Fondazione Modena Arti Visive presenta Ultima perfezione, personale dell’artista Quayola (Roma, 1982) che si terrà nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita dal 18 settembre 2020 al 10 gennaio 2021. La mostra, a cura di Daniele De Luigi e prodotta da FMAV in collaborazione con la galleria Marignana Arte di Venezia, è la prima personale dell’artista in un’istituzione italiana ed è il risultato della partecipazione di Fondazione Modena Arti Visive all’edizione 2019 del Premio Level 0 di Art Verona, che ha coinvolto 13 dei principali musei e istituzioni d’arte contemporanea italiani.
Quayola si confronta con la tradizione artistica occidentale e la ripensa attraverso le più avanzate tecnologie contemporanee, a cui assegna un ruolo nuovo: non più strumento, bensì partner con cui confrontarsi ed esplorare nuovi possibili modi di lettura della realtà. La tecnologia, per l’artista romano, non è più assoggettata all’uomo, bensì complice nella formulazione di linguaggi inediti e quindi, per estensione, di nuove categorie che fanno ormai parte della quotidianità, del pensiero astratto e della sensibilità estetica dell’uomo contemporaneo. Su questa premessa antropologica Quayola costruisce la sua ricerca, in cui la pittura e la scultura degli antichi maestri costituiscono il punto di partenza. Tale approccio conduce a opere che si servono di supporti sia tecnologici che tradizionali, una scelta che permette di marcare il dialogo tra passato e presente. I media scelti dall’artista sono infatti stampe e sculture in diversi materiali, ma anche video, performance audiovisive e installazioni immersive, spesso in siti architettonici storicamente significativi.
La mostra ruota attorno all’idea di perfezione e al suo significato nella storia dell’arte occidentale. Ne Le vite di Giorgio Vasari questo termine ricorre spesso per indicare il raggiungimento dell’eccellenza da parte di pittori, scultori e architetti, nel rispetto dei canoni considerati universali di armonia e bellezza. Quayola ripercorre capolavori classici, moderni e barocchi applicandovi algoritmi che vanno alla ricerca di questi canoni, rimettendo in discussione principi fondamentali dell’attività artistica. Le regole codificate dalla storiografia e dalla critica vengono renderizzate in set di informazioni, tracce che tuttavia, nella lettura della macchina, assumono una valenza inedita e originano nuovi codici estetici.
In mostra sono presenti una video-installazione e quattro serie di lavori, due delle quali prodotte per l’occasione: una sequenza di sculture e un ciclo di opere su carta, alcune delle quali entreranno a fare parte delle collezioni del disegno gestite da Fondazione Modena Arti Visive.
In copertina: Quayola, Strata #4 Diptych, 2011. Video-installazione a due canali, durata 09’