Durante tutti i cinquantasei giorni della quarantena “stare a casa” è stato il mezzo più efficace per combattere il virus. Stare a casa ha significato non avere la possibilità di uscire. E ci ha costretto a ritrovare una frequentazione della casa di cui si era persa la memoria, a ricostruire dei rapporti quotidiani con gli spazi e con gli oggetti.
In quei giorni Ugo La Pietra e Corrado Levi – in maniera spontanea e del tutto autonoma – hanno lavorato su dei quaderni con testi, disegni e schizzi, e hanno registrato i loro stati d’animo, le riflessioni, le emozioni, i paesaggi concessi dallo spazio ristretto di una finestra o di un balcone.
Per Corrado Levi, artista poliedrico ed eterodosso, architetto e scrittore, realizzare un testo a cui è associato un disegno è stato un esercizio quasi quotidiano, come “percorrere le stanze per non far morire le gambe”. “Sto facendo disegni, uno dal titolo ‘svagato organizzato’ oggi ‘distorto organizzato’ – scrive Levi – Lo scrivere, e solo una pagina al giorno, è un modo di porre paletti in questo niente, un modo di avere frammenti di organizzazione. Cercare scopi uno dopo l’altro per sopravvivere sembra colpevole in questo vuoto: un violentarlo, lasciarsi andare invece è la rêverie di cui parlava Micheaux, a differenza del sogno che per lui non era creativo: la rêverie invece crea, come questa pagina dove non so che succede”.
Ugo La Pietra, artista, designer e architetto, dagli anni ’60 indaga il senso dell’abitare nello spazio, privato e pubblico. Tra marzo e maggio 2020 ha scritto storie in tempo di virus, racconti talvolta abbinati a uno schizzo o a un disegno. Riflessioni sulla perduta abitudine di stare a casa, sulla pratica dell’arredamento, sulla riappropriazione della città e dello spazio domestico, consigli per una nuova prossemica, racconti di giornate scandite dalle azioni che accadono nelle case intraviste fuori dalla finestra. “Dopo un po’ l’idea di uscire diventa ossessiva. Ed ecco che molti prigionieri in casa cercano una via di uscita: la finestra, ma soprattutto il balcone – scrive La Pietra – Il balcone, quel luogo proiettato nello spazio urbano, all’esterno, che in questi ultimi decenni si era riempito di mobiletti porta scope, bidoncini della spazzatura, condizionatori d’aria… Il balcone, quello strumento abitativo che riusciva a rappresentare, nelle mie opere degli anni Settanta, il modo di rompere la barriera tra spazio interno e spazio esterno, oggi è diventato uno degli spazi domestici più utili per superare la forzata claustrofobia domestica”.
La Galleria Maurizio Corraini raccoglie queste testimonianze e le unisce nella mostra dal titolo “Diari da casa”, con gli scritti e i disegni originali realizzati da Corrado Levi e Ugo La Pietra; i quaderni realizzati dai due artisti nel corso della quarantena diventano anche due pubblicazioni che usciranno per Corraini Edizioni in occasione della mostra.