Man Ray (nato a Philadelphia nel 1890 sotto il nome di Emmanuel Radnitzky e morto nel 1976 a Parigi) è stato considerato principalmente come un fotografo. Raggiunse una fama mondiale grazie ai suoi ritratti di artisti e ai suoi rayographs degli anni venti, realizzati senza l’uso della macchina fotografica.
Tuttavia, al tempo stesso Man Ray dipinse, disegnò, realizzò film e oggetti, scrisse, si dedicò con entusiasmo alla tipografia, alla realizzazione di libri e riviste, e perseguì una vera e propria carriera come fotografo di moda sperimentale per Harper’s Bazaar e Vogue – donando così al Kunstforum l’opportunità di rendere visibile tutto ciò in questa esposizione. Man Ray ha esplorato in maniera originale e ironica innumerevoli media e tecniche artistiche. Nella sua autobiografia, apparsa nel 1963, scriveva: ”… il mezzo non è importante – si può sempre riconciliare il soggetto con i mezzi e ottenere un risultato interessante (…) Bisognerebbe essere superiori alla limitatezza dei propri mezzi, usare l’immaginazione, essere ingegnosi. Se la fotografia di Man Ray è onnipresente in ogni visione del Dadaismo e del Surrealismo, sino ad oggi solo poche persone nelle regioni di lingua tedesca erano a conoscenza di lui come artista universale.
La sua pratica artistica fa riferimento non solo ad una grande varietà di media, ma anche alle due capitali dell’arte durante il ventesimo secolo – Parigi e New York, dove Man Ray visse. L’esposizione allestita da Kunstforum sarà devota al “Man Ray universale” e affronterà in maniera critica quei temi che caratterizzano la sua opera in generale, come le affinità e le differenze tra la fisicità e la creatività maschile e femminile e la loro messa in atto all’interno della sua opera; l’esposizione rivelerà inoltre il Man Ray “amico di chiunque fosse qualcuno”, che frequentava gli ambienti più alla moda della società e pertanto esempio di networker e catalizzatore in campo artistico.
Una selezione di 150 opere chiave provenienti da tutto il mondo, inclusi dipinti, fotografie, oggetti, lavori su carta, collages, assemblaggi e films sperimentali, aiuterà a delineare i tratti della complessa ed enigmatica personalità dell’artista che spianò la strada all’arte moderna e contemporanea, e che – in congeniale complicità artistica con Duchamp – pose le basi su come e cosa sia considerato “arte” al giorno d’oggi.