Ci sono oggetti di design quotidiano che appartengono al nostro presente, ma ci sono anche oggetti che sono stati d’uso quotidiano e che ora fanno parte del nostro passato collettivo. Prodotti che eravamo abituati ad usare e che oggi, complice il progresso tecnologico, non si usano più. Ciò nonostante però hanno un posto nel nostro cuore e nella nostra memoria. E Il caso del mangiadischi nome con cui si usa definire il giradischi portatile.
Questo oggetto che oggi possiamo considerare un prodotto d’arredo vintage, spopolava nelle case degli anni Settanta usato da grandi e piccini.
Il mangiadischi veniva usato per la lettura dei 45 giri. Venne ideato negli anni Cinquanta e da allora cominciò a diffondersi su larga scala. Il suo successo era legato principalmente al fatto che rispetto al classico giradischi era facilmente trasportabile ovunque. Era dotato di presa elettrica e poteva essere trasportato grazie ad una maniglia.
Funzionava in modo tale che il disco di vinile da leggere, poteva essere introdotto attraverso una fessura nell’involucro esterno. Qui un meccanismo interno a molla, sollecitato dell’introduzione del disco, fissava il disco al piatto, il quale iniziava a ruotare, mentre la puntina, si posava sulla superficie del supporto, dando inizio alla riproduzione.
I mangiadischi erano oggetti colorati, in linea con le mode e i colori di quegli anni. Nella seconda metà degli anni Ottanta i mangiadischi scomparirono per lasciare spazio ai mangianastri e poi ai lettori cd .
Erano oggetti di vero e proprio design per l’epoca, non caso tanto che più di un esemplare di mangiadischi è passato alla storia.
Uno dei primi modelli fu prodotto da Irradio nel 1966 e disegnato dallo stesso Mario Bellini. Il designer venne incaricato di dare forma a un giradischi che fosse portatile. Nacque così Irradiette il “mangiadischi” simbolo di un’intera generazione. A Irradiette seguiranno due anni dopo Fonorette e, sempre nel 1968 il mitico Pop per Minerva e Grundig.
Il mangiadischi GA 45 Pop Minerva è stato un grande classico del settore , lanciato sul mercato nel 1969 e ancora una volta ideato da Mario Bellini.
Senza fili ma solo a batteria questo mangiadischi permetteva era disegnato come una borsa da passeggio. Oggetto utile bello da vedere composto da una struttura in plastica, una maniglia per il trasporto e un comodo vano batterie alla base per dare equilibrio all’oggetto che poteva essere appoggiato ovunque e non era pesante.
Altro classico molto ricercato dagli appassionati del genere il Mangiadischi Lesa Mady prodotto da LESA, acronimo di Lavorazioni Elettromeccaniche Società Anonima, azienda italiana in attività tra il 1929 e il 1972 nel campo della produzione di materiale elettrico.
Tra modelli più “recenti”c’è infine Penny ed anche in questo caso si tratta di un mangianastri disegnato da Mario Bellini. E’ stato prodotto tra il 1975 e il 1988 e proposto in una gamma di colori ancora più vasta: arancione, celeste, rosso, verde, giallo. Il motore di questo mangiadischi si spegneva automaticamente alla fine della canzone e alcuni modelli avevano anche l’auto espulsione.
Questo modello di mangiadischi è oggetto protagonista della Cover di Dicembre firmata da Filippo Mambretti il quale ci racconta che ci racconta: “Non so dire quanto questo oggetto abbia realmente influito sul mio percorso di studi e professionale nell’indirizzarmi verso il design, sinceramente non saprei dire se neppure un altro prodotto abbia avuto la forza di condizionare le mie scelte formative e lavorative. Quello che invece so, è che se devo immaginare un oggetto che sin dal primo pensiero mi fa riaffiorare alla mente un’infinità di ricordi e nel cuore mi rievoca emozioni ormai assopite questo è di sicuro il mangiadischi Penny della MusicalNastro. “
Quanti pomeriggi, quante serate ho passato ad ascoltare fiabe, storie e canzoni, ripetute più e più volte, ma mai risentite con la minima noia, magari mentre giocavo con i lego sul tappeto della cameretta oppure abbracciato sotto ad un plaid con i miei genitori, a sognare ad immaginare quello che… Intento ad usare la rotella per il volume o per i toni, pronto a schiacciare il pulsante per estrarre il 45’ in un lampo!
” Per sentirmi come quelli che alla TV usavano i jukeboxe, per sentirmi grande, per sentirmi in grado di poter usare un MIO elettrodomestico da solo, per sentirmi indipendente e tecnologico, forse per iniziare inconsciamente ad interagire con la forma legata alla funzione, all’ergonomia che definisce all’estetica che compone il senso delle proporzioni che a loro volta si fondono con le componenti di un oggetto e la sua tecnologia. Forse per iniziare ad innamorarmi del design” ci confida Mambretti.
Attento e fine osservatore Filippo Mambretti è tra i primi designer ad avvicinarsi al tema della stampa 3d, quando ancora le sperimentazioni in materia erano agli esordi.
Ha infatti all’attivo collaborazioni con brand come .bijouets a cui oggi affianca altrettante collaborazioni con aziende famose sia a livello nazionale che internazionale: Zava, Minotti Italia, Mogg, NOKTA, TAWEI.
Tra i suoi più recenti progetti la lampada SINO disegnata per Prandina e caratterizzata da un paralume in vetro soffiato, al cui interno custodisce una sorgente luminosa a LED, incastonata al centro del tubolare che ne disegna la struttura minimale, armoniosa ed essenzialmente pura ed elegante. La sorgente a LED è disponibile a scelta con temperatura di colore 2700K o 3000K, dimmerabile.
Il diffusore in vetro soffiato, prodotto artigianalmente con l’antica tecnica della soffiatura a bocca, è stato immaginato e progettato per accentuare percettivamente la leggerezza visiva dell’intero design, enfatizzata dalla diffusione della luce che emozionalmente si propaga in modo pacato ed uniforme in tutto l’ambiente.
Altra interessante collaborazione è quella con ZELO21 per cui il designer ha disegnato Creativo e Spritz.
Creativo è una scrivania a scomparsa progettata durante il lock-down, una postazione lavoro dedicata alle nuove esigenze lavorative, didattiche di comunicazione e socialità venutasi a creare nel periodo di pandemia.
Spritz nasce un po’ sulla stessa lunghezza d’onda è un complemento d’arredo versatile e compatto, perfetto per tutte le pause, i pranzi sul balcone, le merende in giardino e gli aperitivi dopo le lunghe giornate di lavoro. Una cassetta che si trasforma in tavolino con al suo interno due comodi sgabelli.