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Paolo Pellegrin. Confini di umanità

People fleeing Lybia during clashes between rebel and pro-Qaddafi forces. Border crossing at Ras Jdir, near Ben Gardane. Tunisia, 2011. Persone in fuga dalla Libia durante gli scontri tra ribelli e forze armate pro Gheddafi. Valico di frontiera di Ras Jdir nei pressi di Ben Gardane. Tunisia, 2011.

Triennale Milano presenta fino al 1 dicembre 2019 la mostra Paolo Pellegrin – Confini di umanità, organizzata con Bookcity Milano, Pistoia – Dialoghi sull’uomo, Fondazione CRPT. L’esposizione, curata da Annalisa D’Angelo, realizzata per la X edizione del festival Pistoia – Dialoghi sull’uomo, arriva in Triennale in occasione di Bookcity Milano. 60 fotografie realizzate in Algeria, Egitto, Kurdistan, Palestina, Iraq, Usa, che sviluppano, spesso per sottrazione e opposizione, il tema dell’impervio percorso della convivenza oggi, conducendoci lungo i “confini dell’umanità”, documentando lo sforzo continuo necessario per convivere. Completa l’esposizione un montaggio di video realizzati da Paolo Pellegrin in America sulle linee razziali che ancora dividono gli Stati Uniti, confini invisibili ma ancor più insormontabili di quelli fisici. “Ci sono due modi di comunicare: c’è un tipo di fotografia che si rivela completamente, è un’immagine che parla, dice cose forti e chiare, è molto leggibile, ma è un’indagine finita, è la versione dei fatti del fotografo” dichiara Pellegrin. “L’altra, quella che mi interessa di più, è una fotografia non finita, dove chi guarda ha la possibilità di cominciare un proprio dialogo. È un invito: io ti porto in una direzione, ma il resto del viaggio lo fai tu”.

In copertina: Persone in fuga dalla Libia durante gli scontri tra ribelli e forze armate pro Gheddafi. Valico di frontiera di Ras Jdir nei pressi di Ben Gardane. Tunisia, 2011. © Paolo Pellegrin/Magnum Photos