Sono stati proclamati il 28 settembre, negli spazi dell’ADI Design Museum di Milano, i vincitori della seconda edizione del concorso Il design aiuta a guarire, promosso da ADI e da AIRC Lombardia. Tema del concorso:i oggetti per la cura di neonati, bambini e adolescenti, da 0 a 14 anni.
Il progetto vincitore del premio è Air-in, di Davide Marzin e Giorgia Zambon: un respiratore portatile per bambini da utilizzare come uno zainetto, completo di tubo e mascherina per la respirazione e di interfaccia per il medico. Sono inoltre stati segnalati con una menzione speciale due progetti:
- BVC Blood Vessel Camera, di Yu-Ching Chiu, Min-Hua Tsai, I-Jie Tsai. Yi-Yun Li (Taiwan), un modulo per iniezioni vascolari a luce di 600-750 nm che rende visibile il sangue deossigenato, differenziandolo dalle altre parti del corpo, per facilitare il personale medico nel rilevare le vene velocemente.
- Macaco, di Bernardo Corbellini e Bice Dantona (Italia), un gancio per appendere la sacca della flebo che allevia la degenza in ospedale e diventa un compagno di giochi per sempre.
Il concorso ha l’obiettivo di stimolare la creatività dei giovani designer di tutto il mondo, secondo la concezione da sempre sostenuta da ADI che il design sia un linguaggio che non conosce frontiere e risponde a bisogni universalmente sentiti. È anche un tentativo fruttuoso, come dimostrano gli 82 progetti proposti alla giuria di questa edizione, di superare i confini tra due discipline differenti – quella del progetto e quella della medicina – fondendone esigenze e linguaggi in soluzioni coordinate.
Questa seconda edizione ha avuto risultati qualitativi molto positivi: riflessioni approfondite sui temi, progetti più complessi, soluzioni più mirate. Il design trova la sua ragion d’essere come fattore di coordinamento e di organizzazione delle soluzioni ed elemento di armonizzazione tra le tecnologie, le culture professionali e gli utenti. ADI, nel proporre e organizzare con AIRC Il design aiuta a guarire, si propone inoltre, come sempre, come collegamento tra il mondo del giovani designer e quello delle imprese, tra i quali intende favorire i contatti.
La giuria, presieduta da Antonella Andriani, vicepresidente ADI, era composta dal prof. Federico Caligaris Cappio, rappresentante di AIRC e ricercatore; dalla dott. Vanesa Gregorc, responsabile di Oncologia medica del tumore al polmone dell’Ospedale San Raffaele e ricercatrice; da Carlo Forcolini, designer, socio onorario ADI. Commenta Andriani: “I designer hanno risposto con grande senso di responsabilità alla domanda progettuale posta da ADI e AIRC che va nella direzione dell’aspirazione condivisa di migliorare l’esistenza nel mondo. Il risultato è un ventaglio di progetti eterogenei per contesto di riferimento, per tipologia di esigenza e per grado di complessità della proposta. Abbiamo trovato molte candidature interessanti e una ricchezza di approcci progettuali sorprendente, che si estende dall’intervento minimo per allietare la degenza ospedaliera al progetto ipertecnologico, dall’intuizione semplice e immediatamente applicabile al balzo in avanti che propone soluzioni visionarie. Il progetto vincitore e le due menzioni rappresentano la sintesi virtuosa di tutti questi fattori.”
Il concorso Il design aiuta a guarire, biennale, si alterna con Love Design, l’iniziativa di ADI e AIRC Lombardia, che presenta al pubblico pezzi offerti dai migliori produttori del design italiano a prezzi speciali, per raccogliere fondi in favore della ricerca contro il cancro condotta da AIRC.