Andrea Mastrovito è un artista che declina il disegno in diversi modi: dalla purezza del tratto, alla scultura, all’installazione, al video, al cinema e alla performance. In occasione della mostra Le Monde Est Une Invention Sans Futur presso la Fondazione Bullukian, evento ufficiale della 15.ma Biennale di Lione, Mastrovito ha concepito un percorso che riassume i tratti della sua ricerca emersi in modo insistente nel corso degli ultimi anni, studiando un percorso site-specific proprio per questa sede. Il titolo della mostra riprende la definizione con cui venne siglato il cinema dagli stessi inventori, i Fratelli Lumière, e ruota attorno a un pensiero sulla circolarità della vita, il moto perpetuo in cui la natura sviluppa la sua parte più distruttiva contrapponendola al ciclo vitale in cui si ricostruisce: da un lato l’oscurità, la pesantezza, la follia degenerativa; dall’altro un senso di levità, la luce, la rigenerazione. In mezzo, un grande giardino da attraversare.
La contrapposizione tra la morte e la vita, ovvero tutto il processo che coinvolge costantemente la natura in ogni sua manifestazione, viene rimarcato nelle due distinte sezioni della mostra. Il percorso si apre nell’Espace Bellecour. Il primo lavoro, che dà il titolo alla mostra, Le monde est une invention sans futur, è un pavimento a intarsio ligneo di 110 mq, completato dall’inserimento di alcune copertine di libri. L’opera site-specific immortala in sette episodi alcuni personaggi tratti dal cinema dei Lumière, contestualizzandoli nella contemporaneità e confondendoli con i protagonisti dei nostri notiziari quotidiani. Analogamente, anche in NYsferatu – Symphony of a Century, il film in rotoscoping che Mastrovito ha realizzato nel 2017 e che verrà proiettato in loop per l’intera durata della mostra, lo script di Murnau trova un detournement nei giorni nostri. Il tutto è enfatizzato dalla presenza di cento disegni originali corrispondenti ad alcuni degli innumerevoli sfondi utilizzati nel film. Per completare l’allestimento, l’artista ha scelto di esporre una serie di Conversazioni, disegni a matita su libri e oggetti che ha realizzato negli ultimi mesi, in continuità con la ricerca che porta avanti dal 2010. Attraversando un ampio giardino, si accede all’Espace Boissac.
L’opera site-specific The Man Who Could Work Miracles è un disegno a matita litografica realizzato su righelli in plastica, diversi e colorati, che vanno a comporre una vetrata di quattro sezioni della superficie di oltre 15 m. Le storie impresse si rifanno al rapporto tra l’uomo e la natura, attraverso una serie di rimandi al misticismo, alle biotecnologie e al mito della caverna di Platone. Accanto, troviamo L’Isola del Dr. Mastrovito, un’installazione di circa 1200 libri di botanica e zoologia, tutti fuori produzione, realizzata tra il 2010 e il 2012 e che è ormai diventata fortemente iconica nel lavoro dell’artista: animali, colori e ritagli in quantità elevata, vengono disposti in modo fitto e adattati agli spazi della Fondazione.
La mostra si suddivide nettamente in due sezioni: una più nera, in cui le opere rimandano ai temi principali della ricerca dell’artista attraverso lo spostamento di personaggi del passato, veri o di fantasia, in situazioni contemporanee. La seconda parte, caratterizzata da colori più sgargianti, racconta come dallo scarto della nostra società – il libro fuori produzione, il righello come strumento anacronistico – possa nascere una nuova vita, grazie alla costante lotta per rigenerarsi che caratterizza la natura stessa. La mostra parte quindi dalla parte più cupa e densa, per emergere piano piano verso quella rinascita spontanea e luminosa che caratterizza i cicli naturali e la storia del mondo. Le Monde Est Une Invention Sans Futur è un evento ufficiale della 15.ma Biennale di Lione. La mostra prosegue fino al 5 gennaio 2020.
In copertina: Andrea Mastrovito, Le Monde Est Une Invention Sans Futur, 2019, Installation view – Courtesy the artist and Fondation Bullukian, Lion