Ci sono oggetti che hanno attraversato varie epoche, tanto che per certi versi potremmo persino dire che appartengono da sempre alla storia dell’uomo. Ne sono un esempio le pinze, un oggetto estremamente diffuso ed utilizzato nei più diversi ambiti.
Esistono pinze usate da chi lavora nel campo dell’elettronica, quelle usate dagli elettricisti, dagli idraulici, meccanici o dai falegnami… E potremmo continuare ancora considerando che per ciascuno di questi settori, esistono moltissimi modelli diversi adatti a compiere operazioni diverse.
A livello storico, alcune fonti ci dicono che le pinze sarebbero state inventate intorno all’anno 2000 a.C. come oggetti per stringere e tenere fermi i pezzi di ferro incandescente da forgiare sopra l’incudine. Si dice anche che ci siano delle illustrazioni antiche che raffigurano il dio Efesto, dio del fuoco, delle fucine, dell’ingegneria, della scultura e della metallurgia, in cui sono ritratte già delle pinze.
Certo è che anche le pinze sono uno di quegli oggetti o utensili di uso quotidiano che ci può capitare di maneggiare nella nostra vita. E che forse poi, anche inaspettatamente ricordandoli insieme alle esperienze vissute, finiscono per trasformarsi in oggetti significativi.
Come quello che ci ha raccontato la designer Martina Bartoli quando le abbiamo chiesto di rappresentare l’oggetto di “Design delle Cose” tra i più importanti nel suo percorso professionale.
“Stavo pensando ad un oggetto che fosse stato importante nel mio percorso di formazione e quasi per sbaglio ho rinvenuto una foto quasi storica del mio profilo Instagram, datata 2012. Si tratta di Pinze di bloccaggio.”
La designer che ha rappresentato per noi la copertina del mese di Marzo ha scelto come soggetto questo oggetto molto specifico e tecnico, strettamente legato alla sua storia e al suo periodo di formazione.
“Possono sembrare un oggetto un po’ tecnico, ma nel lontano 2009, anno che ho passato alla scuola di design parigina ENSCI Les Ateliers, erano per noi studenti un vero e proprio oggetto feticcio. Utilizzatissime per bloccare soprattutto pezzi di metallo da saldare, mi ripromisi all’epoca di acquistare la mia pinza preferita, modello Facom 511, manco a dirlo, made in France.”
Per chi non le conosce, le pinze di bloccaggio sono lo strumento che si usa per trattenere un pezzo per attrito, premendolo continuamente. Sono usate soprattutto per processi di riparazione o produzione. Come ci ha raccontato Martina Bartoli, possono essere usate quando si deve fare una saldatura metallica. Operazione che può essere necessaria ad esempio quando si realizza un nuovo prodotto ( o un prototipo) le cui componenti sono realizzate appunto, in metallo.
Le collezioni di Martina Bartoli per Mason Editions
Nelle collezioni firmate da Martina Bartoli il metallo è un materiale spesso presente. La designer toscana classe 1986, formatosi prima al Politecnico di Milano poi alla Glasgow School of Art e all’ENSCI Les Ateliers di Parigi dopo aver collaborato per alcuni anni nello studio Palomba Serafini Associati, ad oggi collabora con Zanotta e porta avanti in parallelo progetti di design indipendente tra cui spicca la collaborazione con Mason Editions.
Ed è proprio tra queste collezioni, che il metallo viene di volta in volta, interpretato in modi diversi come struttura o come decorazione. Ad esempio nel vassoio Touché (già Select by Arredativo – Must Have 2019), il piccolo vassoio ha base rotonda in MDF circondata da una leggera asta in metallo che si appoggia sulla superficie e poi si solleva sfiorando la superficie e definendo la forma delle maniglie.
Ma è presente anche in Triplo. Qui il metallo si fa struttura per un tavolino leggero e snello. E’ composta da tre tondini di acciaio e serve a sostenere i piani del tavolino in legno massello.
Ma la presenza del metallo è ancora più evidente nella sua componente espressiva in Petit. Portacandele composto da una barra longitudinale metallica che sostiene su entrambi i lati degli elementi cilindrici anche questi fatti di metallo. Petit è un oggetto dal design elegante ed essenziale.