Dopo SelgasCano nel 2015, Bjarke Ingels nel 2016 e Francis Kéré nel 1017 è Frida Escobedo l’architetta incaricata di progettare il Serpentine Pavilion nel 2018. La struttura è stata inaugurata lo scorso 15 giugno a Kensington Gardens, come avviene ormai da 18 edizioni consecutive. E’ dal 2000 infatti che la Serpentine Gallery commissiona a nomi importanti dell’architettura, il progetto per il padiglione temporaneo. La prima a progettare questo fu Zaha Hadid, nel tempo si sono susseguiti davvero tanti protagonisti del panorama artistico e architettonico contemporaneo. Come Daniel Libeskind e Cecil Balmond nel 2001, Olafur Eliasson, Cecil Balmond e Kjetil Thorsen nel 2007, SANAA nel 2009 o Peter Zumthor con Piet Oudolf nel 2011 fino poi arrivare ad oggi con il nuovo progetto di Frida Escobedo . La progettista, classe 1979, è ad oggi la più giovane architetto ad aver progettato il Serpentine Pavilion .
Ma chi è Frida Escobedo’. E’ un architetto messicano, si forma presso l’ Università Iberoamericana conseguendo poi un master in arte e design presso la Graduate School of Design di Harvard .
Nel 2003, a 24 anni, fonda con Alejandro Alarcón lo studio “Perro Rojo” e realizza una delle opere più note: la “Casa Negra”. Edificio composto da una struttura a blocchi montata su quattro tubi e sollevata al di sopra della terra, con una grande finestra che offre uno sguardo totale alla città del Messico.
Del 2006 è il progetto di ristrutturazione dell’ Hotel Boca Chica con José Rojas ad Acapulco, Mexico. In seguito non ancora 30enne viene invitata da Herzog & de Meuron a partecipare al visionario progetto di Ordos 100, città sperimentale nel cuore della Cina.
Seguono altri importanti progetti nazionali tra cui la Librería del Fondo Octavio Paz e una estensione della galleria La Tallera Siqueiros a Cuernavaca. Progetto esposto alla 13. Biennale di Architettura di Venezia, inerente la conversione della casa-studio del maestro del muralismo messicano in un centro culturale. eliminando parte del muro perimetrale, il patio diventa un accogliente piazza di ingresso, in cui due giganteschi murales, ruotati rispetto alla posizione originale, fanno da spettacolare quinta.
Realizza poi un’agorà per la Triennale di Lisbona del 2013 e l’installazione di un padiglione di specchi al Victoria and Albert Museum di Londra, nel 2016 riceve l’AR Emerging Architecture Award.
I suoi progetti sono riconosciuti per la riattivazione dello spazio urbano, dagli alloggi ai centri comunitari agli hotel e alle gallerie.
I suoi progetti oltre ad essere stati presentati alla Biennale di Architettura di Venezia (2012 e 2014) e alla Triennale di Architettura di Lisbona (2013) sono stati esposti a San Francisco, Londra e New York. Recenti progetti includono la Graduate School of Business della Stanford University e progetti di edilizia sociale a Guerrero e Saltillo, in Messico. Tiene conferenze a livello nazionale e internazionale e ha vinto numerosi premi e riconoscimenti.
Acqua, luce e geometria sono le tre componenti caratterizzanti il progetto della Serpentine Pavilion 2018 di Frida Escobedo. Il linguaggio attinge sia all’architettura domestica del Messico che a quella britannica per materiali e storia come il ricercato riferimento alla linea del primo meridiano del Royal Observatory di Londra a Greenwich.
La forma del padiglione è quella di un cortile chiuso, composto da due volumi rettangolari disposti ad angolo. Le pareti esterne perfettamente allineate con la facciata orientale della Serpentine Gallery l’asse del cortile interno si allinea direttamente a nord. mentre l’asse ruotato del padiglione si richiama al Primo Meridiano, che fu istituito nel 1851 a Greenwich ciò crea dei cortili interni che sono una caratteristica comune dell’architettura domestica messicana .
Il padiglione, che sarà visitabile fino all’8 ottobre 2018, ospita all’interno un caffè e uno spazio dedicato ad accogliere eventi dedicati all’arte, architettura, musica, cinema e danza.
Per la realizzazione sono stati scelti scuri come la celosia, un tradizionale muro di brezza, caratteristico dell’architettura messicana qui realizzato come una quinta composta da un reticolo di tegole di cemento che crea un effetto vedo-non-vedo.
Due elementi riflettenti sottolineano il movimento di luci e ombre all’interno del padiglione. La parte inferiore tettoia leggermente incurvata, rivestita con pannelli a specchio e la piscina triangolare a pavimento, disposta lungo l’asse nord del meridiano. Giocando con riflessione e rifrazione, questi due elementi scandiscono il tempo e lo scorrere della giornata creando suggestive ambientazioni che mutano…