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Icone Design: Atollo di Oluce compie 40 anni

Tre lampade che hanno fatto la storia del design, quest’anno festeggiano un compleanno importante. Una di queste celebri “sculture luminose” è Atollo di Oluce firmata  da Vico Magistretti, che nel 2017  compie i suoi primi  40 anni.

 

La lampada, ideata nel 1977 dal designer milanese  scomparso nel 2006,  nel corso degli anni è diventata l’archetipo della lampada da tavolo.

Atollo è una vera scultura luminosa. Con questo progetto Magistretti vinse il  suo secondo Compasso d’Oro nel 1979, il primo lo ricevette nel 1967 con un’altra lampada che ha fatto la storia: Eclissi.

La lampada Atollo ha rivoluzionato completamente il modo di immaginare la classica abat-jour. E’ una lampada da tavolo a luce diretta e diffusa realizzata  in alluminio verniciato e vetro di Murano opalino . Bianca, nera ed oro, queste sono le tre colorazioni in cui è stata declinata la lampada.

 

Essenziale e geometrica la lampada è composta da un cilindro, un cono e una semisfera  queste forme che paiono in perfetto equilibrio e che hanno dato vita ad un prodotto decorativo ed essenziale allo stesso tempo.

Un’ icona del design è per definizione “un oggetto senza tempo”  questo vale anche per Atollo da anni protagonista di shooting fotografici o riprese cinematografiche, la lampada è un vero  simbolo del design italiano.

Una scena del film di Ferzan Özpetek “Allacciate le cinture” in cui compare la lampada. (fonte: www.oluce.it )

 

Oggi, a 40 anni dalla sua creazione, Oluce celebra e rende omaggio ad un oggetto di grande importanza per l’Azienda. Atollo, infatti, simboleggia e racconta con il suo profilo quelli che sono gli atout e le caratteristiche che contraddistinguono l’Azienda rendendola inconfondibile: la pulizia e la geometria delle forme, il carattere al tempo stesso discreto e decorativo, l’eleganza senza tempo e il pregio delle finiture.

Oggi Atollo è esposta  nei maggiori musei internazionali, dal MoMA di New York al Philadelphia Museum of Art, dal Kunstgewerbe Museum di Zurigo al Die Neue Sammlung di Monaco, dal Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo al Kunstmuseum di Düsseldorf fino alle collezioni  della Triennale di Milano.