Nella vita quotidiana spesso non ci accorgiamo di quanto sia importante la comunità, il nostro coinvolgimento in essa ed il legame con le altre persone, nonché quanto essa influenzi la nostra quotidianità. Non appena viene a mancare, per motivi personali o per circostanze sociali, ce ne rendiamo conto subito ed in modo radicale. I circoli interni alla comunità risultano essere un legante fondamentale proprio durante periodi di crisi economica, sanitaria o ambientale, pertanto la loro sopravvivenza è di fondamentale importanza per la comunità in un senso più ampio.
La mostra, esposta al Padiglione della Slovenia alla Biennale di Architettura di Venezia, è incentrata sui circoli cooperativi edifici pubblici polifunzionali, costruiti di regola nelle aree rurali. Nei paesi, nei piccoli borghi e nelle periferie vi venivano organizzate diverse attività di carattere amministrativo, economico, associativo e culturale. I circoli cooperativi hanno una loro specifica tipologia architettonica caratterizzata da uno spazio interno pubblico che rappresenta il luogo principale di ritrovo dei residenti locali, che incentiva le interazioni sociali e che rappresenta un importante punto di incontro per le varie attività della comunità locale.
I circoli cooperativi rappresentano una parte del grande progetto jugoslavo della creazione di circoli cooperativi nel periodo della ricostruzione del dopo guerra e della generale modernizzazione sociale. Le attività iniziarono nel dicembre del 1947 e, nell’arco di cinque anni, con una massiccia mobilitazione di lavoratori volontari, furono edificati nell’area dell’intero stato migliaia di circoli cooperativi. Inizialmente, la loro funzione era appoggiare il nuovo modello cooperativo agricolo e instaurare centri culturali e formativi nei villaggi, e successivamente assunsero nel tempo funzioni diverse.
Sul territorio della Repubblica di Slovenia fu pianificata una rete di 523 circoli cooperativi dei quali vennero realizzati in pochi anni, come dimostrato dalla nostra ricerca, più di 300 edifici. La direzione centrale del progetto comprendeva organi dirigenziali a livello federale, a livello di ogni singola repubblica e a livello locale. La gestione del progetto includeva personale tecnico, architetti e artisti che partecipavano alla scelta del sito di costruzione migliore, alla redazione dei progetti tipo dei circoli cooperativi, fino alla consulenza nella sistemazione delle scenografie del palcoscenico e alla realizzazione degli spazi per la proiezione cinematografica. L’attuazione dell’ampio progetto coinvolgeva gli uomini e le donne del luogo, nonché le organizzazioni dei combattenti, delle donne e dei giovani.
Il progetto della costruzione veniva organizzato in modo chiaro e dettagliatamente documentato. La costruzione veniva seguita dal giornale “Zadružni dom” (N.d.T. “Il circolo cooperativo”) nel quale venivano annotati gli eventi nei cantieri, pubblicati articoli informativi e formativi nonché i progetti architettonici con le indicazioni per la costruzione. Il progetto veniva supportato inoltre con la registrazione di film propagandistici, fotodocumentari e la pubblicazione di manuali tascabili per facilitare la costruzione.
A distanza di settant’anni, molti circoli cooperativi sono conservati e mantengono ancora oggi la loro funzione di centri delle comunità locali, ovvero di edifici a carattere pubblico con funzione aggregativa nel tempo libero. Alcuni sono stati privatizzati, altri addirittura demoliti. Molti sono stati ristrutturati, altri invece sono ancora in attesa di manutenzione. Tuttavia, la maggior parte dei centri cooperativi mantiene ancora oggi la sua funzione primaria.
I circoli cooperativi aprono temi più ampi relativi ai legami sociali che rispondono al quesito in che modo la società debba convivere nella diversità evitando le chiusure nelle roccaforti fisiche e mentali. Il fenomeno dei circoli cooperativi rappresenta un’importante infrastruttura sociale che consente e mantiene i legami sociali elementari.
I circoli cooperativi rappresentano inoltre le differenze fra le varie regioni della Slovenia, la vita nelle piccole località, le differenze tra i centri e la periferia e aprono questioni sullo sviluppo (dis)uguale della società.
La mostra sottolinea l’ampiezza del progetto in determinate circostanze storiche, ambientali e organizzative, sia all’inizio dell’edificazione sia nei tempi odierni.
Attraverso l’utilizzo di elementi architettonici riconoscibili vengono rappresentati il carattere e l’attività dello spazio pubblico interno il cui significato viene accentuato con il presente progetto. Il tema dei circoli cooperativi ci offre l’opportunità di comprendere le modalità di creazione degli spazi pubblici interni come infrastrutture sociali, al fine di rinvigorire la libera cooperazione, la comunicazione e l’emancipazione. La loro importanza per la società risulta essere tanto più evidente nel momento in cui la possibilità di partecipare e socializzare viene meno.