Dopo aver raccontato dei molti progetti di auto produzione firmati da giovani protagonisti del design contemporaneo, vogliamo adesso riscoprire, le esperienze a cavallo del Novecento, di alcuni designer storici.
Abbiamo già fatto cenno alle esperienze in questo campo di Ettore Sottsass parlando della sua partecipazione nel Gruppo Memphis. Come lui, anche altri maestri della storia del design hanno avuto, seppur in contesti storici diversi, le loro esperienze di design auto-prodotto. Ecco che vengono quindi alla memoria i lavori di Franco Albini e Carlo Mollino. I due designer classe 1905, a meta tra gli anni Trenta e Quaranta, seppur con le loro differenze, non essendo coinvolti nelle commesse di regime, disegnavano e proponevano varie tipologie di arredo per singoli committenti, concorsi oppure per se stessi, interpretando in modo autarchico l’uso innovativo e sapiente dei materiali.
Nascono così i mobili presentati da Carlo Mollino, per il concorso Garzanti nel 1943 oppure la celebre la radio presentata a Zurigo per il concorso Wohnbedarf 1938 e i mobili tensostruttura di Franco Albini .
Anche Carlo Scarpa, l’architetto veneziano classe 1906, nel ventennio 1926 -1947 , in un momento storico in cui le possibilità di fare architettura erano piuttosto difficili, comincia ad assecondare la sua propensione alla sperimentazione avvicinandosi al design auto prodotto e collaborando con artigiani del vetro . Grazie alle sue capacità e alle abilità dei maestri soffiatori, realizza dei capolavori in vetro, offrendo un campionato con circa una trentina di straordinarie differenti tipologie di lavorazioni, che si aggiungono alla millenaria tradizione della soffiatura.
Altro personaggio protagonista del design auto prodotto è Piero Fornasetti: artista, artigiano e disegnatore. Dagli anni Quaranta, inizia a sperimentare l’auto produzione, facendo uso della stampa litografica su qualsiasi tipo di supporto: vetro, legno, ceramica, metallo e carta. Dalla creazione dei primi foulard in seta segue negli anni Cinquanta, la realizzazione di arredi con i temi dei suoi disegni.
Autoproduttori degli anni 70-80
Nel corso del Novecento, non è solo il periodo bellico a stimolare la voglia di ricerca e sperimentazione dei designer. Anche negli anni Settanta e Ottanta, come abbiamo visto con Alchimia e Memphis, il fenomeno riprende nuove forme e protagonisti.
Molte sono le figure di riferimento per il design autoprodotto in questo periodo: Riccardo Dialisi, Gaetano Pesce ma più di ogni altro la emerge la figura di Enzo Mari definito anche”coscienza critica del design”. Siamo negli anni Settanta, Mari opera in un periodo di contestazione. Il suo scopo era indagare meglio le ragioni di un progetto per avere maggior consapevolezza. Il suo obiettivo era coinvolgere la gente, tutta, anche chi non ne sapeva di design, perché comprendessero facendolo, cosa voleva dire progettare un arredo. Tra i suoi lavori i vasi per fiori recisi ricavati da bottiglie di plastica sulle quali praticare incisioni e tagli seguendo le istruzioni in un libro allegato.
Oppure progetti come la “Proposta per un’ autoprogettazione” che anche in questo caso spingere le persone ad appropriarsi fisicamente del progetto portando a compimento, con le proprie mani, portando alla realizzazione di diversi pezzi di arredo. Tra questi celebre è la Sedia 1 di Artek, che viene consegnata sotto forma di tavole in pino pretagliato con le istruzioni per l’assemblaggio delle parti .
Esperienze di auto-produzione appaiono anche nelle carriere di Giò Ponti, Bruno Munari e sopratutto dei Fratelli Castiglioni. Molti dei loro oggetti di design, esposti nei più importanti musei del mondo, sono figli della loro passione per la ricerca e del loro desiderio di sperimentazione diretta, cosa che avveniva nel loro laboratorio di idee: il loro studio. Nascono anche così alcuni loro progetti auto prodotti, in edizione limitata, come il tavolino Cacciavite, un grembiule da lavoro e altri oggetti prodotti in collaborazione con Alessi, esposti tra il 2013 e il 2014 nell’ambito della mostra “A casa Castiglioni” .
Ci sono progetti come Comodo, il mobiletto polifunzionale che Castiglioni ha disegnato per sé: in quel momento aveva bisogno di un tavolino da lavoro da tenere accanto al letto, quindi con un sostegno che lo rendesse facile da avvicinare e allontanare, con un piano d’appoggio non troppo ingombrante e nello stesso tempo, con uno scomparto facile da aprire dove tenere gli strumenti da lavoro. Anche così nascono progetti di design auto prodotto. Idee geniali e originali, dettate dalla vita quotidiana che poi per finisco per diventare dei must have e degli oggetti cult intramontabili. Questo la storia ce lo insegna!