Arredativo Design Magazine

Alessandra Baldereschi: le matite acquerellabili

Chi lavora nel mondo della creatività e in particolare del disegno, sa bene quanto matite, pennarelli di ogni tipo e colori siano oggetti del mestiere irrinunciabili. Prodotti per i quali non può venir meno la qualità, le cui prestazioni tecniche contribuiscono al successo dei propri lavori. Le matite, come molti altri raccontati nei nostri approfondimenti Il Design Delle Cose sono oggetti che hanno una storia lontana.

La matita moderna, quella classica che tutti conosciamo, fu creata nella seconda metà del XVI secolo, dopo la scoperta a Cumberland, in Inghilterra, di miniere di grafite. A questa invenzione si sono susseguite altre, legate prima alla nascita della matita colorata e poi di quelle acquerellabili. La differenza? Le matite colorate chiamate anche pastelli, hanno al posto della grafite una mina colorata

Il colore una guida nel percorso creativo di Alessandra Baldereschi

Per il Design delle Cose dei Designer questo mese parliamo di matite acquerellabili, oggetto protagonista della nostra Cover di Febbraio disegnata da Alessandra Baldereschi.

La designer, ha scelto di disegnare per noi questo prodotto in quanto rappresentativo del suo percorso artistico e professionale. “Si tratta dell’oggetto che è sempre sulla mia scrivania, sin dall’infanzia” ci ha raccontato.

Le matite acquerellabili sono state inventate nel 1931 da Caran d’Ache ( con il marchio PRISMALO® Aquarelle).

La Caran d’Ache è stata fondata a Ginevra nel 1915 inizialmente nota con il nome “Fabrique Genevoise de Crayons”. L’azienda venne ribattezzata Caran d’Ache nel 1924, per iniziativa del dirigente dell’epoca, Arnold Schweitzer. 

Le Prismalo di  Caran d’Ache sono la state la prima matita colorata acquerellabile al mondo mai progettata. Fin dalla sua invenzione, nel 1931 queste matite hanno rivoluzionato l’arte del disegno e dell’illustrazione. 

Le matite acquerellabili sono come le matite classiche, ma se bagnate prima o dopo la posa, il colore si comporta come un acquerello. Il vantaggio è una maggiore accuratezza nei dettagli, in fase di stesura. A proposito del loro utilizzo Alessandra Baldereschi ci dice: “Aggiungere il colore ai disegni a matita mi aiuta ad immaginare meglio l’oggetto, anche quando si tratta dei primi schizzi utili ad iniziare il percorso creativo.”

Dal disegno all’oggetto: il progetto prende forma

Come si evince dai lavori firmati dalla designer, il disegno e soprattutto il colore, sono una componente sempre presente nel suo mondo artistico.

Come ne Le cartoline di Bosa Ceramica, mini paesaggi in bassorilievo con un elemento “inaspettato”, che si poteva staccare dal fondo per diventare ciondolo o portafortuna. Soggetti diversi in cui il colore era l’elemento che metteva in evidenza il ciondolo.

Ancora di più ne è un esempio il paravento Painting , disegnato nel 2016 per De Castelli nell’ambito del progetto Tracing Identity.

Un paravento di grandi dimensioni pensato come una quinta teatrale, che rappresenta su ciascun lato dei paesaggi naturali immaginari. Da un lato un profilo collinare, dall’altro un cielo notturno. Le variazioni cromatiche, ottenute grazie alle diverse ossidazioni sui metalli, ricordano i colori di un pittore sulla tela: il risultato è una scenografia cangiante.

Partono dal disegno di un soggetto immaginario, anche le sue creazioni più recenti.

Come Selfie mirrors collection disegnato per Mogg o la lampada da parete Wild Flowers. Qui il disegno di un fiore si trasforma in scultura luminosa, grazie alla tecnologia di stampa 3D. Un fiore inventato, una specie che non esiste ma che evoca i fiori spontanei di campo.

La lampada è stata realizzata in resina di mais dipinta a mano e illuminata a led. Una lampada da parete sospesa tra passato e futuro, dove l’immagine delle porcellane floreali di Capodimonte è stata trasformata mediante un processo associativo ed emotivo.

Il mondo fantastico di Ichendorf Milano

Le creazioni della designer sono sempre state connotate da un allure fiabesca, prodotti che sembrano accoglierci in un mondo immaginario.

Questo vale anche per le collezioni disegnate per Ichendorf Milano. A cominciare da Animal Farm, serie di brocche in vetro borosilicato nate dalla fantasia della designer. Gli elementi distintivi di queste brocche, dalla forma essenziale, è una scultura colorata che si erge sul fondo e all’esterno del contenitore trasparente.

Per questo progetto, la designer si è lasciata ispirare dagli animali, personaggi che immagina bianchi o colorati. C’è il curioso riccio dorato, il fiabesco coniglio rosa, l’allegra anatra verde e gialla, la lumaca dal guscio blu, il furbo scoiattolo e la graziosa tartaruga.

 Un mondo diverso ma ugualmente immaginifico, è quello della collezione Desert Plant. Composta da bicchieri, brocche e tazze mug contraddistinta da piccole sculture di piante grasse in vetro poste su fondo, arricchite da dettagli e colori frutto dell’immaginazione.

Le forme, ricordano specie conosciute, quali Opuntia ficus-indica, Euphorbia cactus e Grusonii, interpretate però con fantasia.

Prendendo spunto dal mondo della botanica ne così, nasce una versione fantastica. Con cactus colorati provenienti da terre lontane, come quelli dei calici il cui stelo è proprio a forma di pianta grassa. 

Recentemente le collezioni firmate per Ichendorf Milano da Alessandra Baldereschi si sono arricchite di nuovi elementi. Prodotti con cui la designer estende il campo della propria esplorazione, prendendo spunto dagli elementi di terra, cielo e acqua per approdare alle lettere dell’alfabeto. Le nuove collezioni sono Coral reef, Marine garden, Garden picnic, Fruits and flower e Bloom alphabet .

Soggetti immaginari, straordinarie creature dalle forme mutevoli e decorati minuziosamente in tonalità cangianti. Dettagli che solo un chiaro disegno iniziale può raccontare, per potersi poi trasformare in realtà.