Aspettando Ventura Future || Arredativo incontra Federica Biasi

Pubblicato il Di in Approfondimenti, Interviste

Si sta avvicinando la data del prossimo Salone del Mobile (a Milano dal 17 al 22 Aprile) e con essa parallelamente si accenderanno anche  i riflettori sulla Milano Design Week. A tenere viva l’attenzione su questo appuntamento, ancora una volta, sarà Ventura Project, che come vi abbiamo già raccontato nelle anteprime, quest’anno darà vita al progetto Ventura Future, in una location tutta nuova, FutureDome,  animando così anche una nuova area della città.

Tra i protagonisti dell’evento nella nuova location ci sarà Mingardo, il brand guidato alla direzione artistica della designer Federica Biasi,  che siamo certi, sarà tra i più interessanti del prossimo Salone. Abbiamo incontrato qualche settimana, fa la giovane designer, che ci ha raccontato in anticipo, le novità di quello che vedremo a Milano.

Come è nata la collaborazione con Ventura Project e quali novità presenterete per l’occasione?

La collaborazione è nata prima di tutto perché ci piace molto quello che fa Ventura Project. Lo scorso anno sono stata molto colpita da Ventura Centrale perché non è era il solito box con tanti giovani ma c’erano realtà del settore molto conosciute e installazioni molto emozionali. Quando mi hanno detto che avrebbero preso un nuovo spazio  effettivamente ho deciso di venirlo a vedere subito. Lo scorso anno eravamo in Brera, in uno spazio piccolo ed essere in insieme ai “big”, da un lato è plus, dall’altro  però c’è il rischio che il tuo brand, giovane, non sia subito capito.

Quindi quest’anno questo spazio  ampio grezzo al suo interno, ci siamo innamorati e lo abbiamo preso subito. Qui visto che abbiamo lo spazio ampio abbiamo la possibilità di presentare gran parte della collezione  decò che è HANDICRAFT dello scorso anno.

 

L’anno scorso la collezione  ha voluto coprire tutte quasi tutte le posizioni del l living, così quest’anno andremo a completarla con altri 4 nuovi pezzi. Che saranno, una libreria terra cielo, disegnata da  me in tre blocchi che si rifà alle librerie degli anni 1950 di Franco Albini, una lampada, anche questa disegnata da me, a sospensione. In più 3 nuovi designer collaboreranno con noi, come Dennis Guidone che progetterà una poltroncina  da soggiorno, imbottita, per noi quest‘anno è l’inizio di un connubio tra diversi materiali. Lo scorso anno la collezione era monomaterica, solo metallo perchè volevamo accentuare questa idea di artigianalità, invece quest’anno ci stiamo spostando un pò di più verso  tutto quello che ha un valore proprio più aziendale, quindi il connubio è tra due materiali: sia il vetro per le lampada, che gli imbottiti per la poltroncina.

Poi ci sarà con noi Valerio Sommella con la lampada da terra  e  Mae Engelgeer che è una textile designer nota per aver disegnato lo scorso anno una collezione per il brand cc-tapis, che per noi progetterà dei rivestimenti paretali. Quindi resta il nostro core business per l’architettura. Stiamo cercando di innestare questi due linguaggi: il design contemporaneo per l’architettura.

 

Quando si cambia il ruolo, da designer si passa ad essere art director, come cambia il modo di vedere il design?

 

Io personalmente, cerco di portare avanti le due strade in parallelo. Essere art director, da un lato è molto bello, però dall’altro è anche difficile, perché devi essere ancora più obiettivo.  Soprattutto nel nostro caso, con Mingardo, perché noi siamo una azienda, non possiamo fare qualsiasi lavorazione e tendiamo a fare tutto  all’interno della carpenteria che è tutt’ora artigianale. Quindi bisogna cercare di scegliere i designer giusti e riuscire a spiegare loro, che non si può fare tutto ciò che hanno in mente, ma solo  determinate cose. E’ difficoltoso, quindi la scelta del pezzo che è dettata da questo limite. Non è semplice,  però è una sfida tutti gli anni, quest’anno, lo è proprio per il fatto che inseriremo  nuovi materiali.

Il salone del mobile di Milano è  ancora il momento in cui il design Internazionale ha il massimo della visibilità, l’appuntamento più atteso.  Come azienda, quando cominciate a pensare al quello che farete salone e com’è pensare un allestimento per questo evento?

 

Pensiamo al salone  già il giorno dopo in cui finisce il  vecchio salone…. Lo scorso anno appena finito, avevamo già deciso cosa saremmo andati a fare quest’anno. C’è un anno di progettazione. Per quanto riguarda l’installazione  vorremmo mettere i focus più sui prodotti, quindi quella che vedrete sarà una installazione minimale ed emozionale, che andrà a focalizzare, prodotto per prodotto, quello che abbiamo. Quindi vedremo, visto lo spazio che abbiamo  a disposizione, di fare qualcosa di più composto.