Intervista doppia: Gordon Guillaumier e Pierre Charpin per Ceramica Piemme

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Tra pochi giorni a Bologna inizia Cersaie, salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredo bagno. Tra le aziende che presenteranno le nuove collezioni 2017 c’è anche Ceramiche Piemme, presente tra l‘altro anche lo scorso Aprile a Milano durante la Design Week.

In quella occasione Arredativo ha incontrato i designer Gordon Guillaumier, curatore dell’allestimento e  Pierre Charpin, progettista della nuova collezione “Fragments”.  

 

Da qui un’intervista doppia dedicata a due protagonisti del design Internazionale, che ci hanno raccontato la loro esperienza  progettuale nel mondo della ceramica.

 

  • Come è nato questo  progetto con Ceramiche Piemme?

(Gordon Guillaumier) La collaborazione è iniziata l’anno scorso con un progetto disegnato da me, la collezione Bits&Pieces presentata  proprio durante il Salone del Mobile. Questa era la prima collaborazione di CeramichePiemme  con un designer.

 

CERAMICHEPIEMME BITS&PIECES BY G GUILLAUMIER PH. MODO FOTOGRAFIA

Successivamente mi hanno chiesto se collaborare con loro, dare una mano  per far avvicinare l’azienda al mondo del design e fare da coordinamento con i progettisti. Poi l’anno scorso ci siamo visti al Salone del Mobile con Pierre, ci conosciamo da diversi anni  ed ho chiesto se voleva partecipare a questo progetto .

Ho pensato proprio a Pierre, non è una casualità, perché lui aveva  già lavorato con la ceramica anche se a un livello più artigianale che manuale basando il lavoro sulla tradizione. La cosa interessante, a parte il suo linguaggio che secondo me è molto adatto per l’azienda in questo momento, era questo calore, questa manualità che mi piaceva  che volevo portasse all’interno del progetto, pur restando parte di un processo industriale.

Per Pierre è stata un’esperienza diversa da quella precedente, perché stavamo parlando appunto di un processo industriale  con una stampa digitale non una cosa manuale. Da lì è partito a sviluppare il progetto per arrivare alla collezione Fragments, ossia frammenti, declinato in 2 pattern principali che sono quelli che danno più anima e più carattere alla collezione. Poi ci sono i famosi fondi a cui è più difficile dare un’interpretazione . Diciamo il fondo è l’aspetto più  commerciale, la base che vuole l’azienda da una collezione in termini di vendibilità.

CERAMICHE PIEMME FRAGMENTS BY PIERRE CHARPIN PH CEDRONE

CERAMICHE PIEMME FRAGMENTS BY PIERRE CHARPIN PH CEDRONE

Questa è la parte un po più artistica che da un po più che da carattere e spirito alla collezione. Il  lavoro di Pierre era di portare all’interno della collezione non solo un interpretazione è una guida su quello che si faceva sulla base, ma soprattutto dare una connotazione attraverso il suo linguaggio.

( Pierre Charpin) Per quello che riguarda il nome, tutto parte dall’idea di prendere pezzi che fanno parte del mio linguaggio. Sono segni grafici che esistono e sono frammenti che ho reinterpretato con la tecnologia delle piastrelle .

  • Pierre, tu sei un artista e un designer, quanto la tua formazione artistica influisce nei tuoi lavori ?

No io non dico di essere artista, io sono designer e alla fine mi sento più designer, anche se c’è una parte molto legata al disegno che non ha altro scopo che non il disegno stesso.

  • Quanto influisce la tecnologia nella progettazione di rivestimenti?

(Gordon Guillaumier)  E un paio di anni che lavoro nel mondo della ceramica, lo sviluppo tecnologico maggiore riguarda il 3D delle superfici, che riescono a fare delle cose straordinarie che però vale solo per piastrella a parete quindi una nicchia . Mentre per la pavimentazione c’è  la stampa 3D. Non so perché in questo momento la tendenza sia fare il virtuosismo della cose della natura, il legno, il marmo… Io stesso, lo scorso anno scorso ho cercato di sgretolare questa immagine attraverso Bits&Pieces, di  inserirlo all’interno di una logica di un manufatto come fosse fatto da  un artigiano però si torna ad una finzione, diventa un discorso complesso.

Da un lato le straordinarie potenzialità della stampa 3D, che però  da un lato siccome può dare risultati di virtuosismo viene spesso usato per creare finzioni.

Ceramica che si finge legno  è vero che ci sono dei grandi utilizzi per questo, penso alla situazione di una cantina umida dove non può essere usato il legno e puoi usare quell’immagine per scaldare l’ambiente, per cui, ci sono anche  delle ragioni per cui esiste ma ciò non deve limitare la creatività.

Lavorando con Ceramiche Piemme mi rendo conto della necessità di andare a sostituire legno o marmo, ma questo non deve limitare la possibilità di lavorare con i designer. Deve essere uno spartiacque per fare cose più ricercate  rispetto ad altre.

Oltre a stampare tutte le essenze di legno, si deve fare anche altro è spero che questo sia l’inizio di un percorso che pur mantenendo un carattere industriale trasformi questa visione commerciale e possa avvicinare al mondo dei designer e della creatività con il dialogo. Con delle prove si riesce a far compiere questo processo .

In copertina: CeramichePIEMME Fragments by Pierre Charpin Allestimento FuoriSalone PH A. Ferrari