A Concreto Creativo Arredativo incontra Mauro Lipparini

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Si rinnova il prossimo 25 maggio l’appuntamento con Concreto Creativo,  il ciclo di conferenze organizzate da Ordine e Fondazione degli architetti di Firenze insieme al Museo del Design Toscano che si svolgono presso la Palazzina Reale di Firenze sede dell’Ordine degli Architetti di Firenze e della Fondazione degli Architetti di Firenze .

Gli incontri sono degli interessanti spunti di riflessione finalizzati a raccontare le collaborazioni fra imprese e designer che costituiscono un’eccellenza del made in Tuscany .

Qualche  tempo fa nell’evento dal titolo “Made in Florence: Arketipo e Mauro Lipparini raccontano” abbiamo avuto occasione di conoscere più da vicino il mondo di Arketipo e di incontrare oltre a Lorenzo Cattelan (CEO di Arketipo) anche  Mauro Lipparini architetto e designer che da alcuni anni collabora con l’azienda.

 

L’architetto Mauro Liparrini ha disegnato per molti brand italiani e stranieri come Potocco, Bonaldo,  Roche Bobois, Natuzzi… Per Aketipo uno degli ultimi progetti disegnati  e presentati al Salone del Mobile è il divano Nash.

 

E’ stato inoltre vincitore dei concorsi internazionali di design Young & Design Milano (1987), International Du Pont Award Köln (Germania, 1988 e 1989) e Good Design®  Global Awards (2011).

Lipparini opera nel campo del design industriale spaziando dal mobile per la casa e per l’ufficio, l’industria tessile e altri prodotti creati per numerose aziende in Europa e in Giappone. Nell’ambito dell’architettura e dell’interior design, si è principalmente concentrato sull’edilizia residenziale e commerciale quali corporate headquarters, showrooms, negozi, ristoranti e installazioni espositive. Inoltre, progetta e realizza avanzati sistemi di immagine e di corporate identity, dalla grafica ai servizi editoriali, alla produzione.

 

Lo stile di Lipparini, si caratterizza per le forme essenziali e linee chiare ed energiche caratteristiche del minimalismo naturale, imbevuto d’uno spirito gioioso, di un esaltante senso di piacere estetico e creatività.

Noi di Arredativo, lo abbiamo intervistato facendoci raccontare un p’ò  di più del suo lavoro  di designer.

Lei per formazione è un architetto come nasce il suo approccio con il mondo del design

Mi sono laureato nell’Ottanta e come succedeva ho aperto il mio studio insieme ad altri ragazzi laureati, siamo andati avanti per un paio d’anni. Poi decisi di spostarmi da questa situazione occupandomi di design, una realtà sicuramente più generosi e con più opportunità  perché in questo campo, uno ha le idee, le lancia e le propone alle aziende. Certo,  ci devono essere momenti felici per poterle proporre, perché non è detto che quell’idea in quel momento sia l’idea giusta. Però devo dire, che ho avuto un successo incredibile sin dall’inizio e ciò  mi ha dato la possibilità di misurarmi sempre di più con il mondo dell’industrial design, sia aziende italiane che estere. Ho avuto grosse opportunità positive, che mi hanno dato la possibilità di fare interior design.

Poi, siccome io ho viaggiato sempre tantissimo, conseguentemente ho anche clienti esteri che in quei casi loro mi hanno offerto di fare architettura

Quindi  questo  è stato un percorso inverso. Ho fatto prima design, poi interior design e dopo l’architettura, tutto in totale libertà di pensiero e azione.

 

Lei collabora con Arketipo da molto tempo, come è nata la collaborazione ?

La collaborazione con Arketipo risale a 5 anni fa, mi hanno coinvolto chiedendomi di fare delle  proposte. La prima è stata la poltrona Jupiter, che ha avuto un gran successo e da li poi sono nate altre idee che mi hanno  visto coinvolto.

Il mondo della casa, il modo di vivere la casa e le dimensioni stesse sono cambiate negli anni, è cambiato anche il modo di progettare prodotti di design per la casa?

Be, l’industrial design si può fare in due modi. Uno è quello di progettare per se stessi. Viene l’idea la  proponi  e poi la si fa, un approccio un p’ò più da artista. Oppure si può fare in modo  un p’ò più programmato, perchè si conoscono le esigenze del pubblico e quelle dell’azienda .piuttosto che quelle di un’altra e si propongo e  questo è il metodo un p’ò o più scientifico. Diciamo che io rasento un p’ò entrambi, perchè voglio continuare ad essere libero di fare quel che faccio.

Quindi un pò interpreta anche il brand con cui lavora?

Si, il brand deve essere interpretato, bisogna interpretarlo e a volte bisogna essere anche lungimiranti rispetto all’azienda e spingerle verso orizzonti nuovi. Nello stesso tempo a volte è la stessa azienda  a permetterci di spingerci oltre quello che uno si immagina.

Anche la tecnologia  in questi anni ha cambiato il modo di progettare?

Si, ma non così come per altri prodotti di altri settori,nell’ambito della casa la tecnologia ha portato ad esempio, l’avvento di nuovi vetri, lo stampaggio invece esiste già da 40 /50 anni non è assolutamente nuova. Magari è cambiato il modo di produrre. Mentre prima si produceva in serie, quindi di sedie se ne ordinava 250  ora se ne producono 50. Mentre oggi si taglia e si confeziona un singolo divano,  prima si aspettava a fare un pacchetto e si diceva “si taglia” a pacchi a strati alti di tessuto, oggi invece si taglia solo per quell’ordine .
E’ molto più fattibile e agevole, meno faticoso ma ci sono vantaggi e svantaggi.

 

Parlare di design  Toscano l’appuntamento è quindi il 25 Maggio 2017 alle 17 presso la Palazzina Reale protagonisti della serata dal titolo “Antoniolupi ricerca e creatività” sarà proprio la Antoniolupi l’azienda di  Cerreto Guidi. In sala Andrea Lupi (amministratore delegato dell’azienda) insieme ai designer Nevio Tellatin e Paolo Ulian.