Icona è una parola dal significato molto ampio e con un origine molto lontana. Quello che ci interessa in questo contesto è evidenziare il significato sociologico, che la parola ha assunto in vari ambiti della nostra società.
Per parlare di Icone abbiamo scelto due figure, purtroppo recentemente scomparse Alessandro Mendini e Karl Lagerfeld, che oltre ad essere da tempo considerate “icone”, ossia punti di riferimento nei loro rispettivi ambiti, il design e la moda, hanno anche avuto nel corso della loro carriera interessanti incursioni l’uno nell’ambito dell’altro.
Di Alessandro Mendini, sappiamo che è stato oltre che architetto, designer, e scenografo, anche progettista di abiti. Ma la sua visione interdiscplinare nel mondo del progetto non si limita a questo, e in particolare per quello che riguarda design e moda si evince bene da questo articolo in cui si racconta di quando negli anni tra il 1981e il 1985 Mendini, allora direttore di Domus, decise di pubblicare Domus Moda, evidenziando in questo modo il legame tra queste due discipline . Testimonianza quindi di un continuo dialogo tra questi mondi che hanno sempre dialogato e continuano a farlo.
In tal senso risale al 2013 l’incursione nel mondo del design da parte di Lagerfeld, con il progetto curato per Cassina. Si tratta di “Cassina as seen by Karl” un libro pubblicato nel 2018, che raccoglie la percezione inedita e la nuova prospettiva dello stilista su una selezione di mobili Cassina, tra i più emblematici del design moderno e contemporaneo, scelti dallo stesso stilista.
Una vera e propria esperienza di profonda riflessione. L’opera è stata presentata in uno spazio completamente allestito e animato con stampe di grande formato delle fotografie di Karl Lagerfeld e schermi che riproducono il video del dietro le quinte. Come l’interpretazione delle icone Cassina nelle opere dell’artista, l’esposizione metteva in risalto i contrasti cromatici, luminosi, geometrici e grafici che sono fondamentali per il marchio, con una presentazione originale di modelli unici in bianco e nero. Protagonisti assoluti i tavoli Lebeau di Patrick Jouin, le poltrone Tre Pezzi di Franco Albini e la sedia 699 Superleggera di Gio Ponti che conquistarono così lo showroom.
Dopo l’esposizione delle opere di Karl Lagerfeld, che avvincono sia per la loro resa plastica e cromatica sia per l’importanza dei formati utilizzati, Gerhard Steidl, il celebre editore, ha deciso di condividere questa interpretazione sensazionale delle Collezioni Cassina e pubblicare il libro ‘Cassina as seen by Karl’.
Impegnato in questo progetto artistico inedito sin dall’inizio, Gerhard Steidl ha seguito tutto lo sviluppo, inclusa la stampa delle foto in edizione limitata. È stato lui a decidere la disposizione delle fotografie esposte presso lo showroom Cassina Saint-Germain e poi nelle altre città del mondo.
Prima di questa esperienza con Cassina, Karl Lagerfeld non aveva mai collaborato con un marchio di arredamento per un progetto fotografico. Grande amante del design ed esteta tra i più influenti dei nostri tempi, affronta il tema grazie al progetto artistico affidatogli da Cassina con l’intento di far sfilare i suoi oggetti preferiti davanti all’obiettivo.
Questo è ciò che disse riguardo a questo progetto:
“E’ un tipo di progetto sul quale non avevo mai ‘lavorato’. Reinterpretare visualmente degli esempi di design perfetto è completamente nuovo per me, e quindi stimolante e anche esaltante. Sono anche un fan delle ‘produzioni’ di Cassina da anni e possiedo tanti di questi pezzi fotografati, spesso anche in più esemplari. Il mio primo ‘ordine’ era la famosa chaise-longue di Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand negli anni 60…” Karl Lagerfeld.
Con questo libro l’editore si prefigge di riscoprire le fotografie dell’artista e amante del design. Dalla poltrona LC2 di Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, alla poltrona Auckland di Jean-Marie Massaud, Karl Lagerfeld riunisce infatti le pietre miliari di una breve storia del design, alcune delle quali appartenenti alla sua collezione personale. Rovesciati, in conversazione, colti nel dettaglio, nell’insieme o nella loro maestosità, i mobili familiari, in quanto celebri, appaiono in composizioni grafiche che li rendono al tempo stesso insoliti e misteriosi. Senza tradire l’identità dei mobili, sembra che Karl Lagerfeld sia riuscito a estrapolarne una forma di umanità.