TBA21–Academy annuncia la prossima mostra che aprirà a Ocean Space (Venezia, 22 marzo – 27 settembre 2020):Oceans in Transformation, frutto di un progetto di ricerca interdisciplinare avviato tre anni fa che indaga le trasformazioni subìte dagli oceani durante il cosiddetto Antropocene, l’attuale era geologica caratterizzata dall’impatto diretto dell’uomo sull’ambiente.
I segni più evidenti dell’emergenza climatica, rappresentati dall’innalzamento del livello del mare e da eventi epocali come l’eccezionale acqua alta che ha colpito Venezia a novembre 2019, verranno approfonditi da Oceans in Transformation con una serie di grandi installazioni multimediali. Attraverso un’analisi delle più recenti conoscenze scientifiche sull’impatto che la destabilizzazione climatica ha sugli ecosistemi marini e costieri, il progetto creerà maggiore consapevolezza sul ruolo chiave degli oceani per la salute del pianeta.
Fondata dagli architetti Ann-Sofi Rönnskog e John Palmesino, Territorial Agency è un’organizzazione indipendente che unisce architettura, analisi degli spazi, sostegno e azioni per influenzare il cambiamento nell’ambiente urbano. In linea con l’impegno di TBA21–Academy per promuovere una maggiore conoscenza degli oceani attraverso la lente dell’arte e altri progetti culturali, Oceans in Transformation definisce nuovi modi di studiare gli oceani. Le indagini materiali e concettuali sono gli elementi chiave del programma di ricerca che stimola nuove forme di conoscenza culturale sul tema dell’acqua.
Il metodo di ricerca che Territorial Agency ha sviluppato con TBA21–Academy si sviluppa come una serie di incontri transdisciplinari organizzati per promuovere nuove idee, azioni concrete e soluzioni possibili per l’oceano. Con l’intento di stabilire un nuovo programma per la conservazione degli oceani, basata su cure profonde e sforzi comuni, TBA21–Academy e Territorial Agency hanno riunito ricercatori ed esperti che possono smuovere lo status quo delle politiche oceaniche.
“Gli oceani stanno cambiando molto rapidamente, tuttavia la nostra conoscenza si evolve molto lentamente ed è racchiusa in forme consolidate di separazione culturale e distinzione fra attività umane terrestri e marine. Questa suddivisione deve essere rivista per affrontare le vaste e urgenti trasformazioni dei mari”, afferma Territorial Agency.
Oceans in Transformation considera gli oceani come un sensorium, un corpo capace di sentire e che assorbe e registra le intense attività umane nella loro circolazione, negli ecosistemi e nelle loro dinamiche. Al tempo stesso diversi gruppi culturali, economici, scientifici, giuridici e conservatori stanno moltiplicando i propri sforzi per comprendere i cambiamenti degli oceani.
Territorial Agency incrocia i dati risultanti da queste molteplici ricerche scientifiche e sociali sugli oceani e sulle attività umane per produrre una sintesi dei cambiamenti ai quali i primi sono sottoposti. Attenta alle modalità in cui i dati possono essere sia un mezzo di tutela attraverso la conoscenza sia uno strumento per trovare nuove risorse, la ricerca incoraggia nuove forme di collaborazione.
La sintesi produce relazioni di forze materiali, tecnologiche e vite al di là dell’umano, e descrive una vastità spaziale di cambiamenti che collegano il mondo degli oceani alle profonde trasformazioni ambientali provocate dalle attività umane terrestri. Ne deriva una nuova figura nella quale i processi ambientali ed economici sono profondamente interconnessi.
L’innalzamento del livello del mare, l’intensificazione del trasporto marittimo, la pesca eccessiva, l’esaurimento degli ecosistemi costieri, l’estrazione in acque profonde, la pesca a strascico dei fondali marini, l’esplorazione e l’estrazione petrolifera, la migrazione, il cambiamento delle circolazioni oceaniche, la militarizzazione, lo scioglimento dei ghiacci sono solo alcuni dei danni all’ambiente che il progetto di ricerca traccia e registra. Sovrapponendo e collegando, concettualmente e visivamente, le iscrizioni spaziali e le riconfigurazioni che creano, Oceans in Transformation ridefinisce lo spazio marittimo come palcoscenico per la violenza umana, l’impero e la storia coloniale.
Nel periodo in cui si è svolta la ricerca di Oceans in Transformation, le popolazioni si sono radicalmente mobilitate per chiedere cambiamenti economici, politici e sociali per il futuro del nostro pianeta. Una nuova generazione sta maturando in un’epoca segnata da spostamenti culturali, politici e ambientali. Le complesse dinamiche visive di Territorial Agency trasformano le domande in azioni per la tutela della vita marina, alla portata delle comunità internazionali e locali. Gli elementi visivi servono anche a evidenziare l’imperscrutabilità degli oceani e l’incapacità di visualizzare l’Antropocene nel suo complesso, dai quali deriva la natura continuativa del progetto. Territorial Agency evidenzia come la comunità scientifica sia concorde nel ritenere che la mappatura dei fondali oceanici sia arrivata a meno del 20%, tuttavia non esistono molti altri modi per conoscere gli oceani.
La curatrice Daniela Zyman dichiara “affrontare gli oceani, in questo momento di riesame epistemologico, significa risvegliare il paradosso per il quale dissezionarli nei loro componenti, sia dal punto di vista scientifico che concettuale, serva solo a mettere in primo piano la loro imperscrutabilità. Non conoscere gli oceani fa parte dell’essere umano.’