Tra pochi giorni inizia la Milano Design Week 2018 e la città si prepara ad accogliere milioni di visitatori, appassionati di design e addetti ai lavori.
Salone e Fuorisalone sono un appuntamento imperdibile per tutti quelli che operano in questo settore. E’ l’occasione per conoscere nuovi prodotti, per incontrare personalità di spicco del settore, per vedere proposte innovative. Sempre più spesso la forma per raccontare i prodotti non è la semplice esposizione ma l’installazione, un’ opera progettuale con cui si intende raccontare in modo “empatico” un prodotto e le sue caratteristiche intrinseche.
E’ questa la sfida ( che a volte riesce bene a volte no) a cui sono stati invitati a misurarsi molti progettisti. Abbiamo deciso di raccogliere qui, alcune delle installazioni più interessanti da vedere durante il prossimo Fuorisalone.
Abbiamo già dedicato un anteprima alle Installazioni che vedremo in Ventura Centrale. Tra le più attese c’è il progetto di Nitto Group che presenta HARU stuck-on design, il brand di adesivi da parete che proporrà un’ installazione site specific progettata dall’ufficio creativo SPREAD negli spazi industriali di Ventura Centrale per il FuoriSalone 2018.
Il progetto di HARU stuck on design è ispirato dalla pittura rupestre, una delle prime forme di arte conosciute nella storia, e riflette sul concetto dell’ “immaginazione guidata dal colore” sviluppato dalle originali idee di SPREAD. L’installazione, che ti accoglie con un tappeto avvolgente color cremisi, nasce infatti dall’idea di poter presentare i colori più liberamente in uno spazio, cosi da adattarli alle situazioni ed emozioni del momento: i colori infatti mettono in mostra ed aggiungono vita all’ambiente toccando la sfera emotiva e mentale delle persone.
In Ventura Centrale attese anche per il vetro “che suona”. E’ la proposta di AGC Asahi Glass leader mondiale nella produzione di vetro e materiali high-tech, sarà protagonista alla Milano Design Week 2018 e presenterà per la prima volta al pubblico un progetto inedito: il vetro “che suona”.
Il vetro “che suona” è stato messo a punto con l’uso di uno speciale strato intermedio in grado di attenuare il fenomeno della risonanza caratteristico di questo materiale. In tal modo diventa possibile produrre un suono pulito in una vasta gamma di frequenze, dalle più alte alle più basse. Come racconta Satoshi Takada, General Manager della divisione Business Development di AGC, “Il vetro è un elemento fondamentale in parecchi spazi. Abbiamo deciso di adattarlo ai nuovi stili di vita conferendogli una nuova funzionalità: la capacità di generare il suono. Questa innovazione fa parte di una sfida emozionante: realizzare inediti “paesaggi sonori” con il vetro”.
Il concept è stato sviluppato da AGC in collaborazione con l’architetto giapponese emergente Motosuke Mandai, il quale ha trasformato il progetto in un’installazione denominata “Soundscape”.
Porta la firma di Piero Lissoni l’installazione progettata dall’architetto milanese per Sanlorenzo ed esposta in Triennale. “Il mare a Milano: Yachtville” mette in scena l’innovativo progetto di interior design firmato da Piero Lissoni per lo yacht crossover SX88 di Sanlorenzo, vero e proprio atelier della nautica,
Liberamente ispirato alla scenografia adottata dal regista Lars Von Trier nel film Dogville, dove gli edifici che costituiscono un paese sono riprodotti in pianta per mezzo di delimitazioni grafiche bidimensionali. All’interno dello spazio espositivo della Triennale, la sagoma dello yacht SX88 è evidenziata a terra da una grafica che lo rappresenta attraverso un’astrazione degli ambienti interni. Su di essa risaltano unicamente gli elementi connotativi di uno stile, di una filosofia di vita, in cui si collocano teatralmente gli ingombri di alcuni ambienti arredati: il visitatore è così invitato a salire a bordo dello yacht, muovendosi liberamente da poppa a prua in uno spazio che riproduce l’ambiente living/dining open space di SX88 attraverso i pezzi di arredo reali prodotti dalle aziende che rappresentano l’eccellenza del design internazionale tra i quali Boffi, Cassina, Knoll, Living Divani ecc., scelti da Piero Lissoni con lo scopo di conferire un sapore domestico al progetto di interior.
In Foscarini Spazio Brera, ( via Fiori Chiari 28/Pontaccio 19 – Milano ) quest’anno l’installazione si chiama Reverse Room ed è firmata dall’artista e architetto James Wines, insieme alla figlia Susan Wines.
E’ una stanza dalle pareti scure, capovolta ed inclinata, con tavoli e sedie monocolore, lampade da tavolo che occhieggiano dal soffitto e quelle a sospensione che sbucano dal pavimento con l’intento di mettere in discussione la nostra percezione degli spazi e la nostra risposta agli stimoli ambientali e alle convenzioni.
La collaborazione tra Foscarini e Wines è iniziata più di trent’anni fa, con “Tabel Light/Wall Light” opera realizzata dall’azienda con il gruppo SITE di Wines nel 1991 per le aree culturali della mostra veronese “Abitare il tempo”.
Oggi quell’opera si evolve nel progetto di una collezione d’autore, la “Light Bulb Series“, composta da alcuni pezzi realizzati a tiratura limitata e numerata: una collezione preziosa per la storia che racconta e il pensiero che veicola.
Alexander Bellman con Gruppo C14 è invece protagoista nell’ambito di “Interni HOUSE IN MOTION”, nel Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano, con “Frame Emotions”: un’installazione che nasce dalla riflessione sul passaggio dal tridimensionale al digitale, con una visione ironica della frenesia del mondo contemporaneo
La percezione di ciò che ci circonda si dilata in una sovrapposizione di informazioni digitali e dati sensibili, che condensano in sconfinate estensioni virtuali del mondo fisico, in entità flessibili e plurivalenti.
Lo spazio che abitiamo non si misura più solo in metri: a questi si sommano i pixel delle stanze virtuali che prendono forma sui nostri dispositivi mobili, ad altissima velocità, secondo le logiche dell’intelligenza artificiale.
“Frame Emotions”, l’installazione disegnata da Alexander Bellman con il suo team C14 per Interni House in Motion, con la sponsorizzazione di Samsung Electronics Italia, invita ad una riflessione profonda.
Il progetto contrappone due rappresentazioni antitetiche della casa, due realtà che condividono lo stesso archetipo: casa tradizionale e casa contemporanea convivono e interagiscono nel dualismo tra il wireframe della struttura aperta e il volume pieno, annullando l’opposizione, proiettando un mondo dentro l’altro.
Al Fuorisalone 2018 torna anche ISSEY MIYAKE che presenta il progetto di Masahiko Sato, intitolato “My first me: Know yourself like never before”. Si tratta di una serie di installazioni interattive che permetteranno al pubblico di entrare in contatto con il loro inconscio e conoscere nuove parti di sè.
Installazioni per riflettere installazioni o per raccontare i materiali come Wood Coating Stories Installation by Ferruccio Laviani (Superstudio Più – Via Tortona, 27). Wood Coating Stories è il nome dell’evento, percorso scenico tra cromatismi e inedite texture nell’inconfondibile tratto di Laviani che mette al centro il legno e le soluzioni di verniciatura di ILVA, raccontandone la profondità di gamma. La volontà è quella di sottolineare la vicinanza del marchio al mondo del progetto e del design: la storia di ILVA, fondata nel 1946 nel cuore del distretto brianzolo, è infatti da sempre profondamente legata al comparto arredo-design.
Sono invece le ceramiche a farle da protagoniste nell’allestimento curato da Fabio Novembre. E’ la collezione Concreto che riflette la filosofia di Lea Ceramiche e mette al centro una continua evoluzione di idee e tecnologie e una profonda ricerca estetica del materiale.
Concreto è la nuova collezione di Fabio Novembre che approfondisce il tema del cemento con una rappresentazione iperrealista delle superfici cementizie.
Un’operazione concettuale che nasce da un’indagine estetica e materica per catturare il maggior numero di dettagli del materiale andando però al di là della stessa realtà oggettiva, stravolgendola e sottolineandola: le diverse texture e cromie del cemento, diventano quindi gli sfondi della collezione declinati in quattro tonalità – extra light, light, medium, dark e rust- che ripropongono la matericità del materiale grazie alla tecnologia del gres porcellanato laminato.
Sono tanti e diversi i modi possibili per raccontare il design e vengono festeggiati anche con un premio. Il Milano Design Award 2018: il premio alle migliori installazioni del Fuorisalone, che ques’anno giunge alla sua ottava edizione
L’edizione 2018 è sponsorizzata da IED e Hyundai e supportata dai principali circuiti e progetti ufficiali del Fuorisalone: 5vie, Art+Design, Asia Design Pavilion, Brera Design District, IN/BOVISA, Milano Space Makers, Porta Venezia in design, Superstudio Più, Tortona Design Week, Triennale di Milano, Ventura Centrale, Ventura Future e Zona Sant’Ambrogio.
L’obiettivo del Milano Design Award è premiare l’unicità dell’esperienza offerta al visitatore, individuare le espressioni estetiche che caratterizzano le tendenze progettuali contemporanee e sottolineare, attraverso la selezione dei progetti, i nuovi fenomeni socioculturali, come è accaduto nelle edizioni precedenti con i premi riconosciuti a Maarten Baas (Best Concept 2017 e Best Impact 2014), Formafantasma (Best Technology 2017) e Tokujin Yoshioka (Milano Design Award 2017), per citarne alcuni.
Saranno oltre 1500 le esposizioni gratuite e aperte al pubblico a Milano dal 17 al 22 aprile 2018: tra queste verrà scelta la vincitrice del Milano Design Award.
La giuria di quest’anno è composta da Han Han (ricercatrice di Strategic Design, project manager per la Beijing Design Week e managing director della Kids Design Week in Cina), Stefania Siani (vicepresidente ed executive creative director della agenzia pubblicitaria DLV BBDO, membro del board ADCI e partner di Le Dictateur), Andrea Davide Cuman (studioso del Fuorisalone, docente e ricercatore di comunicazione, media e città), Valentina Ventrelli (esperta di estetiche contemporanee, ricercatrice, consulente di Future Concept Lab, co-autrice di saggi sulle tendenze emergenti, membro storico del comitato scientifico di Milano,) Paolo Ferrarini, (content curator e docente universitario, consulente per l’innovazione, corrispondente italiano di Cool Hunting). A loro il compito di ricercare alcuni aspetti essenziali degli eventi in città: coinvolgimento, visione, contemporaneità, rapporto con la città ed estetica.