Gio Ponti e la produzione ceramica

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Si è conclusa qualche settimana fa alla Triennale di Milano, una mostra che racconta il lavoro di un illustre designer e la progettazione della ceramica . Si tratta di Gio Ponti: L’Infinito Blu, curata da Aldo Colonetti e Patrizia Famiglietti con la collaborazione di Salvatore Licitra. Occasione per mostrare i  disegni originali che Ponti aveva progettato nel 1962, per  le ceramiche del Hotel Parco dei Principi di Sorrento. In mostra, oltre alle ceramiche originali dell’epoca, gli appunti di lavorazione e le fotografie del laboratorio dell’azienda dove l’architetto aveva lavorato fianco a fianco agli artigiani e gli operai .

E’ un legame profondo quello che lega la produzione di Gio Ponti al mondo della  ceramica.

Il designer infatti nel 1923, concluso il suo percorso di studi al Politecnico di Milano, assunse la direzione della storica  Manifattura Richard Ginori. In quel periodo fu proprio Ponti a rielaborare complessivamente la strategia  della società. Le sue ceramiche, vinsero il “Grand Prix” all’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi del 1925. In quegli anni, la sua produzione era improntata più ai temi classici

Questo periodo della sua attività è stata ben raccontato in diverse mostre come quella di alcuni anni fa  dal titolo Gio Ponti. Il fascino della ceramica esposta al  Casino dei Principi di Villa Torlonia. Oppure più recentemente nel 2015 nella mostra  “Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita”, al Belvedere della Villa Reale di Monza a cura di Livia Frescobaldi Malenchini e Oliva Rucellai. Qui circa cinquanta opere provenienti dalla collezione di ceramiche del Museo di Doccia e una selezione di lettere provenienti dall’archivio della Manifattura di Doccia, con schizzi, disegni e indicazioni di fabbricazione.

 

 

Alla Manifattura Richard-Ginori di Doccia, Gio Ponti inventava e disegnava i famosi Grandi Pezzi d’Arte De­stinati alle Collezioni e ai Musei (come La conversazione classica , La casa degli efebi, i Vasi delle Donne e delle Architetture). Ma anche organizzava un sistema di famiglie di pezzi (da grandi a piccolissimi, dalla famiglia del Blu Ponti con oro inciso a punta d’agata alla famiglia del gran rosso di Doccia) con cui risuscitò e fece proliferare l’intera produzione portandola alla produzione alla serie.

Fine prima parte…