Conoscere il design nelle sue mille sfaccettature. Questo l’obiettivo di Design Hero, il viaggio di Arredativo raccontato attraverso le interviste. Progettare può voler dire tante cose, anche collaborare tra designer. E’ questo quello che è successo a Luca Nichetto e Oki Sato /Nendo. La collaborazione tra i due designer affermati, ha dato luogo, nel 2013 alla mostra Nichetto = Nendo da cui hanno preso “vita” vari prodotti, tra questi Kurage, la lampada di Foscarini. Abbiamo incontrato Luca Nichetto al Fuori Salone di Milano 2015, nello spazio Foscarini Spazio Brera …
Partiamo dal progetto di quest’anno, un progetto a 4 mani con Nendo. Come è nata la collaborazione?
La collaborazione nasce due anni fa, quando abbiamo fatto la mostra Nichetto = Nendo al Foro Buonaparte. Avevamo disegnato insieme 7 prodotti, lavorando in modo molto interessante. L’idea era quella di usare il processo che usavano i poeti giapponesi, dove uno scriveva delle frasi e le spediva all’altro, che completava la poesia con una frase. Noi abbiamo usato lo stesso sistema, per realizzare dei prodotti.
Abbiamo fatto dei divani, degli specchi, mensole, tappeti ecc.. e la lampada Kurage, era uno di questi prodotti. Avevamo chiesto ad alcune aziende che lavoravano nel nostro settore e nostre clienti, se potevano supportarci nella realizzazione e Foscarini è una di queste. Foscarini ha visto il risultato, il prototipo ed ha deciso di produrla.
In questi anni abbiamo fatto una ricerca pazzesca, in termini di materiali, per vedere se era possibile realizzare la lampada con un diffusore in carta in Europa. Dopo tutta questa ricerca, si è deciso di tornare indietro e realizzare il diffusore in Giappone come avevamo fatto inizialmente. Una sfida importante per una azienda come Foscarini che produce interamente in Italia.
Personalmente questo dialogo con Nendo cosa ti ha lasciato?
Mi ha lasciato un ricordo bellissimo. Aver collaborato con un designer mio coetaneo, della mia generazione ha fatto si che dopo questa collaborazione, siamo diventati ancora più amici.
Siamo diversi, siamo completamente diversi.
Questo lavoro era un modo per dimostrare che potevamo fare delle cose insieme, non era questione di unire due designer per mostrare di essere i più fighi, ma mostrare che due designer possono essere non solo in competizione, ma anche scambiarsi informazioni, know how e creare qualcosa di interessante.
Questo è quello che a me è rimasto di più, il fatto di ricevere e dare, anche a livello di persona oltre, avere acquisito qualcosa di più.
Si può dire questo che questa collaborazione sia stata un incontro tra due culture, quella giapponese e quella europea?
Si, ci sono entrambe le cose, c’è un po’ di tutto alla fine si il designer è espressione di quello che fa.
Tu, fra i designer italiani sei quello più “nordico” per tratto e disegno, secondo te esiste ancora una scuola italiana o il design è il risultato di un mix culturale ?
Mah, io vorrei essere considerato prima di tutto Luca Nichetto, non so se classificare il design per zone, sia la cosa più corretta. Alla fine la creatività è creatività, chiaramente ogniuno ha la sue origini, il suo DNA
Stewie, Inception, Vader, le tue ispirazioni vengono anche dalla TV e dal contemporaneo ?
Tutto può essere ispirazione: film, musica, libri…L’ ispirazione la trovi ovunque.
Qual’è l’oggetto nella storia del Design che avresti voluto disegnare te?
Direi la Panton chair
Ogni anno il Salone porta centinaia di migliaia di Visitatori a Milano ma anche alcune polemiche sul fatto che sia diventato “il Salone del Marketing”, tu cosa ne pensi ? Vedi una atmosfera diversa nelle altre fiere europee ?
No , ci sono fiere dove si vende di più e dove si vende di meno, ma non vedo grosse differenze. Il circo è sempre lo stresso, questo è quello più grande.
Ringraziamo, il viaggio del Design Hero continua…