Arredativo Design Magazine

Conoscere per progettare: Arredativo incontra Valerio Sommella

 

Prosegue Design Hero, il viaggio nel design contemporaneo, il fare design raccontato dalle parole dei designer. Un modo per scoprire il design di oggi le novità e le tendenze ma anche le diverse attitudini al mondo del progetto da parte dei protagonisti. Il 2016 è stato, secondo noi di Arredativo l’anno dei tappeti: talvolta caratteristici per i materiali altre per  la riscoperta dell’artigianalità e per i motivi decorativi oppure come nel caso di Moooi per l’applicazione di una sofistica tecnologia che consente di realizzare.

E’ proprio in occasione dell’anteprima di questa nuova collezione che abbiamo incontrato Valerio Sommella, designer classe 1980 con all’attivo importanti collaborazione con importanti brand quali Alessi, Vistosi, Fabbian, Calligaris ed appunto Moooi per la quale ha disegnato la collezione fur Rugs.

 

 

Nel meraviglioso spazio riservato a Moooi in occasione del Fuori Salone 2016, lo abbiamo conosciuto e ci siamo fatti raccontare il nuovo progetto ma anche il suo  mondo, il suo design…

Raccontaci questo tuo progetto per Moooi, da dove nasce l’idea ?

Allora l’idea è nata dopo aver visto la presentazione di Moooi Carpet nel 2015 e appena l’ho visto mi ha colpito il livello di qualità e di dettaglio che si poteva realizzare. La mia idea, quella su cui mi sono messo lavorare, era quella di fare qualcosa di diverso. Quindi il processo è stato: cosa c’è più preciso e di dettagliato della superficie pelosa come poi alla fine sono questi 6 pezzi disegnati per loro?

Ed è stato un processo lungo, perché tutte queste immagini sono completamente generate al computer e mi sono dovuto inventare come farlo ,perchè non era proprio roba mia nel senso che è più un lavoro da character design tipo “pixart”.

 

Quanto è tecnologico  e quanto è artigianale un tappeto oggi?

Be questo è artigianale allo zero percento, nel senso che è una moquette stampata con una stampa ad alta risoluzione. La cosa interessante di questa stampa è che se tu lo muovi vedi che è una stampa di profondità. Se immagini di verniciare una moquette di bianco avresti la superficie, invece qui il pelo è tinto in profondità. Di fatto la tipologia è tutta a monte è nella macchina per stamparla.

 

Tu hai lavorato con Wanders e hai avuto un altro maestro in Giovannoni, cosa hai imparato da loro ?

Sono due personaggi diversi, entrambi bravissimi e da loro ho cercato di prendere quello che sanno fare meglio. Nel senso che Giovannoni è un designer preciso con  delle capacità incredibili di definire la forma degli oggetti e con un’estrema attenzione al mercato. Ed è un po quello che mi è rimasto, a me interessa la grande scala la produzione seriale, non la serie limitata.

Sei definibile un “giovane designer” come valuti in questo momento il mondo del design ? Hai qualche suggerimento per chi si avvicina adesso a questo mondo ?

C’è da sgomitare, non è semplice. Ciò sono molti giovani molte scuole, tanti che cercano di fare design, non tutti lo faranno. Ci sono più designer che aziende, ed è un mestiere che richiede, credo, comunque un minimo di predisposizione.

 

Guardando i tuoi progetti, soprattutto quelli per Alessi, si pensa che tu ami lavorare su oggetti di piccola scala, c’è differenza nel progettare un piccolo oggetto e uno più grande come nel caso dei tappeti per Moooi?

Di fatto direi che questo è un progetto di grafica quindi cambia ancora di più… A me piace controllare la forma nel più piccolo dettaglio, quindi la piccola scala è quella in cui mi trovo meglio. Però una cosa che dico è anche che nei miei progetti è difficile trovare un filo conduttore che li unisca tutti: ci sono quelli più ricercati formalmente, quelli più  rigorosi. Ogni progetto che faccio è come se fosse un capitolo di un libro, sono una raccolta di storie e le storie prevedono che ci siano attori diversi. Una storia diversa, una tipologia diversa, ogni progetto va capito e raccontato nella sua caratteristica.

C’è una categoria di prodotto con cui ancora non hai lavorato ma ti piacerebbe ?

Idealmente…ora ho appena finito di  lavorare a degli occhiali per un’azienda americana, adesso sto lavorando su delle macchine un po più industriali, macchine  da caffè. Mi piace andare un po fuori dal mondo del mobile. Se dovessi dirne una, mi piacerebbe disegnare una cosa tecnica, degli occhialini sportivi, da nuoto perchè poi li uso io…

Quello che comunque mi piace veramente di ogni progetto, è partire con una cosa che non ho ancora fatto, per cui devo capirla, studiare, ricominciare da zero ogni volta . Fare troppe lampade, cosa che faccio perchè ne ho fatte fin troppe, però è sempre andare nella stessa direzione, partire da zero è più stimolante!