Emozionare e saper raccontare attraverso i progetti di design è una qualità intrinseca, che solo alcuni progettisti sanno aggiungere ai loro prodotti, tra questi ci sono Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto. Abbiamo incontrato la coppia di designer lo scorso anno al Salone del Mobile, durante la presentazione della loro nuova collezione firmata per De Castelli. Tra i nuovi progetti c’era infatti Marea, (selezionata da Arredativo tra i MustHave 2019) la collezione di mobili contenitore. Un progetto che, come ci hanno raccontato i designer ha alle spalle una particolare e lunga fase di ricerca il cui risultato però un elemento d’arredo veramente unico.
Come è nata la collaborazione è il progetto Marea di De Castelli?
“Siamo stati chiamati a partecipare con altri designer alle nuove collezioni, con l’obiettivo di risaltare le qualità dell’azienda. A noi piace molto il metallo come materiale, perchè è vivo e cambia nel tempo. Già in passato abbiamo affrontato in altri progetti il tema dei “segni del tempo” e delle sue tracce, la nostalgia e i ricordi, perchè ci piace raccontare storie attraverso i nostri progetti. Così il metallo ci è sembrato il materiale adatto che poteva fare questo a perfezione. Una delle proposte che abbiamo presentato è stata questa serie di mobili contenitore con questa finitura particolare, una acidatura che racconta attraverso i segni il passaggio del tempo ed è ispirata alla marea.”
“Ed è interessante come De Castelli siano riusciti a interpretare questa idea e proporla su una superficie metallica. E’ cosa abbastanza unica e per farlo ci vuole tutto il know how e il sapere artigiano che li contraddistingue. Sono stati mesi di prove, test, acidature sono processi molto particolari. ” aggiunge Daniele.
“Inoltre ogni pezzo alla fine è unico, perchè non sai mai come si comporta l’ acidatura e il trattamento. Quindi ci sono anche queste difficoltà ma è pregio e difetto, perchè ogni pezzo è differente non si riesce a controllare. Ma il bello è anche quello di avere questa reazione al naturale.” ci dice Giorgia.
De Castelli è un’azienda che ogni volta sembra portare il metallo a livelli inaspettati. Vi aspettavate tutte questa possibilità creative con il metallo?
“Conoscevamo l’azienda e ci piaceva molto, un po’ ci aspettavamo queste possibilità ma non a questi livelli” afferma Giorgia
“Quando abbiamo presentato il progetto, tra le varie proposte Marea è piaciuta subito però c’è stato subito dubbio sulla fattibilità sulla possibilità di ricreare l’effetto che avevamo prodotto noi ma ci sono riusciti molto bene. No, non è stato facile anzi, abbiamo presentato la collezione in ottone e ferro ma abbiamo continuato a sperimentare anche su rame. Il bello è che su ogni metallo l’acidatura ha una sua reazione, quindi le possibilità sono infinite” ci racconta Daniele
Nei vostri progetti si lascia molto spazio allo storytelling, quanto è importante la storia del prodotto?
“E’ molto importante, perché ognuno può comprare una sedia qualsiasi, poi però si stanca. Il fatto di inserire una narrativa all’interno del prodotto, da un valore aggiunto che ti fa legare in modo più personale al prodotto. Compri non solo per estetica, ma anche la nostalgia, la memoria … Come con il progetto Aqualta in cui abbiamo lavorato con i profumi e la capacità di far ricordare, raggiungendo la memoria in modo veloce” dice Giorgia
Voi siete partiti dal Salone Satellite, quanto è stato fondamentale questa opportunità?
“Questo è il nostro 5° anno di lavoro insieme, abbiamo fatto il Satellite nel 2013. E’ stato fondamentale sia perché è stato la prima esperienza insieme sia perché ci ha portato fortuna . E’ una vetrina fondamentale per i giovani designer, forse una delle più valide che espone a grandi nomi del design . Per noi è stato vincente, ci ha permesso di lavorare con Moroso che passava casualmente e quindi è da consigliare assolutamente. “ricorda Daniele “Inoltre il Salone del Mobile a Milano si è sempre dimostrato essere il centro del mondo del design, anche per noi è il culmine di un anno di sforzi, di impegno, di ricerca . E’ la vera base per i designer di tutto il mondo.”
Voi siete un duo come chiediamo molto spesso in questi casi come è progettare in coppia?
“Non c’è una scaletta, non ci sono regole però c’è complementarità” dice Daniele
“Il procedimento è sempre lo stesso ma funziona. Facciamo degli schizzi poi prendiamo uno di uno ed uno dell’altro. Poi quindi si sviluppano si ci dividiamo i compiti, per cui è inevitabilmente il progetto venga fatto a 4 mani e in ogni caso il progetto passa da uno all’altro” ci confida Giorgia
“Inoltre ogni progetto nasce in modo diverso vuoi perché c’è un feeling diverso con le persone all’interno dell’azienda che sviluppano il progetto qualcosa cambia sempre” aggiunge Daniele
C’è un settore di un prodotto che ancora non avete fatto e che vi piacerebbe fare?
“Si, molti . Ci siamo avvicinati al settore arredo bagno con il progetto delle piastrelle Storie per CEDIT che si collega in qualche modo a quel mondo. La cucina è un settore che non abbiamo mai toccato su cui sarebbe molto bello lavorare e quello della luce.
In questi anni abbiamo lavorato molto sul mobile imbottito, infatti ci piace molto il tessuto, però ci sono tante cose che dobbiamo imparare. ” affermano i designer.