Potremmo definirla la capostipite della lampada da tavolo, la Anglepoise, ideata negli anni Trenta dal designer di automobili George Carwardine. L’idea di questa lampada, pare che gli sia nata proprio mentre stava lavorando allo sviluppo di nuovi concept per le sospensioni delle automobili. La novità di questo apparecchio, consisteva nella creazione di un meccanismo, capace di assolvere nuove applicazioni anche in altri campi, diversi da quello delle auto.
In particolare Carwardine, individuò nel sistema a braccio una caratteristica utile per le lampade da lavoro. Grazie ai giunti a molla la lampada può essere spostata in varie posizioni senza bisogno di bloccarla.
Le informazioni riguardo alla storia di questo apparecchio, riportano che Carwardine fece domanda di brevetto il 4 luglio 1932 e il primo prototipo della lampada pare che lo realizzò lui stesso, nelle officine della sua azienda, la Cardine Accessories di Bath.
Il progetto fu davvero un successo, così grazie alle molte richieste il designer fu costretto a ricercare un partner. Lo trovo nella Herbert Terry and Sons, un’azienda che produceva molle e altri manufatti tecnici. Nel 1934, venne quindi stipulato un accordo di licenza in cui si stabilì che la Herbert Terry and Sons avrebbe continuato a produrre e commercializzare la lampada, mentre Carwardine continuava a sviluppare il concept, producendo una serie di altre versioni e applicazioni.
La creazione della Anglepoise coincise in qualche modo con la nascita della prima lampada da scrivania, la quale grazie a movimenti facile permette di orientare la luce dove serve. La forma, che oggi ci appare estremamente comune per il sostegno di una lampada, fu all’epoca un’innovazione senza precedenti. La 1227 Anglepoise venne disegnata nel 1934 e lanciata nel 1935. Caratteristica fondamentale del brevetto della Anglepoise è il posizionamento di tutte le molle (tre o quattro) vicino alla base. A quattro molle la versione per ambienti di lavoro a tre molle quella per uso domestico.
Il concetto alla base delle lampade Anglepoise sta nell’equilibrio dei pesi che si ottiene utilizzando molle, manopole e leve che creano una “tensione costante”. Il risultato è una lampada che combina la massima flessibilità con un perfetto equilibrio.
Oltre alla molla a trazione costante gli aspetti fondamentali sono il corpo in alluminio e la solida base in ghisa con copertura in acciaio .
La Anglopoise: progetto senza tempo
La lampada Anglepoise ha subito nel tempo molti ampliamenti di gamma.
In versione lampada da tavolo, da parete da lettura e da soffitto, in diversi colori e misure.
Nel 2004 nasce una nuova tendenza. In occasione di un evento di beneficienza venne richiesto di realizzare un pezzo unico, una gigantesca version e della Anglepoise per il Roald Dahl Museum and Story Centre, e grazie anche all’acquisto da parte del regista Tim Burton di un secondo esemplare messo all’asta, iniziò la produzione in serie della versione gigante della Anglepoise. Nel 70° anniversario questa versione della lampada gigante venne commercializzata e richiesta per illuminare anche i grandi spazi. La stessa versione è stata quindi replicata anche per spazi Outdoor .
Come spesso succede ai prodotti iconici anche lampada Anglepoise si aperta a collaborazioni esterne. In particolare con Paul Smith, genio della moda londinese, che hanno reinterpretato la lampada con il suo stile.
Una storia curiosa
L’alta qualità della lampada e soprattutto la resistenza dell’ottone con cui è realizzata sono testimoniate da una storia davvero singolare. Si racconta che negli anni ‘80 degli studiosi impegnati nello studio del Lago di Loch Ness in Scozia, durante una ricerca hanno rinvenuto uno dei bombardieri inglesi impiegati nella Seconda Guerra mondiale. All’interno del bombardiere, hanno ritrovato un’antica lampada Anglepoise ( infatti all’epoca erano state commissionate all’azienda delle lampade ad hoc per illuminare i velivoli inglesi, le Anglepoise Navigator’s Lamp) e provando ad accenderla si sono resi conto che la lampada, funzionava ancora!.
La storia della lampada Anglepoise si incrocia con quella di un’altra lampada e un altro brand.
Come abbiamo detto ad avviare la produzione, della Anglepoise nel 1933 fu la Herbert Terry and Sons. Il sistema attira e si diffonde trovando impiego in vari settori. Parallelamente in Norvegia un imprenditore, Jac Jacobsen, ordinò delle macchine industriali per cucire, assieme alle quali vengono spedite anche un paio di lampade Anglepoise. Jacobsen le accende e vede qualcosa che nessuno sino a quel momento aveva ancora visto.
Le lampade erano ottime complementi delle macchine per cucire, poichè consentivano di regolare la direzione della luce e potevano essere allontanate rapidamente quando bisogna alzare la macchina per sganciare il tessuto. Per questo erano considerate particolarmente utili. Ma per Jacobsen sono la promessa di qualcosa di più: un possibile business a se stante.
Dopo aver provato le due lampade Anglepoise comprese nella spedizione, Jacobsen contatta la Herbert Terry and Sons per acquistare i diritti di licenza in Norvegia. Accordo fatto a condizione di acquistare un primo lotto di 50 lampade. Jacobsen le acquista e non solo le rivende, ma ne modifica il design per renderle migliori dal punto di vista funzionale e produttivo.
Una lampada due storie
Nel 1938 Jacobsen dopo aver creato la sua azienda, la Luxo, lancia la L–1, una versione modificata della lampada Anglepoise. Così dopo aver aver negoziato con la Herbert Terry and Sons, i diritti per la vendita nel resto del mondo ( esclusi i territori del Commonwealth) inizia la sua produzione.
La L–1 vende almeno 25 milioni di pezzi, registrando un successo in tutto il mondo.
A non farcela più però è la Terry and Sons. che può vendere solo nei paesi del Commonwealth.
Nel 1975 l’azienda crea una business unit separata dall’originale attività di produzione di molle, la Terry Lightning. All’inizio del 2000, si registra un crollo di vendite e decide di affidarsi al designer Kenneth Grange per produrre la nuova lampada Anglepoise Type 3. Fortunatamente i risultati furono ottimi da portare addirittura l’azienda a cambiare il nome in Anglepoise.
Mentre l’Anglepoise produce nel 2009 un remake del modello originale “1227” progettato da Carwardine (nel frattempo scomparso), il mondo si riempie di copie un po’ di tutti i tipi, aspetto che contribuisce a far diventare la lampada un vero e proprio status symbol e oggetto di culto.
Il successo è la popolarità di questa lampada, le cui forme ci sono così familiari , lo si deve anche ad altro evento. Negli anni 80 infatti la lampada Luxo fu protagonista di un cortometraggio animato diretto da John Lasseter, la prima opera artistica dei Pixar Animation Studios in cui compare il personaggio di Luxo . Pochi anni dopo è tornata ad essere personaggio principale della breve sequenza animata di una decina di secondi, che accompagna le produzioni della casa di produzione, confermandosi quindi come logo e simbolo Pixar. Una decisione che consacra e trasforma la lampada, un oggetto di design tra i più importanti del secolo.