YouNique: ARTIGIANALITÁ D’ECCELLENZA

Pubblicato il Di in Eventi

Il 10 e 11 novembre Villa Ciani di Lugano aprirà le sue splendide sale affrescate a YouNique Artigianalità d’Eccellenza, una mostra – evento che vuole celebrare l’alto artigianato artistico, quel fatto a mano che è sinonimo di “fatto ad arte”, in tutte le sue declinazioni. Un percorso che celebra la tradizione, reinterpretata in forme attuali e innovative, in cui la creatività dialoga con l’abilità manuale, impiegando tecniche antiche che ancora oggi affascinano e interessano.

Decorative gate in botanical park of the city Lugano, Switzerland

YouNique Experience, specializzata in progetti ed eventi “bespoke” per il mondo del lusso, ha scelto l’artigianato di eccellenza per parlare ad un pubblico che cerca l’unicità del fatto a mano e l’esclusività dell’arte in ogni sua forma, dal design, al fashion, fino agli accessori. Proprio per questo non saranno esposti solo prodotti, ma saranno presenti gli stessi artigiani che li creano, per dimostrare che quello dell’artigianato artistico non è un processo mimetico, ma un approccio che si fonda sull’autorialità che usa l’immaginazione per dar vita a qualcosa di irripetibile.

Trentanove espositori animeranno i primi due piani di Villa Ciani, componendo una storia fatta di passione, di quel provare e riprovare per apprendere la tecnica che trasforma il manufatto in un’opera d’arte. Uno spazio sarà riservato anche al food con la proposta di una selezione di prodotti dell’alta eno-gastronomia selezionati dalla sommelier Nicoletta Rossi.

Il secondo piano sarà invece dedicato all’approfondimento e alla storia con la mostra Grand Tour Alla scoperta della ceramica italiana, un’esposizione itinerante promossa da AiCC, Associazione Italiana Città della Ceramica e curata da Jean Blanchaert, Viola Emaldi e Anty Pansera, che approda per la prima volta a Lugano.

Un omaggio alla tradizione ceramica italiana e quindi all’alto artigianato artistico che prende proprio la forma di una macchina del tempo, un viaggio nelle forme e nei decori delle suppellettili da mensa dall’antichità all’età moderna lungo 35 città italiane di antica tradizione ceramica.

Se il “Gran Tour” – raccontano i curatori – ci riporta al lungo viaggio di turismo colto di viaggiatori illustri – da Goethe a Stendhal, da Dickens a Huxley – destinato a perfezionare il loro sapere, questo nostro “Gran Tour” ci porta negli innumerevoli centri di produzione ceramica, dalla Puglia al Veneto, dalla Sicilia e Sardegna alla Liguria e Piemonte, dall’Abruzzo alla Romagna e alla Toscana… ai “cento campanili” della nostra penisola dove “cento” stili decorativi e “cento” gusti coloristici hanno costruito nel tempo una tradizione che ancora oggi si affida alla sapienza di mani esperte”.

 

 

 

Dal Convivio dell’antichità, al Banchetto medievale e alla Festa di corte rinascimentale, fino al pranzo della domenica con il servizio di piatti dei nostri nonni, la mostra rappresenta anche un viaggio nella storia della civiltà unita a quella dell’alimentazione.

Un focus sulla tradizione popolare, a compendio della mostra e in occasione del Natale imminente, sarà dedicato alla ceramica di Albisola in particolare alle pignatte in terracotta che giungevano in tutto il mondo con le navi che salpavano dalla Liguria e che erano accompagnate da cadeux, i cosiddetti macachi, che altro non erano che delle statuine del presepe.

Per più di 200 anni le donne che lavorano nelle fabbriche albisolesi di stoviglie, il gradino più basso della scala sociale, hanno realizzato queste statuite del presepe, spesso così brutte e deformate da essere sprezzantemente chiamate “macachi” dai ceramisti, ma che hanno resisto al tempo e oggi fanno parte della tradizione e della storia di Albisola.

I soggetti classici da presepe erano sostituiti con i personaggi tipici del luogo: Gelindo e Gelinda, i primi, secondo tradizione, ad arrivare alla Capanna; “u Zeun” e “a Zeunn-a”, l’uomo e la donna che hanno sempre freddo; Maffeo, il suonatore di piffero che, non avendo altro da portare a Gesù, gli offrì il suono della sua musica.

A tema natalizio, in mostra ci saranno anche i presepi in porcellana non invetriata, minimalisti e super contemporanei, dell’artista/ceramista milanese Guido De Zan e uno speciale albero di Natale addobbato con decori sempre in ceramica: le palle della manifattura albisolese San Giorgio e della faentina Bottega Vignoli e, sempre per rimanere a Faenza, le lettere dell’alfabeto della ceramista Antonella Ravagli.

Uno spaccato molto interessante della tradizione popolare e natalizia italiana che, insieme alla mostra Grand Tour, ci permette di scoprire curiosità, aneddoti e usanze di un passato recente e non.

Completa la proposta culturale del secondo piano un approfondimento dedicato al vetro con Leggerezza e trasparenza a cura di Raffaella Fossati che propone una collezione in vetro di Murano disegnata da vari autori – Elisabetta Gonzo, Alessandro Vicari, Ugo la Pietra, David Palterer, Norberto Medardi – e realizzata da grandi maestri vetrai come Simone Cenedese, Davide Salvadori, Claudio Tiozzo: una testimonianza per non disperdere ma anzi a valorizzare e sostenere un grande patrimonio artigiano che tutto il mondo invidia all’Italia.