Triennale Milano con il suo Museo del Design Italiano presenta la mostra Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli dedicata al lavoro e al pensiero di Enzo Mari uno dei principali progettisti, artisti, critici e teorici scomparso solo alcuni giorni fa, il 19 ottobre 2020.
I suoi lavori sono documentati attraverso progetti, modelli, disegni e materiali spesso inediti, provenienti dall’Archivio Mari recentemente donato al CASVA – Centro di Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di
Milano.
Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, ricorda che “in
una intervista del 2016 Mari ha affermato di aver posto la condizione che, dopo la donazione, per quarant’anni nessuno avrebbe potuto accedere al suo archivio. Questo perché, nelle sue più ottimistiche ipotesi, solo dopo questo lasso di tempo, una nuova generazione potrà farne un uso consapevole e riprendere così in mano il significato profondo delle cose. La grande retrospettiva in Triennale costituisce dunque un’occasione unica
per approfondire la lunga carriera di Mari – proprio nella città in
cui ha sempre vissuto e lavorato – offrendo nuovi spunti interpretativi e chiavi di lettura.”
La mostra, nata dal costante scambio e dialogo intercorsi negli
anni tra Mari stesso e il curatore Hans Ulrich Obrist, racconta
oltre 60 anni di attività progettuale, dall’arte al design, dall’architettura alla filosofia, dalla didattica alla grafica.
Il progetto espositivo è articolato in una sezione storica, a cura
di Francesca Giacomelli, e in una serie di contributi di artisti
e progettisti internazionali –Adelita Husni-Bey, Tacita Dean,
Dominique Gonzalez-Foerster, Mimmo Jodice, Dozie Kanu,
Adrian Paci, Barbara Stauffacher Solomon, Rirkrit Tiravanija,
Danh Vō e Nanda Vigo, oltre a Virgil Abloh per il progetto di
merchandising – invitati a rendere omaggio a Mari attraverso
installazioni site-specific e nuovi lavori appositamente commissionati. Un contributo particolare è quello di Nanda Vigo che nell’opera inedita, ideata per la mostra, prima della sua scomparsa, reinterpreta con la luce due dei lavori più celebri di Mari, i 16 animali e i 16 pesci.
La sezione storica si sviluppa a partire dal riallestimento dell’ultimo progetto espositivo dell’autore, Enzo Mari. L’arte del design, tenutosi alla GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino nel 2008-2009, di cui Mari stesso aveva seguito la curatela, l’allestimento e il catalogo (un progetto globale). La mostra presenta un corpus che raccoglie una selezione di circa 250 progetti di Mari – dalle Pitture degli anni Cinquanta
alle Strutture degli anni Cinquanta e Sessanta (Arte programmata), dalla serie di contenitori Putrella (1958) ai multipli d’arte de La Serie della Natura (1961-1976), dai vasi delle Nuove proposte per la lavorazione a mano del marmo. Serie Paros (1964) agli Allestimenti modulari di cartone (1964-1970), dal progetto per la Copertina della Collana Universale Scientifica Boringhieri (1965) alla sedia Box (1971), dall’Autoprogettazione (1973) alle ciotole della Proposte per la lavorazione a mano della porcellana.
Serie Samos (1973), dalle 44 valutazioni (1976-2008) alla sedia Tonietta (1980), dai progetti non realizzati Tre piazze del Duomo (1982) all’ Allegoria della dignità (1988), dalle Lezioni di disegno (2007-2008) fino al progetto Per un Nuovo Museo del design per la rivista “Abitare” (2009-2010) – considerati tra i più rappresentativi dei quasi 2.000 ideati nel corso della sua carriera.
Le opere sono esposte in ordine cronologico, senza distinzioni fra discipline,
tecniche e tipologie di ricerca.
In parallelo, diciannove Piattaforme di Ricerca, ideate per la mostra in Triennale, presentano approfondimenti su altrettanti progetti dai quali emergono le tematiche centrali nella pratica e nella poetica di Mari: le prime indagini sulle ambiguità percettive, le ricerche sulla produzione sperimentale, le ricerche sulla produzione di serie, il tema dello standard, etc. Negli approfondimenti è inclusa una selezione delle Allegorie – tra queste la prima Modulo 856 (1967), l’esercizio critico di progetto Proposta per un’autoprogettazione (1974), Perché una mostra di falci?
(1986), l’ultima realizzata dall’autore Sessanta fermacarte (2010)e degli ultimi progetti realizzati da Mari negli anni successivi alla mostra antologica di Torino, tra i quali lo scenografico progetto di allestimento dell’esposizione Vodun, African Voodoo (2011) disegnato per la Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi nel 2010, di cui è riproposto un ambiente dai potenti rimandi formali alle strutture dei modelli che costituiscono la Proposta per un’autoprogettazione del 1974.
Completa il percorso una serie di video interviste realizzate da
Hans Ulrich Obrist che testimoniano la costante tensione etica
di Mari, la sua profondità teorica e la straordinaria capacità progettuale di dare forma all’essenziale.
Con la retrospettiva su Enzo Mari e il Museo del Design Italiano
l’intero piano terra del Palazzo dell’Arte è così dedicato al design italiano. L’esposizione si inserisce nel percorso iniziato da Triennale e dal suo Museo con le grandi mostre dei Maestri del design (Mario Bellini, Osvaldo Borsani, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass). Un percorso che continuerà nell’aprile del 2021 con l’esposizione dedicata a Vico Magistretti.