“When Textile Meets Animals”: a l’Opificio di Torino in mostra gli scatti di Stefania Bonatelli che indagano il rapporto fra natura e design dei tessuti.
La mostra sarà inaugurata il prossimo 27 ottobre presso la Show Room di Via Martiri della Libertà 42 e rimarrà aperta fino al 5 novembre. Negli scatti della fotografa alle nuance dei raffinati tessuti dell’azienda torinese, fanno da contrappunto le sfumature di colore del piumaggio di alcuni tra gli uccelli più affascinanti del mondo.
Che rapporto può esserci tra la seduta di una poltrona ed un airone cinerino? O fra un cuscino in velluto ed un gufo delle nevi? “Tutta l’arte non è che imitazione della natura” recita Seneca, ma subito aggiunge che l’arte non è tale se l’effetto viene raggiunto per caso. È mediante la meditazione e l’attesa che la creatività umana interagisce con la natura e, attraverso essa, costruisce la propria visione di bellezza scegliendo via via i modelli e i colori che meglio rispondono agli ideali dell’epoca in cui vive.
Ecco dunque l’idea creativa alla base della mostra fotografica “When Textile Meets Animals”, che inaugura a Torino il prossimo 27 ottobre in via Martiri della Libertà 42, presso la Show Room de l’Opificio, azienda a conduzione familiare leader in Italia e all’estero nella produzione di tessuti di alta gamma interamente made in Italy: mettere in relazione il piumaggio di alcuni tra gli uccelli più iconici ed affascinanti del pianeta con la raffinatezza del meglio della produzione de l’Opificio in un continuo rimando fra la bellezza che l’occhio attento può cogliere in natura ed il risultato della creatività dell’uomo abbinata ad una cultura del “saper fare” che da sempre costituisce il DNA delle piccole e medie imprese di successo del nostro Paese.
A elaborare ed indagare questo intrigante rapporto, attraverso 10 scatti selezionati, è la fotografa torinese Stefania Bonatelli, che in questo lavoro può attingere all’esperienza di oltre 15 anni vissuti in Colombia, terra nella quale la natura domina attraverso il tripudio di colori intensi tipico dei Paesi tropicali.
Dal piumaggio degli uccelli, dai cieli dai quali provengono, dagli alberi e dalle sabbie su cui edificano i loro habitat, l’immaginazione dell’artista tessitore ha derivato le trame e gli orditi delle sete e dei broccati sui quali ha impresso linee e forme e tinte e tracce e talora simboli consapevolmente o no rubati alla natura. Il soffice, il morbido, il villoso, il levigato così come il ruvido e lo scabro dei tessuti evocano piume e penne e velli e scorze e cortecce e calici e corolle.
L’artista fotografa ne ha colto i nessi e così l’azzurro di un velluto si accosta alle sfumature di cielo dipinte sulla livrea della gru paradisiaca e l’occhio vigile e la posizione eretta dell’airone notte controllano le nuance del suo capo riprodotte sui runner e cuscini animalier presi dal manto del giaguaro. Il gufo delle nevi, osservatore acuto dalle tenebre, è accomunato ai neri e grigi delle sue notti e al candore del ‘vestito’ e i becchi dei tucani trovano riscontro nei variegati velluti policromi e nelle imitative curve dei cuscini impunturati. E ancora la gru incoronata ben si amalgama con oggetti di arredo che dal suo manto, dalla cresta impertinente e dalla natura arborea circostante traggono le tinte inusuali e dalla sinuosità del collo l’arco elegante delle sedute.
Non è dunque un caso se “When Textile Meets Animals” inaugura a ridosso della settimana che vede Torino protagonista indiscussa dell’arte contemporanea a livello nazionale ed internazionale: “Io e mia sorella Barbara in questa occasione abbiamo fatto un passo indietro e lasciato l’artista libera di lavorare sulle immagini e il risultato è stato sorprendente! commenta Paola Bertoldo titolare de l’Opificio insieme alla sorella Barbara e al fratello Federico – L’abbinamento di sfumature e textures tra i nostri tessuti e velluti e il piumaggio ci ha subito coinvolto per questo abbiamo pensato di condividere questo momento di sorpresa e gioia organizzando una mostra. E quale migliore occasione della settimana dell’arte di Torino”.