte impatto scenografico.

I diversi ambienti, divisi per funzioni, sono integrati in un unica identità visiva, in grado di comunicare i valori di innovazione, ricerca, internazionalizzazione e crescita dell’azienda. E’ uno spazio pensato per essere flessibile e per rispondere alle diverse esigenze rispetto al numero di partecipati e anche gli  elementi d’arredo sono progettati per garantire massima flessibilità.

L’obiettivo di questo progetto è quello di trasmettere al cliente, attraverso le scelte architettoniche, dei materiali e colori, lo studio delle interfacce, delle infografiche e della comunicazione, la percezione di un ambiente all’avanguardia e allo stesso tempo user friendly.

 

Progettare per informare, in questo senso il FUTURE FOOD DISTRICT  ne è un esempio.. Si tratta di un progetto di Interaction design e sistema di dynamic data visualization proposto  per l’avveniristico supermercato Coop  ad Expo Milano 2015.

Un padiglione di 2.500 metri quadrati e 4.500 metri quadrati di spazio pubblico che racconta un’ inedita esperienza d’acquisto grazie ad un complesso sistema di Kinect e di touch screen. Il padiglione proponeva l’espolorazione di  nuove forme di interazione tra le persone e i prodotti all’interno di un supermercato reale e funzionante. Le merci non erano esposte su scaffali, ma su grandi tavoli, e toccandole, il visitatore riceveva le informazioni sui display a specchio sospesi al soffitto, comprese  le informazioni sull’origine dei prodotti in vendita e sui dati di acquisto, visualizzati in tempo reale su un grande video di 28 metri, posto sopra le casse.

Anche gli esterni del padiglione erano interattivi, trasformati nel più grande plotter al mondo, al quale si proponeva di  disegnare in tempo reale i volti dei clienti profilati all’interno del photo boot installato all’interno del padiglione. Durante i mesi di EXPO, sulle facciate le sovrapposizioni dei visi dei consumatori suddivisi in 6 tipologie (wellness, foodie, easy, ve&veg, italian food lovers, green&ethic) davano vita al volto ‘ideale’ di Coop.

Questi sono alcuni dei lavori dei lavori dello studio dotdotdot. Scoprire lavori come questi ci fa comprendere come le nuove tecnologie, viaggiando di pari passo con Architettura, Design  Interior Design, possano contribuire sempre di più alla creazione di nuovi spazi della contemporaneità che non sono solo progetto, ma sono realtà fruibili.