Arredativo Design Magazine

Nel centenario del Bauhaus Thonet rivisita la S 533 di Mies van der Rohe

THONET BAUHAUS by STUDIO BESAU-MARGUERRE

 

La celebre cantilever S 533 F di Ludwig Mies van der Rohe, venne disegnata nel 1927. All’epoca Mies van der Rohe direttore dell’esposizione “Die Wohnung” (L’abitazione), organizzata a Stoccarda nel 1927 dal Deutscher Werkbund  venne a conoscenza dell’esperimento del collega olandese Mart Stam che nel 1926, aveva presentato il suo pioneristico progetto di sedia a sbalzo priva di gambe posteriori, basata su due cubi sovrapposti. Nel proprio progetto di sedia cantilever, Mies van der Rohe sostituì i cubi sovrapposti con un ampio arco che conferiva alla sedia, uno stile unico nel suo genere, la sua caratteristica oscillante. Il prototipo di Mart Stam, fu realizzato utilizzando tubi del gas, era di tipo statico e non molleggiato. Le curvature della sedia furono realizzate inserendo dei raccordi a gomito. Mies van der Rohe sfruttò invece la tecnica del tubolare d’acciaio curvato piegato a freddo, grazie alla quale il materiale conservava inalterate le sue proprietà elastiche. Sia il primo modello di Stam che la sedia di Mies van der Rohe furono presentati nel 1927 nel quartiere Weissenhof a Stoccarda. Dal 1932 il modello S 533, denominato inizialmente “MR 533”.

THONET BAUHAUS by STUDIO BESAU-MARGUERRE

Ora in occasione dei 100 anni del Bahuaus Thonet presenta una duplice rivisitazione della sedia S 533 a cura dei giovani designer  Besau e  Marguerre.

THONET BAUHAUS by STUDIO BESAU-MARGUERRE

 

Si tratta di due nuove versioni della sedia S 533 F con braccioli che, grazie a un sapiente abbinamento di colori e materiali sensuali, rendono più che mai attuale l’iconico modello in tubolare d’acciaio. Nelle due nuove varianti studiate per il centenario, una con telaio cromato perlato e cuoio color antracite e l’altra con telaio cromato color champagne e cuoio rosé chiaro, la funzionalità del Bauhaus si sposa ad un look & feel particolarmente caldo.

“L’impiego volutamente limitato di materiali, l’eleganza delle linee e la trasparenza nell’effetto, caratteristiche peculiari del modello S 533, ci hanno suggerito di riprendere il concetto ‘less is more’ di Mies van der Rohe ricercando, allo stesso tempo, il contrasto fra funzionalità e morbidezza”,spiega Eva Marguerre. Per reinterpretare la cantilever S 533 F, disponibile da settembre 2018 in un numero limitato di 100 esemplari in antracite e 100 in rosé, i due designer hanno puntato su materiali e tonalità calde. Dal progetto sono scaturite due sedie complementari, che possono essere perfettamente accoppiate o inserite da sole per dare un tocco di classe ad ogni stanza.

THONET BAUHAUS by STUDIO BESAU-MARGUERRE

 

 

“Lavorare su un design così peculiare è stato molto stimolante per noi. Mentre la maggior parte delle creazioni degli anni ‘20 erano sobrie e funzionali, in questo modello riconosciamo la cifra stilistica dell’architetto: nella cantilever di Mies, funzionalità e comfort si sposano con un’estetica senza tempo. Ci siamo riproposti di riportare ai giorni nostri esattamente queste caratteristiche. Ci è saltata all’occhio la versatilità di questo classico di epoca Bauhaus ed abbiamo capito subito che la S 533 meritava più di una rivisitazione. Ecco come è nata l’idea di proporre la coppia di sedie”, spiega Marcel Besau.

La variante classica ed elegante con telaio cromato perlato, sedile e schienale in cuoio finitura nabuk color antracite, come pure il suo pendant con telaio cromato opaco color champagne, sedile e schienale in cuoio finitura nabuk di colore rosé, alludono entrambe alla calda patina dei primi modelli cantilever degli anni ‘20 e ’30, quando i telai erano ancora nichelati.

 

Anche i due esemplari di sedia cantilever senza gambe posteriori ideati per il centenario devono la propria particolare comodità all’effetto elastico permanente che Mies van der Rohe ha ottenuto con la grande curvatura ad arco della parte anteriore del telaio in tubolare d’acciaio temprato. Grazie alla sua capacità oscillante, la S 533 segue i movimenti della persona, rendendo così superflua un’ulteriore imbottitura.