Arredativo Design Magazine

Nuove date: Monet, Cézanne, Van Gogh… Capolavori della Collezione Emil Bührle

Dal 10 maggio al 30 agosto 2020, il Museo d’arte della Svizzera italiana presenta una selezione di capolavori della Collezione Emil Bührle, tra le più prestigiose raccolte private al mondo. In mostra opere iconiche dell’Impressionismo e del Postimpressionismo: Manet, Degas, Renoir, Monet, Cézanne, Gauguin e Van Gogh sono solo alcuni dei grandi nomi di cui si potrà ammirare la grandezza pittorica.


Canaletto, Cézanne, Corot, Degas, Delacroix, Gauguin, Guardi, Manet, Modigliani, Monet, Renoir, Strozzi, Van Gogh. Questi i protagonisti della mostra, curata dal direttore del MASI Tobia Bezzola, che presenta una selezione di opere straordinarie del XIX e XX secolo provenienti dalla Collezione Emil Bührle. Costituita tra il 1936 e il 1956 dall’imprenditore Emil Bührle, essa rappresenta uno dei nuclei di opere del movimento impressionista francese più importanti al mondo.

Vincent Van Gogh_ Le Semeur au soleil couchant 1888 Olio su tela 73 x 92 cm
Collezione Emil Bührle_Foto: Schälchli/Schmidt, Zürich

L’esposizione offre la possibilità di ammirare nuclei di dipinti di Manet, Degas, Monet e Cézanne, relativi alle varie fasi della loro produzione artistica. Esemplare in questo senso è la scelta di opere di Claude Monet che ne scandisce le tappe salienti del percorso biografico e artistico: il paesaggio dipinto en plein air di Champ de coquelicots près de Vétheuil (1879 ca.), località in cui l’artista si rifugia per sfuggire ai problemi economici che lo affliggono, si rivela il luogo ideale per sperimentare la pittura en plein air e raggiungere una piena autonomia espressiva nelle pennellate; Le jardin de Monet a Giverny (1895) ne testimonia la ritrovata serenità familiare ed economica; Waterloo Bridge (1899-1901), nelle tonalità fredde dei blu e dei gialli, testimonia l’influenza di Turner e Whistler, le cui opere Monet scopre durante i soggiorni londinesi; Le bassin aux nymphéas, reflets verts (1920–1926), tela rivoluzionaria in cui decade totalmente la gerarchia fra le varie parti del dipinto, stabilisce un’anticipazione pittorica all’astrazione lirica e all’espressionismo astratto. Dipinti che raccontano l’importanza di Monet non solo in quanto figura di riferimento per il movimento impressionista ma anche come fonte di ispirazione per le generazioni successive. Le intuizioni compositive e cromatiche degli Impressionisti trovano terreno fertile nelle sperimentazioni pittoriche dei pittori piú giovani e la loro influenza diviene tangibile nei capolavori di Gauguin, Van Gogh e Modigliani: nell’annullamento dei piani geometrici e nelle vivide tonalità di Gauguin, nelle armonie cromatiche che stravolgono il realismo compositivo di Van Gogh e nell’anatomia geometrizzata del nudo femminile di Modigliani.

Amedeo Modigliani_Nu couché 1916 Olio su tela 65.5 x 87 cm
Collezione Emil Bührle_Crediti fotografici: SIK-ISEA, Zürich (J.-P. Kuhn)

Originario della Germania, dove nasce nel 1890, Emil Bührle si stabilisce in Svizzera nel 1924. Dal 1936 si dedica al collezionismo, mostrando un chiaro interesse per i lavori della corrente impressionista e postimpressionista, riuscendo ad acquisire, oltre alle opere iconiche sopracitate, capolavori quali La petite Irène di Renoir (1880), Le Garçon au gilet rouge (1888-1890) di Cézanne e Danseuses au foyer (1889 ca.) e la figura bronzea della Petite danseuse de quatorze ans (1880-1881) di Degas, tutte presenti in mostra. Attorno a questo nucleo impressionista, che costituisce il fulcro della Collezione, Bührle raccoglie un insieme di lavori per un totale di quasi 600 opere, che spaziano dalla scultura medievale al Cubismo. Le opere selezionate, unitamente ad una serie di documenti esposti nella sezione introduttiva, illustrano i rapporti e le trattative intrattenuti da Bührle con i mercanti d’arte e i principi secondo i quali è stata formata la sua stupefacente raccolta: da un lato la volontà di mettere in relazione l’arte moderna con i risultati più alti della pittura europea dei secoli precedenti – rappresentati in mostra da capolavori di Canaletto, Strozzi, Delacroix e Corot – dall’altro l’impegno di documentare in maniera esaustiva il percorso dei protagonisti dell’arte moderna. La mostra sottolinea così l’idea di collezionismo “illuminato”, volto a sottolineare le relazioni indissolubili tra passato e presente,illustrando il contributo di ciascun pittore alla storia dell’arte e le corrispondenze esistenti tra movimenti artistici di epoche diverse.

 
Claude Monet_Le Bassin aux nymphéas, reflets verts 1920/1926 Olio su tela 200 x 425 cm
Collezione Emil Bührle_Foto: Kunsthaus Zurich, Zürich