Il “Japonisme” – la fascinazione dell’Occidente per l’estetica e l’imagerie dell’Estremo Oriente – sarà il tema centrale della prossima mostra autunnale presso il Bank Austria Kunstforum di Vienna.
La mostra mira a ripercorrere come il fascino per l’esotico e il nuovo si sia sviluppato a partire dalla metà del XIX secolo, illustrando sia la sua fusione nel vocabolario delle forme della pittura occidentale, sia la forte influenza della sua estetica nello sviluppo del modernismo intorno al 1900.
A partire dal 1860 circa, l’estetica esotica ed elegante della cultura giapponese, fino ad allora pressoché sconosciuta, conquista il mercato occidentale, nutrendo la bramosia del pubblico europeo, affascinato dalla novità e dalla raffinatezza delle stoffe e dai colori ammalianti delle stampe e degli ukiyo-e (le colorate e rifulgenti incisioni su legno).
Gli artisti dell’epoca sono tra i primi a mostrare interesse per l’esotismo giapponese, collezionando e integrando nel loro lavoro questo insolito e straordinario repertorio di forme, temi e motivi. Se Monet, Manet, Van Gogh e Degas figurano tra i primi attratti da questo nuovo fenomeno, la nuova generazione d’artisti, tra cui Toulouse-Lautrec, Bonnard, Vuillard et Vallotton, Franz Marc et Wassily Kandinsky, non è da meno.
A partire da Parigi, la “Japomanie” si diffonde in tutta Europa, e in modo particolare tra Austria e Ungheria, dove l’Esposizione Universale di Vienna del 1873 dona vita ad una vera e propria infatuazione per l’Estremo Oriente, che successivamente influenzerà in maniera sensibile anche Gustav Klimt e Egon Schiele.
In seguito, l’estetica estremo-orientale ha generato un’interpretazione e una trasposizione dl tutto autonome in un nuovo linguaggio di forme, aprendo la strada al Modernismo del XX secolo – un linguaggio in cui le tendenze verso l’astrazione e l’emancipazione dallo spazio pittorico convenzionale si sono poi sviluppate ulteriormente come movimenti autonomi.
La mostra riunirà un insieme di quadri e opere grafiche, ma anche oggetti e mobilio. Le opere di artisti europei, quali Claude Monet, Gustav Klimt e Henri de Toulouse-Lautrec, i Nabis e il Blauer Reiter (il Cavaliere Blu), saranno affiancate da incisioni, stampe e paraventi giapponesi. Le opere e gli oggetti, selezionati tra varie collezioni pubbliche e private internazionali, presenteranno un’ampia panoramica del fenomeno del “Japonisme”, diffusosi in tutta Europa dalla fine del XIX secolo, all’alba delle nuove avanguardie.