Mestieri d’arte e tecnologia: un’alleanza che ridà vita alle auto d’epoca e crea le supercar del futuro

Pubblicato il Di in Eventi

A settembre i visitatori di Homo Faber potranno avere un incontro ravvicinato con i maestri europei delle quattro ruote, e scoprire qual è il loro contributo all’industria automobilistica nella mostra Meccaniche Meravigliose.
Il lavoro artigianale non è solo trasformazione creativa della materia: è anche competenza tecnica che permette di far evolvere tecniche, stili e idee, al fine di trovare soluzioni che possono poi innervare anche la produzione industriale. Il mondo dell’alta meccanica è sicuramente quello dove queste due anime dell’artigianato d’eccellenza si incontrano in maniera più evidente e generativa.
Da un lato, le vetture più prestigiose del passato hanno assunto nei decenni la condizione di veri e propri capolavori da collezionare: spesso realizzate da artigiani altamente specializzati, e ispirate a principi di eccellenza progettuale e tecnica che hanno permesso a un intero settore produttivo di svilupparsi su scala industriale, questi veicoli richiedono oggi l’abilità di restauratori d’eccezione per poter essere ancora ammirati, utilizzati e preservati. Un know-how che si radica nel genius loci dei territori, che si trasmette di generazione in generazione tramite un apprendimento “a bottega” e che esercita costantemente un grande fascino sulle giovani generazioni, che di Homo Faber sono i destinatari d’elezione.
Il restauro delle auto d’epoca viene condotto su base filologica e impiegando strumenti tecnici d’avanguardia: spesso poco conosciuti dal grande pubblico, questi maestri nell’arte del ridare vita alle vetture del passato lavorano su veicoli straordinari e sono in grado di interpretare i desideri dei più esigenti collezionisti.
Ma anche le auto d’eccezione del futuro richiedono sempre la competenza degli artigiani: la manifattura 4.0, lungi dall’essere quell’asettica fucina di omologazione che in molti profetizzano, quando si rivolge all’eccellenza della produzione sa invece integrare con intelligenza le competenze manuali e interpretative dei maestri d’arte. Anche la manifattura delle automobili speciali del futuro, con la loro unicità e la loro customizzazione sempre legata a canoni estetici evolutivi, integrerà dunque l’intelligenza manuale di artigiani di nuova generazione, dimostrando quindi l’equilibrio dinamico tra tecnologia e artigianalità a servizio dell’eccellenza.
Nella sala Meccaniche Meravigliose queste due anime verranno messe a confronto.

Per raccontare la competenza dei restauratori, il curatore inglese Simon Kidston (broker ed esperto di auto d’epoca) ha scelto la realtà della Cremonini Classic, officina italiana situata nella Motor Valley, alle porte di Modena, che dal 1984 rappresenta perfettamente il caso di un’artigianalità tecnica e profondamente competente che sa mettersi in dialogo con il passato per far risorgere l’identità di automobili leggendarie. Il loro lavoro sarà messo in luce grazie a una serie di attività dimostrative e grazie a due auto davvero speciali: la Ferrari 365 P “Tre Posti” appartenuta all’Avvocato Agnelli, di cui sarà esposto anche il “manichino” in legno fatto a mano da Pininfarina, e una Lamborghini Miura SV.
Proprio Lamborghini sarà la protagonista della parte dedicata all’auto del futuro: curata da Stefano Micelli, Professore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dinamico fautore dell’artigianato di nuova generazione, questa sezione metterà in scena la creazione di un’auto all’avanguardia attraverso il caso della Aventador. Più che un’auto, un capolavoro di design e alta meccanica che, pur nell’estrema innovazione tecnologica, integra competenze artigianali da scoprire e valorizzare.
Kidston e Micelli, attraverso il patrimonio della competenza artigianale, dimostrano come la tecnica, la tecnologia e il design (di ieri e di oggi) costituiscano il necessario sostrato produttivo e culturale per creare un’eccellenza su misura. Due casi emblematici, Cremonini e Lamborghini, che rappresentano un intero mondo di artefici, di ricercatori, di artigiani e di inventori.

Un allestimento, curato dall’architetto veneziano Alessandro Pedron, che rende possibile il dialogo fra questi mondi evocando l’energia di un’officina, pur rispettando il carattere deciso delle auto in mostra, dei mestieri presenti e degli utensili (spesso anch’essi pezzi unici) che gli artigiani maneggiano con destrezza e custodiscono con cura.
L’alta artigianalità è lavoro. Un lavoro di livello. Un lavoro qualificante. Un lavoro che nessun robot potrà sostituire del tutto, quando viene impiegato per dare vita a oggetti che superano le aspettative per diventare simboli di quella “bellezza meccanica” evocata dai futuristi, e amata dai collezionisti.
«Facciamo fatica ad associare l’alto artigianato a prodotti tecnologicamente all’avanguardia, in particolare in settori come l’automobile. La verità che caratterizza tante realtà di punta di questo comparto contraddice molti luoghi comuni. La produzione di automobili come Lamborghini, soprattutto se prodotte in serie limitate, necessita di un saper fare e di una passione per il lavoro che rende questi oggetti unici e che contribuisce a esplorare continuamente le potenzialità delle nuove tecnologie». – Stefano Micelli
«Mi auguro che i visitatori possano uscire da questa mostra con la consapevolezza che c’è un futuro radioso per l’artigianato, in tutte le sue forme. È proprio grazie agli artigiani che quello che amiamo può durare nel tempo: sopravvivendoci, come è giusto che sia». – Simon Kidston
Meccaniche Meravigliose è ambientata nel Padiglione delle Capriate presso la Fondazione Giorgio Cini. È una delle 17 mostre tematiche di Homo Faber 2020, organizzato dalla Michelangelo Foundation.

Umberto Guizzardi©Lamborghini

Un allestimento, curato dall’architetto veneziano Alessandro Pedron, che rende possibile il dialogo fra questi mondi evocando l’energia di un’officina, pur rispettando il carattere deciso delle auto in mostra, dei mestieri presenti e degli utensili (spesso anch’essi pezzi unici) che gli artigiani maneggiano con destrezza e custodiscono con cura.
L’alta artigianalità è lavoro. Un lavoro di livello. Un lavoro qualificante. Un lavoro che nessun robot potrà sostituire del tutto, quando viene impiegato per dare vita a oggetti che superano le aspettative per diventare simboli di quella “bellezza meccanica” evocata dai futuristi, e amata dai collezionisti.
«Facciamo fatica ad associare l’alto artigianato a prodotti tecnologicamente all’avanguardia, in particolare in settori come l’automobile. La verità che caratterizza tante realtà di punta di questo comparto contraddice molti luoghi comuni. La produzione di automobili come Lamborghini, soprattutto se prodotte in serie limitate, necessita di un saper fare e di una passione per il lavoro che rende questi oggetti unici e che contribuisce a esplorare continuamente le potenzialità delle nuove tecnologie». – Stefano Micelli
«Mi auguro che i visitatori possano uscire da questa mostra con la consapevolezza che c’è un futuro radioso per l’artigianato, in tutte le sue forme. È proprio grazie agli artigiani che quello che amiamo può durare nel tempo: sopravvivendoci, come è giusto che sia». – Simon Kidston
Meccaniche Meravigliose è ambientata nel Padiglione delle Capriate presso la Fondazione Giorgio Cini. È una delle 17 mostre tematiche di Homo Faber 2020, organizzato dalla Michelangelo Foundation.

In copertina: Artisan from Cremonini Classic – Remi Dargegen©Cremonini Classic