Il divano, protagonista indiscusso della zona giorno è da sempre al centro della scena nel living. Il settore dell’imbottito è ancora oggi una delle eccellenze del design Made in Italy. Ne sono vera testimonianza, aziende come Désirée del gruppo Euromobil. Il brand propone una vasta gamma di arredi e complementi d’arredo moderno. Come tavolini di design da abbinare ad eleganti e comodi pouf, poltrone, letti e ovviamente divani.
Tra i prodotti più recenti di Désirée, Easton divano componibile caratterizzato da proporzione, comfort ed essenzialità progetto firmato da MATTEO THUN & ANTONIO RODRIGUEZ
L’ampia componibilità, costituita da molteplici e particolari elementi imbottiti, garantisce una spiccata libertà compositiva, nello spazio domestico.
In occasione del Salone del Mobile 2019 Arredativo aveva incontrato Antonio Rodriguez, dal 2003 è Responsabile Product Design e Partner dello Studio Matteo Thun & Partners, prima di fondare insieme a Matteo Thun lo studio di industrial design MTD-R e lo studio di architettura, interior e industrial design MTD-R China a Shanghai.
Lo studio che collabora già da alcuni anni con Désirée ha presentato in quella occasione anche i tavolini Arlon in metallo, a sezione quadrata finitura oro opaco, come la base del divano, componibile lanciato nel 2018 da cui prende il nome.
Quando è iniziata la vostra collaborazione con Désirée e come è nato questo progetto?
La collaborazione con Désirée è iniziata alcuni anni fa ormai…Questo progetto in particolare, nasce dalla richiesta di un divano componibile. Ma poiché nel mercato, ci sono milioni di divani componibili, l’obiettivo principale era quello di trovare “una chiave”, per riuscire a fare un prodotto diverso rispetto a tutti gli altri.
Noi non abbiamo cercato di fare una cosa che fosse “troppo particolare” ma abbiamo lavorato sulle proporzioni, facendo in modo che fossero belle ed armoniche.
Così abbiamo disegnato il divano, in modo che l’ altezza dello schienale e la distanza della seduta dal pavimento avessero della stessa dimensione. Abbiamo fatto molti cambiamenti, ma alla fine il risultato è una composizione bella da vedere. Un divano componibile che quasi ti obbliga a creare un modulo quadrato e su questo abbiamo giocato anche con i tavolini ausiliari ( i tavolini Arlon), dalla forma quadrati, ma con i bordi stondati così da ammorbidire il tutto.
Com’è lavora con Désirée, azienda italiana con una sua storia?
Hanno le idee molto chiare, conoscono bene il loro mercato e sanno già gli obiettivi che vogliono perseguire, sia nella fattura che nella qualità dei prodotti . Siamo molto affini, anche perché sia noi come studio che loro come azienda non vogliamo fare cose molto costose che nessuno può comprare. Non è nel nostro DNA e nemmeno in quello di Désirée, che vuol fare prodotti belli, ai prezzi giusti e su questo ci troviamo molto in armonia.
Pensando al Salone del Mobile per voi la fiera è il punto di arrivo o di partenza?
E’ di passaggio. Noi come studio, facciamo tantissimi hotel, è quello il nostro core business sia per l’architettura che per gli interni. Il design è in secondo piano. Ma il Salone del Mobile è un’occasione. Evento a cui partecipiamo a volte, perché presentiamo dei prodotti. Ma non è la nostra meta. Per noi l’obiettivo è riuscire a realizzare un prodotto, per poterlo inserire in un nostro progetto di hotel. Per cui, devono essere prodotti belli, funzionali e con un prezzo ottimale perché e su quello che si gioca la partita.
Come vi ponete di fronte al progetto architettonico rispetto al progetto di un prodotto di design?
Non cambia il modo di progettare ,cambia solo la scala. Ovviamente più un oggetto è piccolo, più si scende nel dettaglio ed questo è molto più importante. Ad esempio, un raggio di 5 cm su un bicchiere lo vedi e lo noti subito. Su una superficie più grande non è così. Ma il modo di progettare non cambia.
Quando progettate un oggetto già immaginate il contesto?
Si, quasi sempre è così. Addirittura qualche mese fa abbiamo abbiamo disegnato un oggetto ma nel contesto doveva restare nascosto si doveva vedere il meno possibile…
C’è una categoria di prodotto che non avete ancora disegnato su cui vorreste lavorare in futuro?
Non ci ho mai pensato…non saprei. Come studio abbiamo affrontato ormai quasi tutto tranne il settore dell’automobili. Ma credo che quello sia un modo a sé, molto particolare. Forse direi che mi piacerebbe disegnare l’interno di un aereo. Abbiamo anche una sede a Shanghai, per cui io viaggio molto e io dico sempre “perché questo è così, io lo avrei fatto in un altro modo…”. In particolare il bagno, un settore su cui, come studio noi abbiamo lavorato spesso.
C’è un progetto nella carriera dello studio che è il più rappresentativo che è stato la svolta?
Hotel Vigilius di Merano, perché ha creato la tendenza del “non rustico” in un interno di montagna. E’ una montagna contemporanea fresca e nuova. E’ inoltre un progetto che ci ha permesso di inserire tanti oggetti dentro. Ed è anche il mio preferito, il più bello dal mio punto di vista.