La Galleria Fatto ad Arte si occupa da sempre del connubio tra arte e artigianato, dalle ricerche svolte con Ugo La Pietra alla scoperta dei territori omogenei, quei Genius Loci così carichi di pathos e storia, fino alle esperienze più contemporanee volte alla scoperta di realtà dove il ‘Fare’ artigiano si mescola a istanze artistiche e comunicative.
È in questo panorama variegato, ricco ed emozionante che la galleria ospita, con l’obiettivo di dare spazio a giovani talenti, la mostra Comignoli, una collezione progettata, disegnata e realizzata da Matteo di Ciommo.
Di formazione designer, Di Ciommo è da sempre attratto dal lato più concreto dell’architettura, non solo il progetto, ma anche la sua realizzazione fisica. Tra i suoi modelli d’ispirazione ci sono Alessandro Mendini, Ugo La Pietra e Michele De Lucchi – con cui ora collabora – designers che si sono confrontati con l’autoproduzione e che hanno fondato le basi del design italiano contemporaneo.
Il progetto esposto in mostra nasce durante una passeggiata sui monti di Varallo Sesia, quando Di Ciommo rimane affascinato da alcuni comignoli che vede spuntare sulle case, vere e proprie costruzioni in miniatura che si stagliano contro il cielo sopra le “vere” abitazioni. “È strano pensare che su un tetto, difficile da vedere e comunque lontano dallo sguardo, ci sia tanta cura per una componente architettonica che di fatto serve solo a far fuoriuscire il fumo” racconta l’artista.
Questa scoperta lo affascina al punto da mettersi alla ricerca di altri comignoli da ammirare e questa collezione nasce proprio cosi, con la volontà di far scoprire e far vedere da vicino delle affascinanti strutture di cui normalmente non ci accorgiamo, per donare loro la rilevanza che meritano.L’artista così riassume il suo lavoro: “I miei comignoli sono sculture che si possono vedere da vicino, ho azzerato la distanza visiva e mi sono messo a studiarne i dettagli e a replicarli proprio per dire ‘Fermatevi ogni tanto e guardate in alto sui tetti…guardate il comignolo con che cura è stato studiato’”.
Milano, Pavia, Varallo Sesia, Bergamo, Verona: questi sono i luoghi che hanno ispirato Di Ciommo e che l’hanno portato a realizzare un itinerario ideale nell’Italia settentrionale, soffermandosi su questi piccoli dettagli inesplorati dai più.
La collezione si compone di dodici pezzi unici realizzati a mano dallo stesso artista, usando legno massello. Ed è proprio questa la peculiarità di Matteo Di Ciommo, non solo quella di ideare l’opera, ma di scolpire il legno manualmente e quindi di realizzarla con le proprie mani, intervenendo in prima persona in ogni fase del progetto. Un’affascinante sintesi di creazione artistica e progettuale insieme e saper fare manuale.
Matteo Di Ciommo alla domanda su come vede sé stesso e il suo lavoro risponde così: “Molti mi definiscono come “quello che fa cose belle con il legno”, o “quello che lavora il legno” che a me, a dire il vero, non piace molto perché è un po’ riduttivo. Mi definirei più un “ricercatore di Bellezza”, oppure – non in termini filosofici – un progettista o auto-produttore”.