Prosegue il nostro viaggio da Design Hero. Raccontare i progetti, come facciamo sempre è molto interessante ma ancora di più ci piace parlare con i designer, conoscere il loro modo di vivere il progetto e il mestiere stesso di designer in quest’epoca.
Queste mese si parla di arredi per esterni. In tal senso molte proposte interessanti le abbiamo viste durante il Salone del Mobile 2016, da Emu. E’ proprio qui che abbiamo incontrato i progettisti di uno dei nuovi prodotti presentati dall’azienda. Si tratta di collezioni Zhair, dello studio Archirivolto, la nuova poltroncina interamente in alluminio, rivisitata in chiave contemporanea con motivi e segni iconici tradizionali; un design inconsueto, in cui le linee e i volumi si fondono armonicamente.
Nell’occasione abbiamo scambiato due chiacchiere con i due designer toscani (come noi!) che ci hanno raccontato il loro “ fare design”.Un intervista a due voci con i designer Claudio Dondoli e Marco Pocci , che racconta molto di questo studio, con oltre 30 anni di carriera.
Raccontateci un p’ò il nuovo progetto che avete fatto per Emu, come è nata l’idea?
Idea del l progetto era fare una seduta leggera per esterni tipicamente mediterranea. Per questo abbiamo scelto un materiale leggero: la pressofusione di alluminio. Un materiale non semplice e una forma che comportava il non uso di materiali. Noi volevamo il sostegno del corpo umano, quindi abbiamo giocato sulla sottrazione del materiale. La forma è quello ciò che da il sostegno al corpo.
Quanto sempre importante la leggerezze per il progetto di una sedia?
Non sempre ma quasi. Pensa ad esempio al successo della Leggera di Ponti o Laleggera di Alias. Meno pesa e più si ha successo, poi si vendono anche quelle pese, magari per rappresentare altro, per mostrare il lusso. Ma quando si ha che fare con un best seller di vendita, l’ immagine ha bisogno di mostrare che la sedia non superi i 4/4.5 kg.
Però più leggera è meglio, anche perché poi subentrano problemi di trasporti e movimentazioni, sempre facendo attenzione a non farla costar troppo. Si potrebbe far in fibra di carbonio, ma i costi diventerebbero proibitivi.
A volte il progetto è un fatto personale. Ce lo chiediamo spesso, come funziona la progettazione in coppia?
Per noi niente si inventa ma tutto si modifica. Ossia, noi ci prendiamo gli archivi, e qui trovi la primogenitura. In questo modo noi abbiamo fatto l’ evoluzione di forme conosciute, così anche la clientela non si trova a dover “digeririre ” un prodotto difficile.
Ad esempio. Se volessimo essere poetici potremmo dire che la sedia è come se fosse composta da due tranci i vite ma se voglio essere onesto devo dire che la sedia è una trasposizione di un letto d’ottone, come quelli che disegnavamo in passato, di quelli intrecciati a mano da un artigiano, che al centro creava il nodo dì amore. Ricordo, si chiamava artigian letto, era il primo che abbiamo fatto.
Questo per dire che ogni oggetto anche i più moderni hanno una storia, partiamo da quello.
Voi siete Toscani vivete a lontani da Milano che nei giorni del Salone diventa il cuore del design. Come progettisti sentite questa distanza o no?
A Milano, andiamo e torniamo. No, la distanza non si sente, anzi noi si riesce a lavorare anche con l’esterno. Lavoriamo con posti diversi: la Germania, il Belgio, la Cina.
Fortunatamente internet ha collegato tutto, ma nello stesso modo la cultura ha collegato tutto, perché non è che uno è più culturale se sta a Milano.