A maggio, in occasione del varo della 16sima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, TBA21–Academy in collaborazione con ISMAR-CNR presenta un’esposizione investigativa a cura del filmmaker e fotografo Armin Linke sulle sfide con cui devono misurarsi oggi i nostri oceani. Avvalendosi di riprese straordinarie degli abissi marini e di interviste a scienziati, decisori politici e giuristi di primissimo piano, la mostra analizza l’estetica dei dispositivi tecno-scientifici e prende in esame l’attrito tra protezione ecologica dei nostri oceani e loro sfruttamento politico ed economico.
Culmine di un progetto di ricerca triennale con TBA21–Academy, Prospecting Ocean di Armin Linke presenta una ricca coreografia di materiali multimediali e filmati d’archivio esposti nell’ex sede centrale e nei vecchi laboratori dell’Istituto di Scienze Marine (ISMAR-CNR), tra cui varie videoinstallazioni multicanale e una nuova serie di fotografie. Il montaggio di immagini raramente osservate del fondale oceanico – acquisite mediante l’impiego di speciali veicoli sottomarini a controllo remoto (ROV) fino a una profondità di 5.000 metri – giustappone visivamente il “naturale” fondo marino ai macchinari utilizzati per estrarre risorse quali i minerali giacenti in acque profonde. Definite giuridicamente patrimonio dell’umanità, queste cosiddette risorse si sono formate nel corso di milioni di anni: i vulcani sottomarini sono considerati il luogo stesso dell’origine della vita.
Dalle immagini estremamente distaccate di macchinari e asettiche incisioni nel fondale marino a quelle delle assemblee delle Nazioni Unite e degli apparati infrastrutturali, Linke rivela siti sottomarini generalmente invisibili e ha accesso a riunioni tra decisori solitamente chiuse al pubblico. Vagliando le istituzioni che amministrano il “fondo marino”, l’artista decostruisce l’idea di un’economia blu basata sul mare e le politiche abitualmente sostenute dai governi.
All’ISMAR-CNR il materiale filmato da Linke e dal suo team è presentato a fianco delle interviste realizzate “dietro le quinte” con importanti biologi, geologi e decisori politici, nonché con attivisti dei movimenti della Papua Nuova Guinea. Lo spettatore è invitato a considerare le conseguenze dell’estrazione in alto mare e altri tipi di scavi sia sull’ambiente che sulle comunità locali. Linke mette a nudo un’intricata rete di dinamiche, analizzando come l’informazione venga negoziata tra entità e istituzioni scientifiche, legali ed economiche, tanto a livello locale quanto sul piano internazionale.
Prospecting Ocean presenta inoltre una selezione di documenti e volumi basilari provenienti dalla biblioteca storica dell’ISMAR-CNR vagliati dagli scienziati dell’Istituto e testi critici che analizzano le infrastrutture legali, politiche e economiche che presiedono alla ripartizione delle risorse degli oceani. Nel complesso, il progetto analizza la gestione degli oceani e rivela la fascinazione e al contempo la disaffezione nei confronti di tecnologie che consentono di mappare, visualizzare e sfruttare le risorse marine.
Durante il fine settimana inaugurale e per l’intera durata dell’esposizione, Prospecting Ocean sarà accompagnata da una serie di eventi curati da Territorial Agency, un’organizzazione indipendente fondata da John Palmesino e Ann-Sofi Rönnskog che promuove in modo innovativo trasformazioni territoriali sostenibili. Queste attività prenderanno la forma di conferenze, conversazioni e creazione di oggetti a partire dai dati provenienti dall’archivio dell’ ISMAR-CNR.
All’inizio del 2019 sarà pubblicato un volume curato da Stefanie Hessler, in cui figureranno ulteriori ricerche e nuovi testi critici appositamente commissionati.