Arredativo Design Magazine

Andrew Norman Wilson: Lavender Town Syndrome

Ordet presenta Lavender Town Syndrome, una mostra personale di Andrew Norman Wilson.

Il progetto espositivo è incentrato su un video multicanale commissionato da Ordet.

In Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1, Wilson utilizza tre diverse tecnologie di imaging: un obiettivo fotografico, animazioni fotorealistiche di ray tracing e animazioni frattali, per zoomare dentro e fuori tre ambienti artificiali.

Andrew Norman Wilson, Pikachu, 2019. Installation view of “Lavender Town Syndrome” at Ordet, Milan, 2019/2020. All images courtesy the artist and Ordet. Photos: Nicola Gnesi
Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1: Lavender Town Syndrome, 2019, video still. All images courtesy the artist and Ordet. Photos: Nicola Gnesi

La mostra include anche un’esatta replica di un Pikachu in cartapesta, apparso in una fotografia pubblicata su Reddit nel 2013 da un utente che affermava fosse stato realizzato dalla sua sorellina. Da allora l’immagine è diventata un meme con didascalie come “Expectations / Reality” e “Kill me”. Un’ulteriore replica appare in Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1, insieme ad altre traduzioni di meme.

Andrew Norman Wilson, I don’t feel the way I’m supposed to feel. Installation view of “Lavender Town Syndrome” at Ordet, Milan, 2019/2020. All images courtesy the artist and Ordet. Photos: Nicola Gnesi

Nella stanza successiva, un iMac G4 del 2002 trasmette un loop video basato sui primi otto secondi del Charlie Brown Christmas Special del 1965. Contrariamente allo zoom ripetitivo della video installazione Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1, questo lavoro mostra la panoramica di una sequenza animata tratta dal fumetto Peanuts di Charles M. Schulz. La scena è accompagnata dall’audio originale della colonna sonora jazz di Vince Guaraldi, qui ridotta alle prime due battute.

Tutte queste opere formano solo il canovaccio di un progetto in corso, un documentario meta-funzionale su un gruppo di artisti che alla fine abbandonano il mondo dell’arte contemporanea per perseguire progetti di design socialmente più produttivi. Nel realizzare queste opere, Wilson è interessato al ruolo che la tecnologia svolge nell’amplificare l’impatto della “veridicità” sulla verità. Quando suono, immagini, oggetti, computazione e corpi si collegano, essi offrono la possibilità di esiti intermedi, che provocano sorprendenti nuovi effetti e significati complessi.

Andrew Norman Wilson, “Lavender Town Syndrome” exhibition view, Ordet, Milan, 2019/2020. All images courtesy the artist and Ordet. Photos: Nicola Gnesi

Col titolo della mostra, Lavender Town Syndrome, Wilson si riferisce a una leggenda metropolitana secondo cui più di 200 bambini giapponesi sono stati indotti al suicidio da un particolare livello del videogioco per Game Boy Pokémon Red and Green. Molti altri si dice abbiano sofferto di emicranie o sangue dal naso o siano diventati violenti quando i genitori hanno cercato di togliere loro il gioco. Alcuni piansero finché non iniziarono a vomitare. In seguito, si determinò che questi incidenti furono causati dall’inquietante musica di sottofondo di Lavender Town, che oltre a contenere un tono acuto non rilevabile per le orecchie degli adulti, è stato anche un primo esperimento di battiti binaurali, che si dice influenzino il comportamento umano sincronizzandosi con le onde cerebrali degli ascoltatori.

Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 è stata prodotta grazie al supporto di Seven Gravity Collection e l’ulteriore sostegno di DOCUMENT Chicago e SculptureCenter, New York.

Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1: Lavender Town Syndrome, 2019, video still. All images courtesy the artist and Ordet. Photos: Nicola Gnesi

In Copertina:Andrew Norman Wilson, “Lavender Town Syndrome” exhibition view, Ordet, Milan, 2019/2020. All images courtesy the artist and Ordet. Photos: Nicola Gnesi