LUISAVIAROMA Home for the Holidays è il progetto di Cristina Celestino, designer e architetto, per il noto store fiorentino. Un progetto per celebrare le festività e omaggiare, in una location unica, le eccellenze italiane del design e dell’abbigliamento.
Per il progetto, Cristina Celestino, si è ispirata ai temi del sogno e del surrealismo nonché lavoro dell’architetto, designer e fotografo italiano Carlo Mollino. Reinterpretando gli spazi più intimi della casa, l’allestimento ci conduce in un percorso di stanze tra cui il boudoir, la camera da letto e lo studio di un eclettico collezionista, per dar vita a un ambiente dal sapore domestico, ricco di riferimenti simbolici e culturali, dall’atmosfera natalizia.
Protagonisti dell’ allestimento una selezione di pezzi iconici, alcuni firmati da Cristina, altri di brand da lei selezionati come Antique Mirror, Bottega Veneta,Gebrueder Thonet Vienna, Londonart, Pianca, Seletti, Sergio Rossi, Stucchichiostri, Tonelli, Torremato, Vitra, ecc..
LUISAVIAROMA Home for the Holidays è stato presentato a Firenze lo scorso 5 Novembre, il 15 Novembre ci sarà il lancio delle capsule collection, disponibile in esclusiva in negozio, su LUISAVIAROMA.COM e anche nel pop-up LVR @ Spring a New York, dove verrà svelata l’ultima stanza segreta del progetto di Celestino , a completamento dell’allestimento di Firenze.
Il progetto LUISAVIAROMA Home for the Holidays è stato curato da Valentina Guidi Ottobri, Project Manager per il settore Home di LUISAVIAROMA. Home Head Buyer per LUISAVIAROMA e curatela per molti progetti che vedono protagonista il design, abbiamo incontrato Valentina Guidi Ottobri, che oltre a raccontarci questo progetto ci ha spiegato il suo punto di vista sul design contemporaneo.
1_ Come è nata l’idea del progetto “Home for the Holidays” ?
Home for the holidays nasce dall’ idea di festeggiare le festività trasformando l’iconica boutique in un ambiente domestico, dal sapore raffinato ed elegante. Un luogo non solo dove comprare ma anche dove soggiornare. “La merce diventa parte di una storia di stile, perdendo il suo valore meramente mercantile”. Cristina Morozzi
2_ Perché Cristina Celestino, quali aspetti del suo lavoro ti hanno portata a sceglierla per questo progetto ?
Quasi tutti i progetti di Cristina sono di carattere evocativo, il suo gusto retrò e la sua passione per i pezzi da collezione mi hanno fatto scegliere lei per trasformare gli ambienti da pubblici in spazi privati e familiari. Sono rimasta positivamente colpita dalla sua cura maniacale per i dettagli, ma sicuramente quello che più amo di lei è il gusto nell’abbinare i materiali, come marmo e vetro, ceramica e ottone.
3_ Con questo evento, grazie a Luisaviaroma, si avrà un’altra occasione interessante per parlare anche a Firenze di design contemporaneo. Pensi che la città dia sufficiente spazio al design e riesca a comprenderlo a pieno? Pensi che ci siano sufficienti occasioni per parlare di design in città?
Credo che sia un vero peccato a Firenze non essere riusciti ad abbinare la maestria artigiana con le competenze artistiche e funzionali del mondo del design contemporaneo, ma credo ci sarà presto un evoluzione.
3_ Questo evento fa seguito a Marble Iceberg che vedeva già protagonista nello showroom di Luisaviaroma alcuni pezzi di design contemporaneo e opere di Matteo Cibic dialogare con la moda. Ci racconti quell’esperienza?
Marble Iceberg era un’installazione composta da 5 piattaforme in marmo colorato e iridescenze hologram. Il progetto rifletteva sul tema del cambiamento climatico, l’innalzamento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai e le relative mutazioni comportamentali da parte delle specie animali.
Le edizioni di Matteo Cibic: piccoli unicorni di peluche “Fufy or Buky?”, le cui vendite sono in parte devolute alla salvaguardia dell’Antartide, si trovano ancora disponibili in esclusiva su LUISAVIAROMA.COM all’interno della sezione HOME.
4_ Con questi eventi hai portato il design a contatto con la moda. Come la moda sta influenzando il design e viceversa?
Tra design e moda esiste un “odi et amo” in cui da entrambe le parti esiste uno snobismo.
4 anni e mezzo fa’ ho creato il reparto Home per Luisaviaroma, uno dei leader sul digitale che fattura ad oggi 133 milioni di euro all’anno. Le difficoltà non sono state poche dalla gestione dei listini WW, gli imballi e lo storytelling era tutto da creare . Ma la più grande difficoltà, che ancora oggi dobbiamo gestire, resta la poca operatività delle aziende e l’assoluta mancanza di strategia per quanto riguarda la comunicazione.
A differenza del mondo moda, il mondo del design ragiona ancora a sconti invece di avere dei prezzi wholesale e relativi prezzi di vendita suggeriti al pubblico per ogni paese dove sono distribuiti.
Non essendoci dei veri Direttori Creativi, ma tanti designers che lavorano per tante aziende, si verifica un gap colossale in cui le aziende hanno cataloghi immensi ( perché tutti i modelli sono continuativi) senza un filo conduttore stilistico, e i designer sono pagati una miseria, attraverso royalties sui venduti che spesso non gli vengono comunicati.
I canali digitali come il nostro non sono supportati da strategie di comunicazione valide e i Social, che ormai sono diventati dei grandissimi convertitori non sono sviluppati e gestiti in maniera corretta.
Detto questo, mi piacciono le sfide e che mi sento molto fortunata a lavorare in questo settore, che ancora riesce a creare dei contenuti validi e a creare innumerevoli oggetti unici e senza tempo.
Penso che siamo solo all’inizio di un grande sviluppo che sorprenderà tutti, e io ho deciso di farne parte.
5_ Ultimamente hai curato la mostra Elemania, con cc-tapis e Elena Salmistraro. Cosa hai trovato nei giovani talenti del design con cui hai collaborato che ti ha colpito e che pensi possa caratterizzare questa generazione di designer?
Elemania è stata la prima personale di questa designer. Fin dal titolo ho voluto mettere in evidenza come alcuni dei lavori contemporanei ci creino una vera e propria “dipendenza”. Come Primates, iper pubblicati, fotografati e osannati dalla critica.
Elena prestissimo inizia a manifestare col disegno il suo desiderio di evasione dall’ordinaria società, che vive in un’eterna routine spesso troppo grigia e ripetitiva per chi ama rifugiarsi nella fantasia. Sono proprio i disegni a scandire, con decise linee nere, il confine tra realtà e immaginazione.
I colori “piatti” senza ombre, riflettono la sua volontà di evidenziare la finzione necessaria a mettere in scena i suoi personaggi, che proprio come in una favola, prendono vita carichi di rimandi concreti, ironizzando sulla banalità del quotidiano; quasi a proporre una filosofia di vita.
I pezzi che diventano celebri escono dalla testa di questo giovani visionari, uno diverso dall’altro sia come estetica che per i mondo di riferimento. Con grande entusiasmo si mettono alla prova ogni giorno cercando di non ripetersi mai, stupire e innovare. Ciò che li accomuna è la passione e la grande tenacia.