ME by Meliá, il brand del gruppo Meliá Hotels International portavoce di iniziative legate all’arte contemporanea e alla cultura, accoglie a ME Milan Il Duca la mostra di Emilio Cavallini “Geometric Abstraction”: un viaggio nell’universo dell’artista, un omaggio alla creatività e al colore, composto da più di trenta opere, realizzate dagli anni Settanta ad oggi. M E Milan Il Duca, hotel 5 stelle lusso situato nel cuore della capitale della moda, in piazza della Repubblica, è un luogo esclusivo, cosmopolita, contemporaneo, orientato al design, che offre ai propri ospiti, ai milanesi e ai visitatori della città, un ricco programma culturale, The Culture Collective, che sostiene i creatori locali, generando potenti sinergie con la città. Fino alla fine di marzo, l’hotel apre le porte alla storia creativa di Emilio Cavallini esponendo le sue opere nelle aree comuni, come la lobby e la biblioteca, per proseguire lungo il corridoio centrale fino al Radio Rooftop Bar, in cui le creazioni dell’artista si completano e si fondono con la vista esclusiva ed emozionante dello skyline milanese.
L’esposizione, a cura di Greta Zuccali e Luca Timpani, celebra l’amore per il colore e la ricerca di armonia e perfezione che Emilio Cavallini pone in un filo, quello di nylon, che viene nobilitato ad oggetto d’arte, materia prima d’eccezione. L’artista ed imprenditore tessile, fondatore di Stilnovo di San Miniato, azienda che produce calze fantasia esportate in tutto il mondo, ha coltivato ininterrottamente la propria passione per l’arte, creando opere uniche contaminate dalla moda, dalla matematica e dall’architettura. Gli elementi protagonisti delle sue creazioni sono materiali inusuali mutuati dal mondo della moda quali filo di nylon, tessuti in poliammide stampati, le stesse calze e bobine per filati.
La progettualità della sua ricerca prende il via da elementi base della geometria, punti, linee, quadrati, triangoli, cerchi, organizzati nello spazio tridimensionale secondo leggi matematiche. Un lavoro d’avanguardia, inserito nelle espressioni artistiche della seconda metà del ‘900 in direzione optical-cinetica, analitica e generativa. Dal 2010, Cavallini si consacra totalmente all’arte e, nel febbraio 2011, la Triennale di Milano gli ha dedicato un’’ampia retrospettiva che ha permesso finalmente al pubblico di conoscerne le opere. In concomitanza, anche presso lo spazio espositivo no profit Interface HUB/ART è possibile ammirare il percorso creativo di Emilio Cavallini.
Qui, nell’area bistrot, sono in mostra anche sei stalattiti realizzate in filo di nylon dell’altezza di quattro metri che contribuiscono al dialogo con il pubblico, in un’atmosfera misteriosa.