Tante novità ci aspettano al Salone del Mobile 2017, tra i tanti progetti da scoprire c’è Tracing Identity la collezione che il prossimo aprile De Castelli, presenterà in Fiera a Milano.
Protagoniste 7 designer e una collezione declinata tutta al femminile, il progetto è stato curato da Evelina Bazzo/Umbrella. Progettiste sono state scelte per la loro capacità interpretativa e per il loro linguaggio progettuale emozionale, empatico e narrativo.
Così Alessandra Baldereschi, Nathalie Dewez, Constance Guisset, Francesca Lanzavecchia, Donata Paruccini, Elena Salmistraro e Nika Zupanc sono state invitate a disegnare complementi d’arredo dal deciso protagonismo espressivo e volumetrico capaci di trasmettere al meglio i caratteri espressivi di un materiale, spesso concepito freddo e poco comunicativo.
Da qui nascono i sette progetti personalissimi, diversi tra loro, ma capaci di esprimere creatività interpreti dell’acciaio, del rame, dell’ottone e del ferro. Evocazioni riferite a mondi mitici o fiabeschi dal forte carattere ornamentale, ricercato attraverso intagli o accostamenti di diverse cromie e finiture. Giochi di equilibrio, tra elementi pesanti e leggeri e tra superfici sorprendentemente ricomposte nello spazio; linee voluttuose e morbide o vibranti e cangianti plissé.
C’è Painting Collection di Alessandra Baldereschi, un paravento di grandi dimensioni pensato come una quinta teatrale che rappresenta su ciascun lato paesaggi immaginari come un cielo notturno e un profilo collinare. Il paravento è composto da tre ante basculanti che consentono diverse configurazioni per riparare aree private o dividere gli spazi interni, creando un angolo protetto da un paesaggio fantastico.
Elizabeth di Nathalie Dewez, è invece una piccola madia su cui si possono posare una lampada o qualsiasi altro oggetto e può custodire curiosità e oggetti. Elegante sui suoi piedini, Elizabeth appare leggera e delicata per le sue proporzioni, ma anche grazie alla speciale tecnica di piegatura del metallo realizzata appositamente da De Castelli. Volte è il progetto firmato da Constance Guisset. Un totem, una scultura, può essere guardato da qualsiasi lato e non ha necessità di essere appoggiato al muro. Un cassetto completa lo scaffale, aggiungendo spazio e praticità a questo misterioso oggetto monolitico.
Scribble è la proposta di Francesca Lanzavecchia, sono piccoli complementi d’arredo che decorano e fanno brillare la casa come i gioielli esaltano la femminilità. Vomere di Donata Paruccini è invece un tavolo composto unicamente da superfici, per valorizzare le caratteristiche delle lavorazioni De Castelli. Polifemo è il progetto di Elena Salmistraro, una credenza, reinterpretazione di quel mobile una volta presente in tutte le abitazioni, che rinasce e trova una nuova dimensione estetica. Un contenitore scenico, che arreda con grande energia evocativa, composto da una struttura lignea e vestito esternamente da un abito di metallo con intagli ornamentali per arricchire e consolidare il carattere dell’oggetto.
Settimo progetto è Longing cabinet di Nika Zupanc, definito “Il cabinet dei desideri”. Questo stato del cuore è rappresentato attraverso il design in maniera iconica e potente sotto forma di piccoli scompartimenti, ognuno con la propria chiave, che tengono nascosti desideri e segreti. Il progetto è anche un riferimento contemporaneo alla credenza, un mobile largamente dimenticato e caratterizzato proprio da un lucchetto e una chiave, che serviva a tenere biscotti o altri dolci fuori dalla portata dei bambini.
L’idea è stata ispirata dalla fantastica scelta di finiture metalliche De Castelli: la diversità di ogni desiderio che il cabinet esprime viene resa meravigliosamente dal numero di splendide finiture che rappresentano l’essenza di De Castelli e la sua dedizione al materiale.