Hans Ulrich Obrist MAKING THE INVISIBLE VISIBLE: ART MEETS AI

Pubblicato il Di in Eventi

La Triennale di Milano presenta la prima di una serie di conversazioni dedicate al mondo dell’arte e del contemporaneo. Domenica 3 febbraio si terrà la lecture di uno dei personaggi più influenti nel mondo dell’arte contemporanea, il curatore e critico Hans Ulrich Obrist. In questa occasione Obrist analizzerà il rapporto che intercorre tra arte e intelligenza artificiale. I nuovi immaginari che l’intelligenza artificiale è capace di creare e alimentare rappresentano una nuova sfida nel rapporto tra uomo e macchina, con cui anche il mondo dell’arte deve confrontarsi. Una riflessione su come l’esperienza artistica non si debba sottrarre ai cambiamenti che il tempo attuale introduce, alimentando nuove modalità espressive ed espositive che portano a ripensare la pratica artistica, la curatela e la natura stessa dell’opera. Nuovi dibattiti e nuove prospettive vengono alla luce nella considerazione del rapporto tra arte e intelligenza artificiale. Hans Ulrich Obrist prenderà in considerazione il futuro della tecnologia, attingendo a una vasta gamma di progetti artistici per dimostrare le possibilità che l’intelligenza artificiale offre per la creazione di nuove forme d’arte. Attraverso progetti innovativi, come Experiments for Art and Technology (1966) di Billy Klüver – che ha messo insieme artisti ed ingegneri – Obrist metterà in evidenza i precursori del rapporto fra arte e tecnologia. Dalla commissione digitale delle Serpentine Galleries di James Bridle alla tecnologia a schermo blu di Sondra Perry e ai suoi avatar 3D fino a BOB (Bag of Beliefs), opera senziente di Ian Cheng, e alla nozione di “stupidità artificiale” di Hito Steyerl, Obrist dimostrerà come gli artisti possano essere produttori significativi delle nostre realtà future. La lecture affronterà anche il pericolo della perdita di determinati elementi, come l’estinzione dei fenomeni culturali e, con riferimento a Édouard Glissant, l’importanza di resistere alle forze omologatrici della globalizzazione nella nostra era digitale.