T’able@Milano Idee, materie, opere delle abilità italiane

Pubblicato il Di in Eventi, Salone 2015

T’able non è solo un gioco di parole che dalla tavola della convivialità fa emergere l’abilità, ma è soprattutto un gioco di idee che porta in evidenza la creatività e la sua messa in scena. È così che designer, imprese artigiane, artisti, aziende del design si espongono e mostrano i loro prodotti, in quanto parlano di loro stessi e del valore di sperimentare. T’able diviene così la tavola dei disegni condivisi, la mensa dei pensieri. Dopo l’esperienza dello scorso anno in Zona Ventura con un’area di 1.000 mq. con esposizione, showcooking, ristorante, bookshop con oggetti e libri in vendita, quest’anno dopo alcune riflessioni sui flussi cittadini e non solo sui luoghi, T’able si presenta nel “salotto di Milano”, nello spazio di Urban Center del Comune di Milano presso la Galleria Vittorio Emanuele, quindi in una una zona di passaggio e di passeggio dei cittadini, ma anche dei turisti internazionali. Però, nonostante questo, T’able non si è vestita a festa, ma ha inserito l’immagine della fabbrica tra gli stucchi e le boiserie della galleria. La fatica della creazione tra i profumi dell’eleganza, ma con la consapevolezza di creare valore tutti insieme. È su scaffalature industriali che sono esposti gli oggetti e le opere, come se fossero appena usciti dagli stampi delle industrie o dalle mani degli artigiani, un “miracolo a Milano” che mostra la competenza italiana che converge sulla città per promuovere esperienze.

 

Ma la scenografia del lavoro vuole anche essere uno spazio accogliente, con degustazioni di cioccolato, caffè e cocktail e chiacchiere di progetti realizzati e pensieri per il futuro, con presentazioni giornaliere dal vivo dei protagonisti in mostra, ma anche di chi vuol far parte della comunità anche solo per un giorno, per raccontarsi e sviluppare relazioni. Ogni oggetto ha il valore dell’idea, indipendentemente dal suo prezzo, consapevoli che la crisi economica ha bisogno di argomenti per acquistare dei beni, cose a cui voler bene, valori in cui riconoscersi. Le gorgiere di Sivia Beccaria raccontano l’aristocrazia della moda del Cinquecento che ora celebra l’EXPO trasferendo l’iconografia del cibo al gioiello, utilizzando anche materiali marginali, come pvc, gomme, poliuretano. Eetico realizza lampade formate con reti metalliche di recinzione dei pollai, plasmate a mano, la cultura materiale contadina nelle mani del design. Federico Peri utilizza la scaffalatura industriale dell’azienda Prenotto per realizzare lo Scaffale d’arte, un mobile scrivania raffinato, con la struttura in ottone, i ripiani in legno sorretti da fasce in cuoio doppiato; il mobile è esposto all’interno della scaffalatura da cui il designer è partito, come una madre che tiene in grembo il figlio, per mostrarne la bellezza. Antonio Cagianelli inserisce la lavorazione tradizionale dei pizzi all’interno della resina, come a preservarli: archeologia dei materiali per il futuro. Con la praticità del falegname ma la visione del designer, Marco Marzini realizza oggetti, arredi e allestimenti dove ogni parte è il progetto delle loro relazioni. La perimentazione con la luce di Giovanni Minelli, tra arte e industria, lo porta a trasporre le geometrie del sacro al profano dell’oggetto d’uso. Gli arredi di Lumaca Slow Design propongono la cura del dettaglio come lentezza del progetto ma anche dell’uso e del consumo delle cose. La collezione MANI di Britta Herrmann racconta di culture differenti che si sono incontrate disegnando su una tovaglia di carta davanti a un bicchiere di vino e di pensieri comuni che si sono sporcati le mani. A proposito di vini, Hic Enoteche 2.0 non offre solo un’accurata selezione di bottiglie, ma un sistema interattivo per conoscerne le caratteristiche e orientale la scelta all’interno del punto vendita. La competenza di più di un secolo di produzione consente a Graepel di passare dalle lamiere forate per i cantieri e per l’industria agli arredi di design: forza e delicatezza insieme. Gli sgabelli Ben di Mara srl sono come un foglio che si adagia sul supporto metallico. Le biciclette con telaio ma anche cerchioni in legno Speciale riportano ai primi velocipedi, ma con l’estetica contemporanea: un complemento d’arredo con le ruote. Riflettendo sull’evoluzione delle architetture, le opere di Alessandro Busci interpretano il nuovo sviluppo verticale della città di Milano, per elevare la visione del mondo. I Calcio Balilla di Teckell hanno il sapore dell’oratorio e dei vecchi bar, ma rivisti con materiali e suoni contemporanei, con la pallina che picchia contro la vasca di cristallo. Le lampade di TOOY, Light in motion, interagiscono in modo ironico con i materiali, i gesti, le tipologie di altri oggetti, perché il progetto cerca soluzioni dinamiche fuori dagli standard. Mirta Morigi con le sue ciotole per il cibo, di maiolica internamente rivestita di oro zecchino, porta a riflettere sul fatto che il cibo è una ricchezza, purtroppo non suddivisa equamente, perché per alcuni il contenitore ha più valore del contenuto. Orientandosi tra design minimale ed elaborazione artigianale, gli arredi di Interni Bonetti compongono nuove forme di mobili da forme precedenti: da cosa nasce cosa. VKΛ, la vodka prodotta in Toscana da grano biologico, si distingue anche per il design essenziale della bottiglia e del tappo in vetro e per il packaging realizzato con carta riciclata, grano e collanti ecocompatibili: delle materie prime non si scarta niente, come nella cultura contadina. I Light Drops di Roberta Magagnotto sono sintesi di creatività, artigianalità e sperimentazione sui materiali, con inclusioni in resina illuminate con led: una goccia che brilla. Per Livia Vaccaro i mobili diventano come tele, su cui trasferire i dipinti dalla forte iconografia pop, per un’arte che scompare nel momento dell’uso: è il sedere che si alza che mostra l’opera sulla sedia. La Ciclotte è l’evoluzione della cyclette per il fitness domestico rivista con il design e la tecnologia dei materiali compositi per l’aeronautica e il medicale: è un’odissea nello spazio. Cosmai Caffè utilizza un sistema di tostatura ecologico che evita il contatto diretto tra i chicchi di caffè verdi e la fonte dl calore, per un gusto più intenso. Lo studio di progettazione U-layer, con la nuova collezione NUT Not Useful Things, tra i loro arredi presenta una lampada realizzata in collaborazione con un’azienda di telescopi. È così che T’able vuole guardare lontano: EXPOltre, altrove e differenti.

 

14 – 19 aprile 2015 Urban Center del Comune di Milano Galleria Vittorio Emanuele 11 / 12 – Milano